Il Giardino Ritrovato
Giardino del Palazzo di Venezia
Via del Plebiscito, 118 – Roma
28 giugno 2016 – ore 21.00
VOLTERRATEATRO/CARTE BLANCHE
TIEFFE TEATRO
con il sostegno di:
MiBACT-Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Regione Toscana – Comune di Volterra – Provincia di Pisa
Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra
Ministero della Giustizia Casa di Reclusione di Volterra
Compagnia della Fortezza
SANTO GENET
drammaturgia e regia Armando Punzo
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
musiche originali eseguite dal vivo e sound design Andrea Salvadori
aiuto regia Laura Cleri
movimenti Pascale Piscina
video Lavinia Baroni
direzione tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli
light designer Andrea Berselli
suono Alessio Lombardi
assistente alla regia Alice Toccacieli
assistente alle scenografie Yuri Punzo
collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello
collaborazione artistica Manuela Capece, Davide Doro, Alessandro Fantechi, Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Debora Mattiello, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Carolina Truzzi, Elena Turchi
con Armando Punzo
e gli attori della Compagnia della Fortezza Aniello Arena, Placido Calogero, Rosario Campana, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini,
Nicola Esposito, Alban Filipi, Pasquale Florio, Ibrahima Kandji, Carmelo Dino Lentinello, Antonino Mammino, Gianluca Matera, Edmond Parubi, Danilo Schina, Francesca Tisano,
Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto, Qin Hai Weng,
e la partecipazione dei giovanissimi Amelia Brunetti, Gregorio Mariottini, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja
con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi
organizzazione generale Cinzia de Felice
coordinamento Domenico Netti
amministrazione Isabella Brogi
curatrice Rossella Menna
social media partner Simone Pacini/fattiditeatro.it
Santo Genet Commediante e Martire
Come santi meravigliosi,
nell’atto dell’estasi, dell’oblio.
Perché quel corpo deve essere mitizzato,
non è il corpo del reato del reale,
ma è il corpo di chi si allontana dal reale,
dalla storia e dalla sua storia.
Tutte qualità e potenzialità nello stesso soggetto.
Genet non uccide, si uccide, si sacrifica.
Sacrifica il suo essere.
I suoi eroi vengono svuotati della loro realtà.
Ogni omicidio diventa un suicidio,
un morire a se stessi su un piano estetico.
Il teatro è la macchina del delitto.
La realtà diventa immagine reale
che si fa riflesso
che tradisce la realtà con tutta la sua arroganza.
Genet non è diversità
in una società convenzionale.
E’ mastro indicatore
di un modo di cercare altre possibilità.
E’ l’alchimista, colui che trasforma
la materia vile in oro.
Genet applica la crudeltà artaudiana
verso se stesso, verso la sua biografia,
trasformata, amputata di realismo,
in un monumento alla diversità,
all’esaltazione dell’inesaltabile.
Sulle scene siamo ancora al diritto di esistenza
delle diversità, alla ricerca di accoglienza,
tra le braccia sempre dello Stato attuale.
Il diritto di cittadinanza, la battaglia per i diritti,
il bisogno di entrare in seno all’esistente
che non è altro che proiezione
di un desiderio di essere Stato.
Il diritto è senza battaglia,
è l’essere fuori dallo Stato,
l’essere senza il desiderio di esserci.
Armando Punzo
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Info e acquisto biglietti:
Biglietteria di Palazzo Venezia
Via del Plebiscito, 118
da martedì a domenica ore 08:30-19:00
nei giorni dispettacolo anche ore 19:00-22:00
Biglietteria telefonica
tel. 06.32810410
Presso tutti i punti vendita Ticketone e sul sito www.ticketone.it
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