E’ solo questione di numeri: 21, vittoria, grande baldoria!

 

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La chiamano fortuna, e se invece fosse matematica? 21 è un film del 2008 diretto da Robert Luketic con Jim Sturgess, Kevin Spacey e Laurence Fishburne. Ben Campbell, studente del Massachussets Institute of Technology (MIT), una delle più importanti università di ricerca del mondo, cerca di entrare alla Harvard Medical School, ma i suoi problemi economici non gli permetterebbero l’ingresso. Decide così di fare domanda per ottenere una borsa di studio in grado di coprire tutte le spese necessarie per frequentare la prestigiosa università: tale finanziamento viene concesso a un solo studente all’anno. Ma qualcosa non va: nonostante il suo curriculum eccezionale, un andamento scolastico sempre al massimo e numerose menzioni e raccomandazioni, ciò che gli manca è un’esperienza di vita. Ben è un ragazzo di 21 anni che ha sempre dedicato la maggior parte del suo tempo allo studio per diventare qualcuno, dimenticandosi di vivere. Proprio durante la sua permanenza al MIT, Ben viene notato dal professore di matematica Mickey Rosa (Kevin Spacey) che lo introduce in un piccolo gruppo di ragazzi che sfruttano il loro cervello e il loro talento per i calcoli nel gioco d’azzardo, più precisamente nel gioco del blackjack.

Le parole erano numeri, e i numeri erano parole. Un sistema strategico ideato dalla squadra stessa: due esploratori e due puntatori. Gli esploratori giocano sempre la stessa puntata senza mai variarla. Siedono al tavolo, contano e aspettano che il tavolo sia caldo. A quel punto entrano in gioco i puntatori che, tenendo sempre il conto, puntano forte, il mazzo si sgonfia, e loro incassano. Conteggio, simboli, matematica, numeri, parole… superstizione? No, pura e semplice logica. Nessun numero fortunato o sfortunato, bisogna soltanto tenere il conto delle carte. Ma attenzione, bisogna sempre considerare la variabile. D’altronde quando si mette da parte la fortuna, forse questa trova un altro modo per non girare a tuo favore.
La squadra del MIT va a Las Vegas tutti i weekend e con questa loro, apparentemente, infallibile strategia si portano a casa cifre da capogiro. Però si sa, quando le cose vanno fin troppo bene, c’è sempre qualcosa nascosto dietro l’angolo a farti tornare alla realtà: le telecamere di sicurezza non sono installate senza motivo, c’è chi osserva, cerca e trova gli imbroglioni.

21 è un film che mette ben in chiaro due aspetti della vita d’azzardo: da un lato abbiamo la logica, la matematica. Tutto si basa su qualcosa di preciso, niente è casuale, non c’è fortuna o sfortuna; dall’altro abbiamo l’imposizione di una società che non accetta la “furbizia” del cervello. Preferisce, piuttosto, che la gente creda di essere fortunata, creda nella verità dei numeri e nella superstizione e non nella cruda realtà dell’intelligenza. Contare le carte a blackjack è illegale, lasciare tutto al caso no. Ora una domanda sorge spontanea: quale delle due si può considerare ludopatia? I numeri e la matematica o il caso? In ambo i casi occorre «sempre tener conto del cambio di variabili».

Lorenzo Talotti

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