A Vicopisano un percorso per celebrare gli 80 anni dalla Liberazione
Vicopisano – La Biblioteca Franco Serantini e l’ Anpi di Vicopisano – sezione Petri, in occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo organizzano con il patrocinio del Comune di Vicopisano una Mostra documentaria della Liberazione della provincia di Pisa realizzata attraverso i documenti di archivio resi disponibili dalla Biblioteca Franco Serantini

La mostra si terrà dal 05 al 13 aprile nelle ex scuole di Piazza Cavalca a Vicopisano
L’esposizione, sarà inaugurata alle 10:00 del 5 aprile, e rimarrà aperta al pubblico il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, con ingresso libero e gratuito.
La mostra, articolata in diversi pannelli tematici, ha come obiettivo quello di raccogliere alcuni importanti documenti relativi alla Resistenza e alla Liberazione in provincia di Pisa, al fine di costruire una mostra fisica itinerante e virtuale per proporre un racconto accessibile e coinvolgente aperto alla cittadinanza.
Gli archivi storici racchiudono un patrimonio prezioso in grado di raccontare le vicende del territorio e delle comunità che lo hanno popolato. Questa mostra vuole proporre un racconto della Liberazione della provincia di Pisa attraverso alcuni di questi documenti, provenienti da vari archivi territoriali.
Per la provincia di Pisa possiamo identificare 4 diverse fasi:
- la prima va dallo sfollamento dalla città dopo il bombardamento del 31 agosto alla fine del febbraio 1944, con i bandi di arruolamento della RSI;
- la seconda vede i primi episodi di insubordinazione al potere repubblichino e il rafforzamento delle prime bande partigiane nella primavera del 1944;
- la terza la liberazione di gran parte del territorio provinciale nel luglio 1944 e l’arrivo dell’esercito alleato sull’Arno;
- la quarta dal settembre 1944 con la liberazione completa della provincia alla fine della guerra.

Molti i temi presi in esame dalla mostra:
- I bombardamenti. I bombardamenti che furono utilizzati per mettere fuori uso gli impianti industriali e le infrastrutture, ma anche come atroce strumento di pressione sulla popolazione. In un contesto sempre più teso, tra l’arresto di Mussolini del 25 luglio e la firma dell’armistizio resa nota l’8 settembre, avvenne il bombardamento di Pisa del 31 agosto 1943, con effetti devastanti e un numero imprecisato di morti, sicuramente oltre 700.
- La vicenda e la storia dell’aeroporto militare di Metato, nel Comune di San Giuliano Terme. L’aeroporto ospita una trentina di aerei da caccia e ha l’obiettivo di rispondere a eventuali incursioni aeree da parte degli angloamericani. Questo, però, non accadde e il 31 agosto la città venne bombardata
- La Repubblica Sociale Italiana. Il settembre 1943 è un mese decisivo, con l’armistizio tra il capo del governo Piero Badoglio e gli angloamericani, l’esercito nazista mette in atto il piano di occupazione e neutralizzazione dell’esercito, quindi libera Benito Mussolini dalla prigionia. Pochi giorni dopo viene costituita la Repubblica Sociale Italiana (RSI). Nascono le federazioni del Fascio Repubblicano, con l’organizzazione della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), oltre alla creazione in funzione antipartigiana delle Brigate Nere e di alcune bande autonome.
- L’occupazione tedesca. L’arresto di Mussolini non coglie impreparato l’alleato tedesco. Da mesi a Berlino il regime nazista monitorava la situazione italiana e preparava piani di occupazione della penisola. Da agosto quindi il comando supremo della Wehrmacht sposta in Italia quattro comandi di corpo d’armata e otto divisioni. L’armistizio reso pubblico l’8 settembre vede il territorio italiano già presidiato dalle forze armate tedesche. Viene subito definita la struttura di occupazione della penisola e si procede al disarmo dell’esercito italiano e alla conquista dei punti strategici. Gli episodi di resistenza da parte dell’esercito generano moltissimi incidenti drammatici
- Saccheggi e sabotaggi. Tra le pratiche di resistenza della popolazione nel territorio pisano c’è anche quella dei sabotaggi, dalle modifiche alla cartellonistica per confondere gli occupanti alla disposizione di chiodi sul manto stradale per mettere fuori uso i camion militari, dall’interruzione delle linee ferroviarie con l’esplosione di ordigni, al taglio delle linee telefoniche, dal furto di materiali dai magazzini agli attentati diretti. L’obiettivo è chiaro ed esposto nel volantino partigiano qui riportato: “ostacolare il nemico con ogni mezzo”, ma a carissimo prezzo anche per i civili.
- La famiglia Giglioli. Il 12 aprile 1944 alcuni ufficiali tedeschi si presentarono a casa della famiglia Giglioli, comunicando la requisizione dell’abitazione e l’ordine di sgombero. La casa era quasi alla fine di via di Cisanello ed era circondata da terreni agricoli e case rustiche, sempre di proprietà dei Giglioli, abitate da contadini. Costanza Stocker, moglie di Italo Giglioli, l’aveva acquistata alla fine degli anni Trenta e qui conservava la biblioteca e l’archivio della famiglia, un tesoro di avventure politiche e scientifiche. Morirono molte persone.
- Le stragi a Pisa. Nella provincia di Pisa, fra il marzo e il settembre 1944, furono numerosi gli episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti. Sulla base dei dati raccolti nell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia (a cura di ANPI e INSMLI) risultano 61 casi di stragi, per un totale di 388 vittime accertate
- La Resistenza sul Monte Pisano. Nei dintorni di Pisa l’attività antifascista si sviluppa fino dal termine del 1943, in particolare nelle zone di sfollamento dove il sovraffollamento rendeva più difficili i controlli. Alle azioni di sabotaggio si aggiunsero la distribuzione di volantini sovversivi e la costruzione di reti di collaborazione resistenziale.
- Coltano. I Partigiani di Coltano e la formazione denominata Audace, in un territorio divenuto terra di nessuno per molteplici aspetti.
- La Liberazione. Un paio di mesi dopo i sopravvissuti poterono girarsi indietro e iniziare a fare i conti con quanto era successo: “La guerra ha schiantato la nostra città, è vero. Non c’è strada che non mostri le sue ferite, non c’è piazza senza piaga. Non abbiamo più ponti, né luce, né acqua e questo da mesi. Quarantacinque giorni di assedio hanno permesso alle artiglierie di frugare nelle più gelose strade della nostra Pisa. I biondi barbari hanno frantumato con la dinamite le case e le difese sul fiume. L’Arno ci ha inondato e ancor oggi sono visibili le nuove rovine. Tutta la città è un triste scenario di case crollate, di interi quartieri rasi al suolo, di ingabbiature annerite, di pareti smozzicate e rose dagli incendi. Il Mezzogiorno non può più comunicare con Tramontana, una delle ultime nostre torri è crollata in Arno, il Camposanto vecchio è stato incendiato, le antiche mura violate dalle esplosioni. Ma Pisa non è morta. Ha solo chiuso gli stanchi occhi per non vedere tanto scempio, per non contare le troppe ferite.” (Corriere dell’Arno, 23 novembre 1944).
Invitiamo la cittadinanza a visitare questo importante percorso e ringraziamo l’Anpi di Vicopisano e la Biblioteca Serantini per aver ideato questo momento di ricordo, riflessione e di conoscenza.
#80anni
Credit foto e testo: BFS
- “Scalpiccii sotto i platani” di Elisabetta Salvatori - 21 Aprile 2025
- “Uliano Martini. Una storia di arte e umanità” - 9 Aprile 2025
- Lettura pubblica del Manifesto di Ventotene - 9 Aprile 2025