Parlando con SARA FERRAIOLI di MDS EDITORE
Ogni giorno ci viene detto quanto la cultura, la conoscenza e la bellezza siano valori da coltivare e preservare, strumenti preziosi di crescita come individui e cittadini, collante sociale, fondante la nostra identità e il nostro senso di appartenenza. Enunciati di principio impeccabili sulla carta ma che troppo spesso risuonano nelle nostre orecchie come vuoti, complici i nostri ritmi di vita frenetici e una certa assuefazione/disaffezione verso ciò che di bello ci circonda. Parliamo tanto di bellezza, di quanto il mondo ne abbia bisogno, ma poi, nei fatti, vivere di cultura sembra, oggi, una sfida per sognatori idealisti.
Ecco, l’esperienza di MdS Editore (http://www.mdseditore.it/)sembra smentire tutto questo e anzi dimostrarci esattamente il contrario. Si può fare impresa con la cultura e lo si può fare in modo etico e oggi MdS, grazie alle parole di una delle sue fondatrici, Sara Ferraioli, ci racconta proprio questo.
MdS Editore è una casa editrice indipendente, nata nel 2012 dalla passione di tre ex studenti universitari. Da dove ha preso avvio questo ambizioso progetto?
Dal desiderio di fare della nostra passione e delle nostre competenze un lavoro e per dare un senso ai nostri studi universitari, ma la scintilla è stata quella di rilevare una casa editrice già esistente come era Manidistrega.
MdS è una casa editrice giovane e in crescita, pubblica diversi titoli dal forte contenuto sociale e lo fa in modo etico, assumendosi il rischio di non volere essere una casa editrice a pagamento. Cosa vi ha spinto a una scelta di questo tipo?
Il panorama della piccola editoria locale è per molti versi desolante, ma senza entrare nel merito, mi limito a dire che il problema più grave è quello della “vanity press”, l’editoria a pagamento è il contrario dell’essere editori. E’ un comportamento che sfrutta un desiderio cui non corrisponde alcuna capacità per pubblicare ciò che non dovrebbe mai neppure essere scritto: è bene che ci si ricordi sempre che tutto è già stato detto dai Greci. Ovviamente vi è anche un aspetto etico, un editore ha un ruolo e una presenza sociale, è in qualche modo un soggetto pubblico, e di questo deve rendere conto con comportamenti più che rigorosi.
Il mondo dell’editoria è in fortissima crisi e l’Italia resta ad oggi uno dei paesi in cui si legge di meno. Esiste una formula per vincere tale disaffezione e che ruolo può giocare una realtà editoriale come la vostra nel raccogliere questa sfida?
No, una formula non esiste, esistono tante piccole e grandi cose che ciascuno può fare. La prima in assoluto è smettere di lamentarsi e pensare che ormai tutto sia perso in partenza. Abbiamo bisogno che tutte le intelligenze siano al lavoro e che forniscano il loro contributo. E’ noto che Einstein vedeva l’aspetto positivo della crisi, la crisi obbliga a pensare e agire in modo diverso da quello fatto precedentemente. Naturalmente tra le cose da fare esistono anche ciò che devono istituzionalmente fare gli enti pubblici. E’ da sfatare il mito che “i Grandi”, o ”le grandi concentrazioni”, impediscono ai piccoli di esistere. E’ solo un alibi, tanto più inconsistente con l’avvento dei social network che avvicinano al proprio pubblico di riferimento in una maniera che non era possibile in passato.
Tante le pubblicazioni di MdS fino ad oggi. Uno dei lavoro a cui siete più affezionati?
Senza dubbio “Mia Story” il titolo di Francesca Petrucci della collana “I cuccioli”. E’ il libro che ha superato le mille copie vendute ma che più di ogni altro esprime la filosofia di Mds: un libro con un messaggio forte per i piccoli lettori (e per i loro genitori) e con un intento sociale molto chiaro: aiutare i canili attraverso i diritti che autore ed editore versano loro. Tra l’altro proprio pochi giorni fa ne è uscita la continuazione ideale con “Basta una coda”, storia di un bambino a cui manca il cane, morto da tempo, lo chiede con un’appassionata letterina a Babbo Natale, che “a sorpresa” rifiuta di regalare un essere vivente come un qualsiasi peluche
In Italia il panorama dell’editoria indipendente è una realtà significativa, ma che rischia di essere surclassata dai grandi gruppi editoriali. Quanto è difficile farsi spazio tra competitors così forti?
Mah, se è vero che i grandi gruppi tendono ad avere prodotti omologati, non penso che Mondadori, tanto per essere chiari, rinuncerà mai a pubblicare i suoi Meridiani che sono la collana più importante dell’editoria italiana. Lo accennavo anche prima, lavoriamo su scale diverse e non penso che lo scopo dei grandi sia quello di far morire i piccoli, dalla cui funzione sperimentale peraltro traggono beneficio. E poi, visto che molti in Italia storcono il naso e non comprano libri, ricordo che i libri commerciali servono anche a produrre titoli di qualità con alti costi e poco margine. Dipende, in ogni caso dalla capacità e dalla chiarezza sul proprio business, che essendo business culturale è oltremodo difficile. Esistono piuttosto difficoltà strutturali: gli aspetti distributivi, la capacità, ma anche la possibilità economica da parte di un libraio di gestire il proprio assortimento, e lo spazio sempre insufficiente che la carta stampata ci dedica.
MdS nasce in Toscana. Quanto conta per voi avere un solido radicamento sul territorio?
Questa è una domanda molto interessante, al punto che l’ultimo nostro concorso artistico letterario si intitolava non a caso Radicamenti e chiedeva proprio di riflettere sulle proprie origini geografiche e storico culturali. Noi viviamo in una regione che della bellezza e della cultura, ha fatto una ragione d’essere. Questo vale però più per il passato che per il presente nel quale, ogni investimento culturale incontra difficoltà enormi, nonostante il ritorno dell’investimento sia ampiamente positivo tanto in termini economici quanto in termini sociali. Il problema vero è piuttosto sconfiggere il localismo e avere un sguardo sul mondo. È per questo che nel nostro catalogo è presente un autore come Ermanno Bencivenga, professore all’università della California, che ha pubblicato con i più importanti editori italiani e americani.
Molti i progetti che gravitano intorno a MdS (penso alla rivista online ManidiStrega o al vostro concorso letterario).
In effetti abbiamo aperto molti “cantieri” e questo è possibile grazie alla rete di amici e collaboratori che ci supporta e senza la quale nulla sarebbe possibile. La rivista on line Manidistrega.it, è uno di questi cantieri e nasce dalla volontà di creare uno spazio di discussione intorno a problemi che ci stanno a cuore. Fra i progetti intrapresi quello che avrà un seguito anche per il 2016 è sicuramente quello con la Casa Circondariale di Pisa: il progetto di scrittura in carcere con un gruppo di detenuti e che ha prodotto l’antologia Favolare. Questo progetto, fortemente voluto da Antonia Casini, giornalista de “La Nazione” e autrice di “Diversamente amore”, ha avuto il gradimento del ministero della giustizia e i risultati ci hanno convinto a continuare, grazie anche alla collaborazione del direttore del carcere Fabio Prestopino e al gruppo degli educatori.
Parlando del 2016, oramai alle porte, quali sono i progetti in ballo per il futuro?
Prima di parlare dei progetti futuri voglio ricordare alcuni libri importanti. Il primo è sicuramente “Sulle spallette alle nove, storia di una notte pisana”, perché è un romanzo collettivo e tale era la fiducia nel suo curatore, Fabrizio Bartelloni, che il contratto venne firmato prima che fosse stesa una riga. Sfida vinta con successo, Fabrizio ha saputo coordinare tante individualità e dare forma unitaria di romanzo ai diversi contributi degli autori di questo progetto. E’ una storia che parla di Pisa, parla delle vite di giovani d’oggi, della voglia di farcela e del tradimento delle proprie idee, e di quella cosa terribile che è la mancanza di comunicazione, ovvero il mancato ascolto dell’altro.
Per il 2016 abbiamo un calendario davvero intenso, con quasi due uscite mensili; fra i titoli già definiti vi è la riedizione del libro di Athos Bigongiali, “Una città proletaria”, sui movimenti anarchici del primo ‘900, testo che fu un successo degli anni ’90, nelle storica collana di Sellerio “La memoria”. Si tratta propriamente di una nuova edizione perché avrà due nuovi capitoli, e la versione e-book del libro avrà anche dei contenuti extra che daranno conto di tutto ciò che successe nella Pisa di allora. Avremo poi un volume antologico, un vero e proprio esperimento letterario, ispirato a un noto libro di un altrettanto noto autore che purtroppo è stato dimenticato dalla critica e dai lettori. Poi molti romanzi, un libro di racconti di Giovanni Vannozzi, e un nuovo volume della collana “Tellus”, un libro sul giardino scritto da uno dei più importanti vivaisti e giardinieri d’Italia. Insomma un 2016 di grande lavoro.
Biancamaria Majorana
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