Dopo i grandi spostamenti “virtuali” degli ultimi mesi, Tuttomondo ha deciso a Giugno di restare nelle vicinanze, scegliendo infatti una nazione confinante con l’Italia: La Svizzera.
Questa piccola nazione è, uno, forse addirittura, il più antico stato europeo, nonostante non abbia le caratteristiche che connotano a uno stato una vera e propria identità nazionale vale a dire la lingua e la religione. La Svizzera è riuscita con la sua neutralità a sorpassare indenne tutte le grandi devastazioni europee. Creando così uno stato quasi invisibile ai conflitti e diatribe, che si regge, però, solitamente, su un percorso storico comune, alcuni miti nazionali e i suoi fondamenti istituzionali, primo fra tutti, appunto, la neutralità.
Circondata da confini naturali, questo piccolo e incontaminato stato, dove regna la pace e la tranquillità, è diventata una meta ambita da turisti amanti del trekking e delle grandi pedalate immersi nella natura.
La Svizzera è divisa in 26 cantoni autonomi ed i suoi otto milioni di abitanti sono concentrati sopratutto nelle otto città principali, essenzialmente a Zurigo e Ginevra. La sua capitale Berna, è una vera e propria chicca, totalmente differente dalle grandi e affollate metropoli europee, con il suo centro storico racchiuso da un’ansa del fiume Aar.
In Svizzera si parlano le tre lingue appartenenti ai paesi confinanti: l’italiano, il francese e tedesco. La religione cattolica è la più diffusa, ma è praticata da meno del quaranta per cento della popolazione. Ma nonostante queste incongruenze la Svizzera è uno dei paesi economicamente più prosperi al mondo, con due terzi della popolazione occupati nel settore terziario e un terzo nel secondario. Le sue due grandi città: Zurigo e Ginevra, vengono spesso considerate come i posti con la qualità di vita più elevata al mondo.
Ovviamente in quest’oasi di tranquillità, il cibo, fa la sua parte. Anche qui, come nella lingua e nella religione, non esiste un’identità precisa. La cucina infatti, mescola e prende spunto da quella italiana, francese e tedesca. Ma nonostante i molti piatti interessanti e particolari, la prima volta, che si parla del cibo svizzero, è d’obbligo parlare della fonduta.
Nonostante possa sembrare un piatto invernale, io, della fonduta, amo in modo particolare, la condivisione che questo piatto porta sulle tavole, e trovo ottima l’idea di poterlo gustare magari in giardino in un’afosa serata estiva. La fonduta, infatti, viene preparata con una base di formaggi a pasta dura che vengono sciolti in un pentolino, tipico, che prende il nome di caquelon, solitamente una casseruola di ghisa, terracotta o porcellana. Una volta sciolti i formaggi; il caquelon, viene portato al centro del tavolo, su un supporto metallico, sotto al quale viene messa una fonte di calore, solitamente una candela, che mantiene la fonduta alla temperatura ottimale per tutta la durata del pasto. I commensali, intingono nel formaggio fuso, pezzi di pane o patate lesse, con un’apposita forchetta.
Ecco quindi la ricetta:
- Formaggio raclette grattugiato 250gr
- Formaggio Gruyere grattugiato 375gr
- Formaggio Sbriz grattugiato 375gr
- Aglio 10gr
- Succo di limone 1 cucchiaio
- Pepe b.
- Noce moscata q.b.
- Vino bianco 500ml
- Amido di mais 12,5gr
- Pane
Procedimento:
Sbucciate l’aglio e strusciatelo sul fondo del caquelon, portate a ebollizione i tre tipi di formaggi grattugiati, aggiungete l’amido di mais e continuate a mescolare. Intingete ora il pane o le patate lesse nella fonduta, che manterrete calda con la candela sottostante.
Potete effettuare lo stesso procedimento anche con la cioccolata per una deliziosa fonduta dolce.
Dario Soriani
- Gianfranco Chiavacci: tra pittura e binarietà - 15 Febbraio 2021
- Bill Viola a Firenze. Una mostra senza tempo - 10 Luglio 2017
- A Pisa si festeggia il Towel Day all’Orsa Minore - 24 Maggio 2017