Intervista all’Assessore Ferrante: Teatro e Letteratura
PISA – Non c’è niente di più variegato, a Pisa, della cultura che la abita e che la fa vivere ogni giorno.
Abbiamo parlato con l’assessore Andrea Ferrante, che della cultura cittadina detiene la delega da poco più di due anni, di ciò che c’è, di ciò che ci dovrebbe essere e di ciò che ci sarà, toccando tutti gli àmbiti di cui solitamente ci occupiamo.
Assessore, partiamo dal Teatro Verdi, che nel 2017 festeggia 150 anni. Cosa è previsto?
«Il Comune, anche in occasione del 150esimo, ha deliberato un incremento del finanziamento. Detto ciò, per programmi e altri dettagli ci affidiamo completamente alla direzione artistica del teatro, abbiamo molta fiducia nel nuovo direttore Stefano Vizioli. Ci sembra molto intraprendente e con idee artistiche nuove e va sicuramente incoraggiato e sostenuto. Sappiamo che oltre alla programmazione ordinaria ci sarà un grande concerto, ma non posso dire di più».
Quando sarà il clou, settembre?
«Forse più avanti, ma dobbiamo parlare con loro. Potremmo organizzare un incontro con i direttori artistici e con il presidente Giuseppe Toscano».
Ci saranno anche eventi collaterali?
«So che il teatro vorrà aprire un dialogo diretto con l’Internet Festival e con altre realtà. La filosofia del nuovo direttore è quella di aprire sempre di più il teatro alla città e a tutte le realtà che qui vivono e operano».
Oltre al Verdi ci sono altri teatri. Che cosa è stato fatto per loro?
«Tra maggio e giugno lavoreremo con l’associazione Nuovissimo per mettere in campo la nuova programmazione, quest’anno siamo partiti a stagione ormai iniziata ma possiamo dire che abbiamo lanciato l’idea nella giusta maniera e che la città l’ha recepita. Alcune iniziative hanno avuto anche un discreto successo, penso a Celestini ad esempio. Adesso è importante mettere in piedi un’attività con una sua identità, stabile e di ampio respiro.
Teatro Rossi.
«È un po’ prematuro parlarne, ma stiamo lavorando e si sta studiando un’ipotesi di adeguamento minimo della struttura e una precisazione anche dei termini di una possibile gestione. Sono stati fatti dei passi avanti, adesso aspettiamo di capire se la Regione nella variazione di bilancio metterà a disposizione qualche risorsa per i primi interventi. Abbiamo avuti incontri sia con la Regione che con la sovrintendenza: come sapete il bene l’immobile è demaniale ma concesso al Ministero, e rimane la spinta decisiva di chi finora ha gestito lo spazio».
Teatro Lux.
«Stiamo cercando di mettere a punto una convenzione anche se non onerosa per il Comune, che riconosca la funzione di quel luogo».
State facendo qualcosa anche per le compagnie teatrali che esistono e che operano in città?
«Vorremmo che lo spazio del Nuovo diventasse fruibile anche per loro, ma non è uno spazio di proprietà del Comune. Stiamo cercando di studiare una formula per concedere degli spazi del Comune in maniera non onerosa, ma ci sono parecchie difficoltà procedurali e regolamentali. Al momento non sembra possibile».
Ma ci sarebbero degli spazi idonei da voi individuati?
«A me piacerebbe che venissero utilizzati a questo fine anche spazi che avrebbero anche altre vocazioni perché io non vedo una separazione netta tra le varie forme di arte o discipline. Mi piacerebbe anzi che tra queste ci fosse un dialogo. Penso al Centro Espositivo Sms, dove ad esempio potrebbero starci anche compagnie che preparano delle performance in occasione di vernissage, o ai finissage, ma andrebbe tutto costruito e non ci incoraggiano le posizioni degli uffici».
Parliamo di Danteprima, il festival dantesco che avrà luogo in città dal 25 al 28 maggio.
«Dopo la conferenza stampa di pochi giorni fa, il programma verrà presentato al Salone di Torino e di Milano. È un festival organizzato in collaborazione con importanti partnership: Scuola Normale, Scuola Sant’Anna, Università di Pisa, Regione, Palazzo Blu, Museo della Grafica, Arsenale e la Primaziale, che ha concesso l’uso della Torre. Contiamo che sia un evento di grande richiamo, soprattutto il concerto di Nicola Piovani in piazza dei Cavalieri. È l’unico evento a bigliettazione, anche se i prezzi saranno popolari perché vogliamo che sia un regalo alla città, un festival della città ad alta partecipazione cittadina. Poi l’evento sotto la Torre con Fabrizio Gifuni che leggerà Dante (riprendendo ciò che fece Carmelo Bene a Bologna dalla Torre degli Asinelli) meriterà davvero. Saranno quattro giorni molto emozionanti perché tutto ciò che vedremo e ascolteremo resterà nella memoria della nostra città».
Altre location previste?
«Al Sant’Andrea ci saranno quattro repliche di uno spettacolo su Dante per bambini. Il percorso su Pisa medievale curato dal professor Marco Collareta (lo scorso anno molto successo ebbe quello su Pisa dantesca curata dal professor Franceschini), tre conferenze con relatori molto importanti (Blasucci, Mancuso e Settis), una conferenza sul diritto al tempo di Dante alla Sant’Anna, mentre all’Arsenale sarà proiettato il video tratto dallo spettacolo su Dante fatto dal Societas Rafaello Sanzio al Festival di Avignone».
Riuscirà Pisa ad essere riconosciuta come città dantesca?
«Questo vorremmo. Dirò di più, anche se è un discorso più generale: stiamo lavorando a uno spazio aperto nel centro della città, una specie di caffè letterario (che potrebbe essere all’aperto o al chiuso) dove librerie, case editrici, associazioni, potrebbero organizzare dibattiti, presentazioni di libri, letture ed eventi culturali».
Le biblioteche.
« Sulle Officine Garibaldi la competenza è della Provincia, ma posso dirvi che il bando è stato assegnato. Per la biblioteca provinciale è stato concluso un accordo con la rete di Bibliolandia per dare nell’immediato una sorta di continuità (al momento gli orari sono minimi). Per la biblioteca Serantini cerchiamo di coinvolgere anche l’Università per cercare di risolvere il loro problema, ci stiamo lavorando».
E la Domus Mazziniana?
«Non è di competenza comunale, anche se è stata superata la gestione commissariale e adesso è stato fatto un nuovo accordo con gli amici dei musei per garantirne l’apertura, assieme a un addetto della biblioteca Bup».
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