LUCCA – Giovedì 1 giugno nella centralissima piazza Cittadella si è rinnovato uno degli appuntamenti dell’estate lucchese più amati tanto dal pubblico internazionale quanto da quello autoctono: le Cartoline pucciniane, rassegna promossa e realizzata dal Teatro del Giglio e dalla Fondazione Giacomo Puccini. Questo primo incontro è stato interamente dedicato a La Bohème, uno dei titoli del maestro lucchese più amati dal grande pubblico.
Il pubblico si è lasciato trasportare nella Parigi fin de siècle, carica di quel sentore bohémien, dalla selezione dei più celebri brani di quest’opera in cui Puccini fa avvertire allo spettatore l’odore spesso e antico della soffitta: da Che gelida manina a Sì, mi chiamano Mimì, a O soave fanciulla, a Quando men vo’ soletta per la via. Insomma, una selezione non prolissa ma che ha efficacemente evocato lo spirito de La Bohème.
Naturalmente in questo hanno avuto un ruolo determinante gli interpreti che hanno dato vita a questo piccolo ma gustoso scorcio operistico, a cominciare dal M° Massimo Morelli che ha accompagnato al pianoforte l’intera esecuzione. Sempre discreto, ma anche un supporto sicuro per i cantanti, Morelli ha eseguito la riduzione pianistica della partitura orchestrale in modo esemplare, caratterizzandola con quei tipi accenti pucciniani diafani e impalpabili.
Bravo il baritono Ricardo Crampton, che per l’occasione ha ricoperto il ruolo di Marcello, molto buona l’intonazione e la chiarezza nella dizione anche se – a gusto personale – preferisco per questo tipo di voce un timbro più scuro e più intenso.
Sulla performance del tenore Tiziano Barontini preferirei non entrare troppo nel merito dato che, purtroppo, non era in perfetta forma e la sua bella voce ne ha risentito. Si è percepito distintamente che il ruolo di Rodolfo l’ha ben interiorizzato, anzi direi che se ne è persino appropriato, ed è riuscito a infondere nella sua interpretazione una componente emozionale molto interessante; tuttavia ci sono stati dei problemi nell’intonazione (soprattutto nella regione acuta) e nella precisione di alcune dinamiche dovute al suo stato di salute e che quindi non sarebbe corretto giudicare.
Molto buona la componente femminile, che ne La Bohème (versione estesa o Cartolina) è costituita da due soli personaggi: Mimì e Musette. Interprete della protagonista era il soprano Annalisa D’Agosto, stupenda voce squillante e corposa che ha saputo interpretare al meglio i momenti più patetici (nel senso del pathos) della partitura, anche se forse talvolta ha un po’ ecceduto in pesantezza. Ottima Maria Veronica Granatiero, totalmente a suo agio nel ruolo di Musetta, a cominciare dal sopracitato valzer Quando men vo’. La sua vocalità flessuosa e perfettamente controllata hanno regalato al pubblico che si è radunato davanti a Casa Puccini un’interpretazione coinvolgente, ora leggera e ironica, ora patetica e accorata, di cui si conserverà sicuramente un buon ricordo.
A parte le considerazioni sui singoli interpreti, desidero rivolgere a tutti e quattro un personale apprezzamento per l’esecuzione del difficilissimo quartetto dell’Atto III e per come – seppure all’aperto – siano riusciti a rendere la tridimensionalità di una recita a teatro, cantando ad esempio fuori dal palco, oppure nascosti alla vista; molto buona anche la recitazione che, seppur appena accennata, ha comunque svolto un importante ruolo nella buona riuscita della Cartolina.
Photocredit: Lorenzo Breschi; per la copertina foto di Filippo Brancoli Pantera.
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