Caffè dell’Ussero: un’istituzione pisana di grande fascino

PISA – Vi sono luoghi, all’interno di ogni città che testimoniano momenti e intere epoche della vita della città stessa. Questi luoghi che vedono scorrere la quotidianità, ma anche la storia, la gente, la cultura, la politica sono i caffè letterari.
Essi rappresentano da sempre antichi ritrovi privilegiati di intellettuali e pensatori. Fa uno strano effetto respirare all’interno di quei locali, sulle cui mura sembra esserci ancora traccia di poesia e arte: le parole sembrano essere rimaste appese in tutta la loro maestosità; sono là, penzolano dal soffitto, o forse appaiono solo a chi le sa vedere. Ancora oggi tra una tazzina di caffè e un cappuccino, si ritrova l’aroma e lo spirito del luogo.

Balzac li definisce un’istituzione e che grandezza attribuisce!
Quella dei caffè letterari era una moda, una consuetudine ed infine un mito. Moltissimi sono i personaggi che li frequentavano e infiniti sono coloro che ne parlano, coloro che ne scrivono, coloro che li ritraggono.
Nei caffè sedevano il giornalismo, l’arte, la legge, la politica. La storia letteraria e artistica tra Ottocento e Novecento trova in questi locali la sede principale, il punto d’incontro e scambio di idee, in particolare vi fiorirono movimenti come il Futurismo, e le neoavanguardie: è da questi luoghi che sono passate le più importanti tendenze letterarie ed artistiche.

Giovanni Boldini- Conversazione al Caffè

 

Pisa, da millenni importante nodo di traffici commerciali, porto etrusco prima e romano poi e infine Repubblica Marinara ha sempre ospitato illustri viaggiatori nei suoi palazzi. I soleggiati lungarni pisani sui quali apre i battenti il Caffè dell’Ussero costituiscono il principale luogo di incontro per tutti coloro che a metà Ottocento aderirono agli ideali liberali.

”Varcata la soglia, improvvisamente si avverte che la collocazione nel tempo galleggia in un’era imprecisata del passato, disarmonica col suo contenitore” Ecco che allora, la mente si sforza: in fondo l’Ussero esiste dalla fine del 1700, perchè mai non dovrebbe suscitare un interesse particolare?

Lunga e appassionante è la storia del Caffè letterario pisano,appartenente alla famiglia Agostini Fantini Venerosi della Seta. Tra i primi caffè letterari d’Italia, fondato nel 1775, precede di molto la nascita anche dei famosi caffè letterari fiorentini come il Caffè MIchelangelo (1848) il Caffè Giubbe Rosse (1897), il Caffè Valiani di Pistoia (1831) e l’Antico Caffè sulle mura a Lucca (1840).  Ci limitermo a ricordare che la Pisa settecentesca era una meta molto ambita e faceva parte del Gran Tour di poeti e pittori. Il suo clima mite, i vicini Bagni termali di San Giuliano Terme, i suoi splendidi Colungarni la rendevano molto apprezzata dalla nobiltà straniera. Da fine Settecento ai primi anni del Novecento molto si potrebbe raccontare intorno a questo locale e ai suoi frequentatori, dal periodo postgiacobino alla Giovane Italia, dai moti di metà ottocento all’Unità d’Italia, tutti i maggiori personaggi, sono passati da qui.

Numerose testimonianze affermano che tale luogo è stata la meta preferita degli studenti e dei professori di idee più avanzate dell’Ateneo pisano, i quali solevano riunirsi in queste salette non solo per giocare al biliardo, ma per discutere di politica e commentare le gazzette che riferivano di moti carbonari nelle Romagne, negli Stati Pontifici o nel Napoletano. Fu proprio per esser salito su un tavolino dell’Ussero a declamare ad alta voce una di queste notizie che lo studente livornese Francesco Domenico Guerrazzi fu sospeso per un anno dall’Università.
Ma ogni occasione, dal superamento di un esame al conferimento della laurea, costituiva un buon motivo per correre all’Ussero a festeggiare.
Un’ipotesi romantica farebbe derivare il nome dal fatto che, nei locali di Palazzo Agostini, sarebbe stato imprigionato e murato vivo un Ussero francese, il cui fantasma farebbe risuonare le catene con le quali era stato legato; la leggenda deriva dal ritrovamento di alcune ossa nel corso di lavori di ristrutturazione del palazzo.

 

Oggi il caffè vive ormai la contraddizione del tempo libero nella cultura contemporane dei paesi più sviluppati,che vedono aumentare il valore sociale attribuito al tempo del ”non lavoro ” con maggiori possibilità e alternative di divertimento collettivo e sempre minor tempo a disposizione nel singolo.

Il Caffè era invece nato per essere frequentato da clienti abitudinari, intellettuali oziosi, che lì potevano conversare tranquillamente, leggiucchiando di fronte ad una tazzina fumante.
Il mito della velocità sembra concedere la lentezza dei caffè letterari ad un lusso per pochi.
Rimane comunque la sicurezza che il caffè sia una bevanda universale, amata piacevolmente da tutti e con quale leggerezza gli si dedica persino una cantata!

“Ah! Come è dolce il sapore del caffè! Più dolce di mille baci, più dolce di un vino moscato!”
J.S. Bach -La cantata del caffè

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