Dal nostro passato al nostro futuro
Avete mai ricevuto un regalo da 30.000.000 di euro? Per quanti non lo sapessero, gran parte degli investimenti in opere pubbliche che costituiscono il PIUSS (piano integrato di sviluppo urbano sostenibile) che ammontano complessivamente a oltre 30 milioni di euro, verrà investita per il progetto di riqualificazione urbana dell’area della Cittadella, con l’attivazione di spazi espositivi, aree per spettacoli e sportive, servizi di ristorazione e tanto altro, da integrare al Museo delle Navi romane in corso di allestimento nei locali degli arsenali Medicei. Il progetto, opera degli architetti Mario Pasqualetti e Fabio Deole, prevederà la ricostruzione degli arsenali repubblicani, la rifunzionalizzazione della torre Guelfa e del Fortilizio della Cittadella.
Ma siamo sicuri di conoscere il valore storico dei monumenta pisani che ci saranno restituiti in veste nuova? La zona sulla quale verranno investiti così tanti fondi è stata il cuore propulsivo della forza e della potenza di Pisa Repubblica marinara: la sua Tersana – o darsena, così come la definiscono le carte medievali – era un’area di notevole estensione (40.000 mq ca.) che sorgeva all’esterno del lato ovest del circuito murario e che nacque come zona di stoccaggio merci. L’area, cominciatasi a strutturare attorno al 1200, era composta da un numero stimato di 60 corsie che si snodavano sui suoi 4 lati. La sua funzione era quella di armare, custodire e riparare le imbarcazioni della flotta navale pisana, e per fare ciò, al suo interno venne allestito un grande specchio d’acqua in contatto con il fiume Arno e alimentato da un ramo dell’Auser. La costruzione vera e propria delle navi militari avveniva invece nelle immediate adiacenze, ovvero nei pressi della odierna Chiesa di S. Vito e, in modo speculare, nell’area antistante al cenobio di S. Paolo a Ripa d’Arno.
Un luogo strategicamente “sensibile” e nevralgico della città, che per questo motivo venne difeso da un sistema di torrificazioni (parliamo della torre Ghibellina e della torre del Canto, oggi semi distrutte a causa dei bombardamenti del ‘900) e recintato da mura, come la tavola di anonimo della metà del ‘400 raffigurante S. Nicola da Tolentino che benedice la città, custodita nella chiesa eponima, (l’unica fonte iconografica a noi disponibile ancora oggi) testimonia. Fu Iacopo d’Appiano, che nel 1394 convertì tutto il sistema della darsena in una vera e propria fortezza turrita e circondata da una bella cinta merlata, con sistema di rafforzamenti delle porte e delle antemurali preesistenti.
Un’area dunque, quella della darsena, che ha custodito i gioielli e il vanto della flotta della città nel pieno del suo vigore militare e commerciale, ma che ha anche assistito ai suoi momenti di debolezza, una volta che nel 1406 venne convertita in cittadella per milizie terrestri per mano dei fiorentini, i quali la svilupparono in estensione verso la città e verso il ponte. È in questo momento che verrà riedificata anche l’imponente torre Guelfa di 18 metri di altezza, ricostruita fedelmente a seguito dei bombardamenti che colpirono Pisa nel 1944.
La darsena nel XVI secolo vide un generale recupero dei vecchi arsenali e la costruzione dei nuovi per volontà di Cosimo I, che, come scrisse il suo biografo-panegirista Baccio Baldini nel 1578, si occupò di Pisa fin dagli anni quaranta di quel secolo con “grandissima diligenza”. Punto centrale di una più generale risistemazione del litorale toscano con l’installazione di altre sedi secondarie a Livorno e Portoferrario sull’isola d’Elba, l’area venne rafforzata “Veggendo[…] che i corsari non rifinivano di corseggiare et rubare tutta la costa d’Italia e tutte le isole del Tirreno (il duca) diede ordine che ei fussero fabbricate galle (galere) et altre diverse maniere di legni (navi), quali tutti armò […]d’gni cosa opportuna al navigare e al combattere”
Il parco della Cittadella sarà un luogo che racconterà, con le sue vestigia, la lunga storia di una Pisa potente al suo massimo splendore. L’arsenale, la culla fra le braccia del fiume Arno che come una strada ha destinato Pisa a gettarsi nel mare della storia esportando tutto di lei; la sua arte, ma anche il suo coraggio di avventurarsi per lunghe rotte fin dall’epoca romana.
Una volta acquistati e ristrutturati locali suggestivi e di così ampie dimensioni quali gli arsenali, speriamo di poter vedere allestiti cicli continui di mostre archeologiche e storico-artistiche, esponendo le grandi quantità di materiale archeologico al quale potrebbe essere garantito finalmente, in questa circostanza, anche una sua più consona destinazione tematica.
Bibliografia:
Redi,La Tersana di Pisa da arsenale della Repubblica a fortezza fiorentina,in Pisa e il Mediterraneo, a cura di M. Tangheroni, Skira, Pisa 2003, pp. 156-161.
E.F.Guarini, Pisa nel Cinquecento mediceo. La città, il fiume, il mare, la campagna.
G.Berti,Pisa città mediterranea.La testimonianza delle ceramiche importate ed esportate.
Daniela Farina
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