A Palazzo Lanfranchi: “Anatomia. Realtà e Rappresentazione”
PISA – Nella nostra società frivola e edonistica conosciamo ormai tutto del nostro aspetto esteriore, ogni ruga, ogni rimedio per toglierla e ogni trucco per migliorarci, e non parliamo altro che della ricerca esasperata della giovinezza, in una corsa folle e incosciente contro il tempo, senza porre neppure mezzo pensiero a ciò che siamo internamente. Ce ne ricordiamo solo quando ci ammaliamo, ma sino a quel momento è come se rifiutassimo di pensare a quella macchina meravigliosa e complicata che siamo, e che ci permette di vivere. Non sono le rughe spianate, ma sono muscoli, ossa e legamenti, cuore e vene pulsanti, bulbi oculari e cellule cerebrali (che ultimamente sembrano mancare all’umanità intera), e le centinaia di organi grandi e piccoli funzionanti all’unisono che ci permettono di vivere e assaporare ciò che ci circonda. Per ricordarcene è il momento di visitare la mostra Anatomia. Realtà e Rappresentazione nelle sale del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, a Pisa, che resterà aperta per tutta l’estate.
La mostra è lievemente inquietante, un po’ gotica, piena di reperti anatomici disseccati, crani, mummie e tavole grafiche che rappresentano muscoli, vasi sanguigni, pelle e nervi, il tutto raffigurato con una tale perizia che travalica la mera conoscenza scientifica, per produrre una sorta d’intricata mappa colorata di surreale bellezza. La mostra, che conferma l’altissimo livello raggiunto dagli studi di anatomia e fisiologia nell’ateneo pisano già dal XVI secolo, vuol rendere omaggio a uno dei più grandi studiosi del corpo umano: Paolo Mascagni (1755-1815), grande anatomista, il primo a evidenziare il sistema dei vasi linfatici del corpo umano, che nei primissimi anni dell’800 fu redattore di un atlante anatomico mai creato fino ad allora. L’atlante rappresentava tutte le parti del corpo umano con visione anteriore e posteriore, suddivise stratigraficamente dai livelli superiori ai più profondi, in tavole che disposte in verticale a tre a tre rappresentavano per la prima volta il corpo umano a grandezza naturale. Il Grande Atlante del Corpo Umano fu stampato a Pisa fra il 1823 e il 1831, dopo la morte del suo autore, e divenne ben presto un’opera basilare per lo studio del corpo umano.
Mascagni insegnò anche all’Accademia di Belle Arti di Firenze, e lavorò a un grande libro di anatomia per uso degli studiosi di pittura e scultura, anch’esso pubblicato postumo nel 1816.
Camminando nelle varie sale vi troverete a osservare queste bellissime tavole, accostate a stupendi libri con raffigurazioni anatomiche disegnate da grandi artisti dal Rinascimento in poi, e ad altre tavole che raffigurano il corpo umano spellato in idillici paesaggi con lacerti architettonici. Troverete poi veri scheletri, e in una teca un teschio tutto colorato, molto pop art, poi un cranio, detto esploso, che si apre tramite dei cursori per evidenziare le varie ossa che lo compongono, e un altro pieno di scritte antiche che sono, in realtà, una mappa frenologica. Più oltre vi sembrerà di vedere una collana di corallo, avvicinandovi vi accorgerete che si tratta delle sottili arterie della base dell’encefalo, iniettate di gesso e colorate di rosso! Proseguendo troverete piccole mummie precolombiane, e un’altra, dal bel sarcofago, proveniente dalla famosa spedizione franco-toscana in Egitto e Nubia di Francoise Champollion e del pisano Ippolito Rosellini, e infine strani e turbanti reperti che altro non sono che lembi di pelle montati su supporti metallici a mostrare antichi tatuaggi.
Tutti questi oggetti straordinari, provenienti dall’immenso patrimonio del Sistema Museale dell’Ateneo di Pisa e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze vi lasceranno meravigliati e stupiti, con molte conoscenze in più, e forse con più rispetto del vostro corpo.
La mostra curata da Roberto Paolo Ciardi, Paola Lenzi, Anna Luppi, Gianfranco Natale e Alessandro Tosi resterà aperta fino al primo ottobre 2017.
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