In un documento conservato nell’Archivio arcivescovile di Lucca, si accenna all’intenzione di fondare una città «intorno a quel gruppo di case sul Fiume Frigido». Il Borgo del Ponte si è sviluppato dopo il 1100 con la costruzione dell’ospedale e delle abitazioni. Purtroppo nel 1920 una scossa con epicentro in Lunigiana provocò danni e vittime. Ciò scosse gli abitanti del luogo e li spinse ad abbandonarlo per rifugiarsi in montagna. Al fine di ripopolare il luogo, un anno dopo, il parroco della Chiesa di San Martino commissionò una statua di S. Emidio, realizzata dallo scultore massese Ambrogio Celi, a ricordo dello scampato pericolo. Fu così che dal 1921 il Borgo del Ponte iniziò i festeggiamenti al Santo Protettore del terremoto, che, con grande affluenza, veniva portato in solenne processione per le strade del borgo.
La Chiesa del Ponte in origine faceva parte dell’ospedale dei Santi Giacomo e Cristoforo ed aveva assunto la denominazione di “Cappella dell’Hospitale Sancti Jacobi”. La clinica, risalente al 1090, serviva da rifugio per i pellegrini, ma in seguito venne trasformato in un vero e proprio ospedale poi chiuso e trasferito in un’altra zona massese. Riguardo però all’edificio ospedaliero ci fu un fatto importante avvenuto nel 1944 che forse potrebbe far pensare al perché del trasferimento: vennero ritrovati numerosi resti umani seppelliti con semplici lenzuola, probabilmente appartenuti a persone decedute a causa di un’epidemia oppure a pellegrini morti per cause naturali. Ciò che l’ospedale venne trasferito nel 1785 a Turano, quartiere massese che si trova esattamente all’estremo opposto di Borgo del Ponte. Allontanandoci dalla Chiesa, e quindi dal vecchio ospedale, ci si trova davanti ad un arco rosso; si tratta della più antica Porta di Massa che, successivamente, venne denominata “Porta Liguria”, ma che volgarmente è conosciuta come “Porta del Ponte”. Monumento architettonico molto importante perché collegava il borgo al fiume Frigido. Passando infatti attraverso alla porta si giunge in un piazzale a strapiombo sul fiume avente anche dei gradini molto bassi che dirigono verso il “Ponte Vecchio”, il quale consentiva il transito ai pesanti carri che trainavano blocchi di marmo. Il ponte faceva parte del tracciato della Via Pedemontana: dall’attuale Porta Martana alla Pieve di San Vitale; ma per far questo doveva passare dal nucleo di Borgo del Ponte, dove esisteva il passaggio per superare il fiume Frigido. «Il 29 ottobre dell’anno 1859 una straordinaria fiumana lo messe a terra; il ponte già flesso, scuoteva orribilmente, e le acque chiudevano quasi l’intera luce».
La sua ricostruzione avvenne nello stesso anno, ma nell’Aprile del 1945, qualche giorno prima della liberazione della città di Massa, il ponte fu fatto saltare dai tedeschi in ritirata, con forti cariche di polvere da sparo. Ne fu ricostruito uno provvisorio costituito da grossi bidoni ripieni di sassi e ghiaia e alla fine del 1945 venne sostituita la parte lignea con altra in ferro. La vicinanza al fiume non creava problemi per l’approvvigionamento di acqua. Per questo motivo, per rendere più pratico agli abitanti l’accesso all’acqua.
«La prima fontana fu costruita per l’utilità pubblica nell’anno 1565 sotto il dominio del primo principe Alberico. Di poi venne risistemata dalle sue rovine a partire dal 1601, ma rimase del tutto priva di acqua corrente per circa sedici anni. Grazie alla vigile cura e per ordine di Alderano Cybo Malaspina, fu ricostruita in una più elegante forma. Anno del signore 1721».
A seguito delle disponibilità del luogo, intendo dire la possibilità di avere una chiesa in cui pregare, una processione per qualcosa in cui credere, un ospedale per le cure, la possibilità di trasportare carichi pesanti attraverso l’accesso al fiume e la possibilità di avere acqua proprio nell’incrocio tra le strade principali; le case cominciarono a formare piccoli nuclei abitativi fino a costruire il borgo con il numero più elevato di abitazioni dell’intera città. Nacque così l’agglomerato di case denominato Araglio, una specie di ghetto abitato dalle famiglie più povere del sobborgo massese. L’interno era costituito da case rustiche con grezze scale che portavano al piano superiore, disseminate lungo un piazzale mal coltivato e sempre umido e fangoso. Con il passare del tempo è stato aggregato alla Borgata attraverso un’ampia apertura ottenuta con la demolizione di alcuni gruppi di case cadenti.
Il 13 dicembre a Borgo del Ponte, è un giorno di festa; “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia”. Nella tradizione popolare si usava festeggiare questo giorno con l’abbondanza di “castagnacci”. Infatti, anche oggi, lungo la strada che unisce Borgo del Ponte a Santa Lucia, si trovano sparsi “castagnacciai” che con un rudimentale fornello a carbone sono intenti alla cottura dei “castagnacci” che possono essere acquistati dalle persone a pochi spiccioli.
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Nella descrizione di case situate a Borgo del Ponte, la zona viene descritta distante dal centro storico della città di 700 metri. È giusta questa rilevazione geografica? Borgo del ponte non è già il centro storico di di Massa?