Pesce d’Aprile: alla ricerca delle origini di questa tradizione
Pesce d’Aprile. Da secoli, il primo aprile, è un giorno per fare scherzi, ridere, prendersi gioco simpaticamente dei bambini, e questo in quasi tutto il mondo, ma cosa succederà quest’anno con il Coronavirus che non mette certo voglia di scherzare?
La tradizione del pesce d’aprile ha origini confuse, non si sa veramente come è nata e perché, le ipotesi sono molte e neppure siti dotti come quelli l’Enciclopedia Treccani e dell’Accademia della Crusca conoscono le origini di questa buffa festa, ma riportano molte ipotesi divertenti: una delle prime tracce rimanda a Firenze, dove anticamente il primo di aprile si mandavano i sempliciotti a comprare il pesce in una piazza della città dove c’erano sì dei pesci, ma erano dipinti!
Chiaramente chi aveva organizzato la burla seguiva il malcapitato e poi rideva alle sue spalle. Un’altra teoria rimanda al 1300, e a un miracolo avvenuto ad Aquileia, dove il patriarca della città, Bertrando di San Genesio, aveva invitato il Papa a pranzo un Venerdì Santo, che quell’anno capitava il 1° d’aprile. Durante il sontuoso pranzo di magro il Papa fu trafitto in gola da una grossa spina di pesce che, grazie alle preghiere di Bertrando, miracolosamente venne fuori da sola. Da allora fu vietato mangiare pesce il primo di Aprile, e così in seguito gli abitanti cercarono di creare cibi che ricordassero nella forma i pesci che non potevano più mangiare.
L’Accademia della Crusca rimanda a un libro scritto dal siciliano Giuseppe Pitrè nel 1891. Antropologo e studioso del folclore regionale, nel suo libro “Pesce d’Aprile” Pitrè fa una ricerca sistematica di questa tradizione nelle varie regioni italiane e all’estero. A Genova c’era il detto “Al primo d’aprile una burla si può dire”, e si inviavano lettere sigillate con dentro questa frase “Gri Gri, è il primo d’april”. A Modena, Milano e Torino, si mandavano messi con lettere di grande premura e di cui si aspettava una risposta, ma le lettere contenevano un pesce disegnato, e lasciavano di stucco chi le apriva. Pitrè riporta anche la storia fiorentina della piazza con i pesci dipinti, e poi indaga i vari modi in cui si festeggiava all’epoca questo giorno in Europa.
In Portogallo il primo aprile è chiamato Dia dos inganos, e ai ragazzi e alle persone semplici si impartiscono ordini stravaganti, come cercare un laccio per catturare il vento. In Francia il motto del giorno è Faire manger du poisson d’Avril, che significa ingannare, prendere in giro: a Parigi si mandavano le vittime a cercare del sale sciocco, o un quarto di uova di gallo!
Nel Nord della Francia si chiedeva ai bambini di andare a prendere dieci soldi di pane mangiato, o di piedi d’anguille, o di code di rana! In Belgio si doveva cercare una ruota quadrata, del latte di maiale e altre amenità. In Scozia sono ben due i giorni dedicati a questa festa che viene chiamata gowk days, ovvero i Giorni del Cuculo, e anche qua si inviavano lettere urgenti con dentro la frase: “The first and second of Aprile/Hound the gowk another mile”, dove la parola Gowk (cuculo) sta per sciocco! In Germania, a Berlino si mandavano i ragazzini a comprare del grasso di zanzara, e quando si mettevano in cerca gli si urlava dietro “Aprile, Aprile, si può mandare lo sciocco dove si vuole”!
Pesce d’aprile famosi:
Per il primo d’aprile sono stati architettati scherzi anche da serissime istituzioni e personaggi famosi. Persino la BBC nel 1957 mandò in onda un falso documentario in cui si asseriva seriamente che in Ticino crescevano gli spaghetti sugli alberi: il filmato è fantastico e si trova su Youtube con il titolo “L’albero degli spaghetti”. Più vicino a noi, nel 2014 l’ufficio stampa del CERN affermò che attraverso il suo acceleratore di particelle gli scienziati erano riusciti a incanalare l’essenza della Forza di Star Wars, “Che la forza sia con te!”
Certo oggi noi non cadremmo più in queste burle (magari solo per qualche minuto in quella del CERN, troppo divertente), il mondo è cambiato, le uniche lettere che arrivano ormai sono quelle delle bollette e nessuno è più così ingenuo da cercare le uova di gallo o il grasso di zanzara, se non i bambini piccolissimi; però è cosi piacevole leggere queste cose e pensare a un mondo molto più semplice e candido, in cui si rideva con una spontaneità che abbiamo perso. E allora oggi disegniamo pesci colorati e attacchiamoli per casa, facciamo scherzi innocenti a chi vive con noi, e per qualche ora non pensiamo al virus ma solo a ridere insieme!
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