Cinema maschera e doppio

Vestire gli ignudi – 4 film su come si denuda la maschera

Nel 1922 Luigi Pirandello scrive una commedia dal titolo Vestire gli ignudi. La trama è piuttosto intricata ma prevalentemente narra della domestica Ersilia che per distrazioni amorose si dimentica di sorvegliare la figlia del console per il quale sta lavorando. Come in uno dei migliori film di Lars Von Trier, la bambina si getta dal terrazzo e muore. Ersilia, disperata, si concede al primo che capita e tenta il suicidio senza riuscirci. All’ospedale nasconde la sua debolezza morale indossando i panni della dolce donzella innamorata che ha tentato di uccidersi per l’abbandono dell’amante. “Vestire gli ignudi” quindi significa mascherare le proprie debolezze con abiti e atteggiamenti socialmente accettati. Nella storia del cinema abbiamo numerosi esempi di questo tipo.

apAmerican Psycho è un film del 2000, diretto da Mary Harron ed ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis al quale apporta notevoli modifiche nello sviluppo narrativo, condensando più episodi e addolcendo le scene di violenza esplosiva. Il personaggio protagonista, Patrick Bateman, (interpretato da Christian Bale) è uno yuppie. Questo acronimo indica soggetti dai 25 ai 30 anni provenienti dall’alta borghesia che hanno studiato nelle migliori università americane e il cui scopo è quello di arricchirsi. Vivono nella New York del boom economico del presidente Ronald Reagan, amano i locali esclusivi, l’arte contemporanea per il suo valore commerciale, vestono Armani e Versace. Patrick Bateman assume questa maschera edonista, (“c’è una vaga idea di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, in realtà non sono io ma una pura entità, qualcosa di illusorio”) dietro la quale nasconde un lato assolutamente oscuro: quello da serial killer. Gli anni ’80 vengono rappresentati in maniera volutamente caricaturale, portando all’eccesso gli elementi che caratterizzano sia l’epoca che la nuova figura sociale dello yuppie. La musica gioca una componente preponderante. Patrick ama recensire album musicali durante feroci atti di violenza. I suoi gusti musicali riflettono la mentalità del periodo: i Genesis degli esordi sono troppo commerciali, esalta Huey Lewis and the News, feticcio della musica commerciale pop. La maschera di Patrick Bateman aderisce così bene al suo volto che anche le peggiori battute sadiche suonano inoffensive ai suoi colleghi. L’oscurità che si nasconde dietro un mondo patinato è preannunciata in Blue Velvet di David Lynch, film che inaugura il new noir, a cui Bret Easton Ellis potrebbe essersi ispirato. Nelle prime sequenze del film Patrick Bateman ci mostra la sua routine mattiniera, un’ossessiva cura del corpo lascia spazio alla maschera facciale, che accuratamente il protagonista stacca dal suo volto. La maschera di bellezza è un elemento simbolico, fa presente allo spettatore che quello che sta vedendo è solo una costruzione, un’illusione. Il vero Patrick Bateman è immerso nell’oscurità e nella perversione.

il_conformistaBernardo Bertolucci con Il Conformista compie un passaggio importante verso un ampliamento maggiore di pubblico. Film degli anni ’70, è il più spettacolare tra le prime opere del regista, che porta l’autore verso i finanziamenti di grandi case di produzioni e lo espone alle feroci critiche dai sessantottini che lo vedono avvicinarsi pericolosamente all’industria cinematografica capitalista. Eppure Bertolucci non piega il suo stile, la sua ricerca estetica. Marcello Clerici è un personaggio ambiguo, indossa i panni del marito perfetto, sposando una donna mediocre, e dell’attivista fascista. Il personaggio interpretato da Jean Louis Trintignant tenta di conformarsi perché si sente diverso, perverso, affetto dalla decadenza borghese. Il fascismo, è rappresentato non in senso filologico ma in modo visionario, onirico: ispirandosi soprattutto alla produzione cinematografica fascista, ad esempio i celebri film dei telefoni bianchi. Il fascismo rappresenta un ritorno all’ordine per Marcello, nel tentativo di superare il caos interiore che lo angoscia, ed è l’emblema del conformismo. La maschera di Clerici vacilla tanto più egli cerca di indossarla. Bertolucci confeziona sapientemente un capolavoro, un film antiborghese in cui mostra grande interesse per i processi cognitivi del suo personaggio. Si ispira al romanzo di Moravia che però interpreta in chiave psicologica e ne muta il finale. La maschera di Marcello Clerici è presente anche fisicamente nel suo cappello sotto il quale nasconde le sue espressioni facciali, rendendolo un uomo qualunque, comune e “normale”.

dangerousIl mascheramento apre l’incipit di Le relazioni pericolose, 1988, di Stephen Frears. Il visconte Sèbastian Valmont e la marchesa Isabelle de Merteuil vengono spiati dalla macchina da presa mentre aiutati dalla servitù vengono vestiti. Parrucche, maschere e bustini appaiono come armature sociali, con cui nascondere la vera natura dei loro sentimenti. Il film è ispirato al romanzo epistolare di Choderlos de Laclos, opera che nasce in un periodo di transizione, nella seconda metà del Settecento, e che potrebbe definirsi pre-romantica. La prima metà del Settecento si caratterizza per l’ interesse diffuso verso l’erotismo e la sensualità, come mostrano varie tele del periodo rococò. De Laclos prende di mira la figura del libertino, i suoi due protagonisti sono un’anti-Eloise e un’anti-Werther ma che per l’autentico sentimento amoroso gettano le fondamenta per i due futuri personaggi letterari. Entrambi libertini, per affermare la loro liberta individuale finiscono per manipolare amanti, amati e se stessi. Il carismatico Valmont assumerà la maschera dell’uomo pentito del suo comportamento libertino. Finge di divenire casto e caritatevole per l’amore di Madame de Tourvel, con l’intento di corrompere una donna dai grandi valori morali. Mentre la marchesa de Merteuil si fingerà disponibile e preoccupata per la giovane Cecile, promessa sposa di un suo ex amante, ma solo per vendicarsi di questo. La spingerà, infatti, tra le braccia del visconte e di un giovane maestro di musica. Irresistibile l’interpretazione di John Malkovich nei panni del Visconte.

Anche la giovane Eva Harrington si maschera utilizzando tutti i cliché possibili del sogno americano (un’infanzia immersa nella solitudine, un lavoro da ex operaia, un marito defunto in guerra) per attirare le simpatie dei personaggi che gravitano intorno alla matura e talentuosa attrice di teatro Margo Channing in Eva contro Eva. La giovane ragazza con le capacità di una grande manipolatrice riesce ad ottenere successo, sostituendosi con l’inganno a Margo e rivelando il suo lato oscuro proprio nella sequenza dove ha indosso la maschera di scena. Il film di Joseph L. Mankiewicz è un’interessante parabola sull’attivismo nel mondo dello spettacolo, su ipotetiche starlette disposte a tutto pur di ottenere il successo. Eva contro Eva vanta di un cast prestigioso: da Bette Davis a Anne Baxter, inoltre presenta un curioso cameo di una giovane Marilyn Monroe. Se in questo film interpreta un’aspirante attrice che fallisce, nella realtà ottiene maggior successo come diva delle due protagoniste del film.

eva

Francesca Lampredi

Tomas Ticciati
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