Ci sono donne che sanno farsi da sole. Hanno un sogno e se trovano un soffitto di vetro che gli impedisce di realizzarlo, lo mandano in frantumi. Micol Carmignani è una di esse. Bastano poche parole per capire il temperamento di questa giovanissima editrice: «Nel DNA non esistono i geni del mestolo o del ferro da stiro, le donne hanno diritto a realizzarsi tanto quanto gli uomini».
Con una laurea in comunicazione e un master in management e responsabilità sociale d’impresa, dopo aver girato un paio di lavori, Micol si è rimboccata le maniche e ha fondato una casa editrice che porta il suo nome, con sede a Cascina, Pisa.
Parla per un’ora filata, raccontando una storia di coraggio e determinazione dettata dal suo amore per la cultura. Che non è quella pensosa e asettica di stampo accademico. Ma quella “di strada”, in grado di raggiungere la gente comune e realizzarne i sogni.
«Uscita dall’Università mi sono scontrata con un mondo senza prospettive» racconta l’editrice. «A volte passando attraverso situazioni illuminanti che mi hanno mostrato come per le donne la strada sia effettivamente in salita: in certi casi viviamo un ruolo di subalternità, se non addirittura di vera e propria sudditanza psicologica».
Micol aveva già sviluppato una passione per la scrittura, pubblicando nel 2005 una favola per bambini: «Si intitola La favola della Montagna – spiega – qualche anno dopo l’ho ristampato con la casa editrice Del Bucchia, che mi ha offerto di collaborare». Era l’occasione giusta e Micol l’ha colta al volo: «Il lavoro mi è cresciuto fra le mani nel giro di pochi anni. Quando mi sono accorta che le ore e lo stipendio si equiparavano ho lasciato il posto da impiegata e mi sono dedicata all’editoria». Il grande salto era compiuto e la strada segnata.
Passa il tempo. Micol apprende il mestiere. «Mettermi in proprio è stato un passo naturale e inevitabile per un carattere come il mio – prosegue – ma un aiuto fondamentale è venuto da mio marito, per essermi rimasto accanto». Scegliere non è stato facile, spiega l’imprenditrice, che si è trovata davanti la responsabilità di costruirsi da zero un’impresa. La Carmignani è nata nel 2014, ma in pochi mesi il suo catalogo conta già numerosi titoli, con uno spazio privilegiato per la scrittura femminile.
«Le donne comprano più libri alla volta, frequentano le presentazioni e curano l’aspetto culturale dei loro bambini. In genere scrivono molto e il 90% dei libri per l’infanzia che ci arrivano è firmato da donne». Le origini di un tale interesse Micol se le spiega così: «In Italia la figura storicamente preposta all’educazione dei piccoli è quella della maestra. È una tradizione importante, che dovremmo tutelare».
Differenze uomo-donna si riflettono anche nella scrittura. Micol snocciola gli elementi caratterizzanti: «Le donne scrivono volentieri a quattro mani, o addirittura in gruppo. L’uomo è di solito autoreferenziale. Credo che le donne posseggano una maggiore identità di genere, che si traduce in solidarietà e collaborazione. Se scendiamo nel particolare di ciò che si scrive, nei testi femminili è preponderante la componente introspettiva, ma non credo al cliché del sentimentalismo: la principessa Sissy è superata!»
Parlando delle differenze di genere nella scrittura che riguarda la sfera intima (tema d’obbligo dopo l’ampio successo riscosso dalle “Sfumature” e dal genere erotico in senso più ampio), Micol prova a tracciare un, seppur labile, confine: «Spesso trovo nella scrittura dell’uomo la ricerca della cronaca minuziosa, il resoconto dettagliato, lasciando poco spazio all’immaginazione. Talvolta scade nel machismo, il che si traduce in due tendenze opposte: c’è quello che narra tutto ciò che la donna dovrebbe fargli e quello che, al contrario, si fissa su sé stesso, dimenticando del tutto il personaggio femminile, che diventa, almeno in quella situazione, una sorta di oggetto». Per scrittrici e scrittori, comunque, il rischio è dietro l’angolo: «Raccontare il sesso aderendo a quello che si presuppone essere l’immaginario collettivo, invece di rimanere sinceri e comunicare la propria esperienza personale».
«L’attenzione sull’universo femminile sta riprendendo vita – conclude Micol – forse perché noi donne, per natura, abbiamo maggiore esperienza nella gestione dei sentimenti, anche degli altri. È una responsabilità che genera passione e interessa pure gli uomini: il rapporto con la madre, la ricerca di identità, della similitudine dell’esperienza per confrontarci, sono tutti temi intramontabili, nella cui comprensione la donna svolge un ruolo fondamentale».
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bene che una giovane donna abbia fondata una casa editrice con uno sguardo particolarmente attento al femminile.buon lavoro e buona partecipazione al prossimo premio letterario rivolto solo a noi donne.Guardare il sito.Grazie a Bernardeschi che le ha dedicato un così attento spazio.