“Pisa Improvvisa” storia, artisti e location

La storia di Pisa Improvvisa, la rassegna musicale di Sandro Nullo Vincenzoni Sainati

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In questo articolo il musicista e compositore Sandro Nullo Vincenzoni Sainati ci racconta a ruota libera la storia di Pisa Improvvisa, una rassegna musicale d’avanguardia da lui coordinata e organizzata che ha iniziato a farsi conoscere nel 2009.

Ho intervistato Sandro a inizio giugno, al Pin Up Tatto Studio tra il caldo torrido e una lattina di coca cola.

Sandro, felicissimo, ha ripercorso le tappe della rassegna, raccontando gli inizi e la filosofia alla base di questo particolare progetto indipendente, descrivendo gli ospiti che ne hanno preso parte, mostrando le peculiarità di un modo di fare musica nato dalla ricerca e dalla passione che vanno oltre i principali circuiti musicali.

Una storia divertente, intelligente, musicalmente innovativa, e affascinante per le sue ricerche che, a mio giudizio, merita molta più visibilità di quella che ha avuto finora.

In questo interessante “mood” di fare musica non servono etichette, non esistono biglietti d’ingresso: i suoni nascono dalla nicchia underground e mirano ad essere popolari, vicini agli ambiti di vita quotidiana, per orecchie curiose e menti aperte alla sperimentazione.

Accendo il registratore, mi siedo e Sandro inizia a parlare, mentre dalla stanza accanto si sente a momenti alterni la vibrazione della macchinetta per tatuare di Francesca. Tra noi c’è un cliente ignaro che riceve un tattoo mentre nella sala d’attesa noi discutiamo di musica. Atmosfera perfetta e coerente al nostro racconto.

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Come è iniziato Pisa Improvvisa?

Pisa Improvvisa è nato come un progetto di rivalutazione del territorio urbano e come una riappropriazione di questo territorio. In queste rassegne la musica di un certo tipo, diciamo musica interessante, non mainstream, è stata riproposta in ambienti inusuali, quando la nostra quotidianità ha cancellato qualsiasi aspettativa di proposta musicale… Per questo motivo la cosa è partita come una provocazione e in seguito, dopo aver visto che piaceva e che funzionava ho proseguito. Io queste improvvisate musicali le facevo già tanti anni fa, però in modo totalmente diverso e non a Pisa ma a Livorno, città che purtroppo non lasciava molta libertà a queste iniziative musicali. A Livorno facevo delle vere e proprie irruzioni musicali, delle performances sia sonore che verbali, filmati… Erano irruzioni che portavano con sé il concetto di “richiesta”: richiesta di spazi nuovi, di interventi sul suolo pubblico, richiesta di apertura verso una nuova musica.

Con Pisa Improvvisa ho sempre cercato e cerco tutt’ora di portare avanti la musica di avanguardia, presentandola attraverso eventi che comprendono anche presentazioni letterarie, interventi che purtroppo però sono in maggior parte interessi di nicchia che vorrei fossero un po’ più popolari. Ti dirò, Pisa Improvvisa è particolare innanzitutto per i luoghi: ho scelto i più disparati e inusuali per accogliere le performances musicali della rassegna, dalla lavanderia self service, alla botteghina di artigianato nascosta nelle vie del centro, dal negozio di parrucchieri, al negozio di dischi e dvd… Ho voluto creare una spinta underground, lontano dai normali locali in cui si fa musica, generando interesse in molti altri locali per queste scelte inusuali. Ovviamente suonare in una lavanderia non è la stessa cosa che organizzare un concerto in un locale e anche gli scopi sono diversi… Attraverso la musica e la performance lo scopo della rassegna è proprio quello di riappropriarsi e di rivalutare zone e spazi di ogni tipo, spazi che sono negati per i motivi più diversi. Tutti gli eventi sono stati scanditi da diverse “location”, (la parola non mi piace, ma per farmi capire universalmente la devo dire) che mi hanno dato la possibilità di creare in contesti diversissimi, dando vita a performances meravigliose, con notevoli impatti sonori e visivi! La gente stava attenta dall’inizio alla fine…

Un’altra particolarità di Pisa Improvvisa è che i suoi eventi sono gratuiti, a volte chiediamo un’offerta libera. Quando abbiamo iniziato però avevamo anche degli sponsor grazie a cui riuscivo a pagare le spese e anche i musicisti che invitavo.
Abbiamo avuto musicisti di alto spessore, e una delle cose più belle è stata vedere dei musicisti che dopo essersi fatti conoscere nella città tramite Pisa Improvvisa si sono inseriti ufficialmente nel circuito musicale pisano e toscano. Molti di quelli passati per la mia rassegna sono andati a suonare a ExWide e al Sottobosco, ad esempio Ivano Nardi (che era venuto a Pisa nel lontano ‘78) e Marco Colonna, musicisti che ora sono diventati il punto di riferimento per i jazzisti che fanno improvvisazione e Free Jazz radicale newyorkese. Sono molto contento di questa spinta artistica!

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Ecco, fammi un excursus generale sugli eventi della tua rassegna.

Sandro tira fuori da una cartellina tutte le locandine del Pisa Improvvisa, dice che tiene tutto, non butta via nulla perché sono ricordi emotivi importanti. “Sono maniacale” ripete, “conservo anche le bozze, gli schizzi, tutto”.
“È storia”, dico io, e inizio a fotografare le locandine immaginando di poterle riunire in un libro sulla musica underground pisana.

Il primo evento lo abbiamo realizzato all’interno del nostro studio di tatuaggi (Pin Up Tattoo), con Eugenio Sanna che ha aderito al progetto. Lui veniva dalla vecchia C.R.I.M., il centro di improvvisazione sperimentale di Pisa che ha fatto storia negli anni 70. Diciamo che è grazie anche a queste personalità come Sanna che Pisa Improvvisa ha avuto questo percorso… Basta pensare che la C.R.I.M. ha collaborato con musicisti come Steve Lacey che spopolavano nelle facoltà universitarie… Personaggi grossi!

180724_124049394331914_5772070_nIl secondo evento, con volantini molto improbabili (ride), era con Massimo Ruberti all’interno di un negozio di parrucchieri (Sandro mi mostra un volantino/promemoria divertentissimo)… Poi abbiamo suonato con Martino Rappelli, un grande chitarrista che suona tutti gli strumenti, anche le percussioni, e Michele Bianconi, anche lui jazzista. Con loro abbiamo suonato all’interno della 25° Strada. Poi con Ivano e Marco abbiamo fatto una performance radicale al Millibar… Quella sera non è andata tanto bene. Il Pisa Improvvisa è per posti inusuali e il Millibar è un locale “ufficiale” che ragiona diversamente da noi. Il quinto evento è stato fatto prima del referendum sul nucleare: abbiamo fatto una performance visiva alla lavanderia di via Garibaldi (ora chiusa), ho chiesto il permesso al titolare, lui me lo ha dato subito, è stato gentilissimo. 230669_146481188755401_5757359_nEravamo vestiti tutti da impatto nucleare, bellissimo, suonavamo con i dialoghi di Rapsodia d’agosto il film Kurosawa sulla bomba atomica, c’è anche il video… Successivamente, dopo una mia performance personale, abbiamo organizzato nel 2011 il settimo evento che è stato l’apoteosi: ho radunato Rappelli, Sanna, Cristiano Angelo… Abbiamo suonato in un cortile di un palazzo… Non avevamo chiesto permessi, niente. Caos più totale, alcuni apprezzarono altri no…
Poi feci un evento anonimo che intitolai “Per molti ma non per tutti”: il titolo è la citazione da uno spot televisivo molto pop anni ’80… Lo so sono molto trash, ma trash consapevole (ride). Insomma questo evento venne fatto in casa, a casa mia, c’era un sacco di gente.

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E poi come è andata avanti la rassegna negli ultimi anni?

La rassegna purtroppo ha avuto alti e bassi, io compaio in tutti gli eventi perché per non farla morire ho dovuto portarla avanti a costo zero, non avevo budget e non potevo permettermi di pagare di tasca mia i musicisti, anche se a volte l’ho fatto… In molti eventi compaio io come musicista, e facevo questi eventi per non lasciare troppi vuoti nel programma. Mi studiavo una composizione a casa e poi la regalavo al pubblico. Un evento ad esempio l’ho fatto in uno studio di registrazione fuori Pisa, il Red Room, insieme a due ragazzi universitari, bellissima esperienza, altri nuovamente nel Pin Up Studio con Claudia Cusenza al piano e io ai sintetizzatori… Un altro alla libreria Tra le righe con protagonista Massimo Ruberti e poi l’evento clue con Mauro Sabbione dei Matia Bazar che è venuto a costo zero per amicizia ed è rimasto entusiasta. Lui è uno dei pochi che in Italia campa con la musica, persona meravigliosa e umilissima.

560185_462371717166345_1612003269_n Poi ho chiamato un gruppo di Genova, attivisti politici post G8, Venerandi, Seimandi, Datti e la signorina Malaspina che insieme all’”uraltore” Garau si sono aggiunti successivamente. Loro hanno proposto una performance di poesia sonora multitimbrica al Kiosko, fuori Pisa. Hanno riprodotto i dialoghi di un film, è stato di una pesantezza assurda!
Nell’ottobre 2013 Pisa Improvvisa, dopo una breve pausa, ha organizzato un evento parallelo: una serie di presentazioni letterarie e cinematografiche intitolata “Controsenso”, che partiva dall’idea di presentare testi non usuali nel mondo della letteratura, testi che non si trovano in libreria ma solo tramite contatto diretto con l’autore. Presentammo Il mito dell’undici settembre di Roberto Quaglia e poi da qui la rassegna si è bloccata, ma il perché resta nel mistero.
Adesso Pisa Improvvisa è diventato un collettivo autonomo di musicisti che ruotano intorno all’ambito della musica improvvisata, e il 13 giugno presenteremo un evento io e Claudia Cusenza al Déjà vu di via S. Martino con Elena Roncoli (una mia allieva di arti marziali), in una performance sull’antica Cina omaggiando le sue tradizioni… Sarà un’improvvisazione con coreografie di circa 20 minuti in tutto, con oggetti d’arte, calligrafie…Una storia in due atti che poi vedrete.

Bene grazie per il tuo dettagliato racconto Sandro! Aggiorneremo i lettori sul tuo evento nel prossimo numero.

villoVirginia Villo Monteverdi

Virginia Villo Monteverdi
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