PISA – Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Questo il titolo della graphic novel pubblicata da Beccogliallo – casa editrice padovana specializzata in fumetti d’impegno civile – e realizzata da Alice Milani, fumettista pisana, invitata al Teatro Rossi Aperto a parlare della poetessa polacca scomparsa nel 2012.
L’incontro dell’11 marzo si inserisce così all’interno di un progetto dal nome Foyer Szymborska: primo step una raccolta di file audio e video delle sue poesie lette e recitate dai più diversi fan e che andranno a confluire in un filmato pronto a fine maggio (Il mondo non merita la fine del mondo), a seguire la visione del documentario La vita a volte è sopportabile, e in programma l’incontro con la professoressa Tomasucci che spiegherà il successo dilagante della poetessa che è riuscita a spiccare tra tanti poeti purtroppo rimasti di nicchia.
Prima e durante la simpatica chiacchierata tra l’autrice, il fumettista Tuono Pettinato e Maurizio Vaccaro in veste di moderatore, si tiene nel foyer un buffet organizzato dal T.R.A. a offerta libera che subito aiuta a creare nello spazio già accogliente un clima di tranquillità e calore incentivato anche dalla numerosa partecipazione. Per cominciare ascoltiamo un messaggio lasciato per l’occasione da un membro del collettivo di artisti del Teatro Valle Occupato, organizzatore del percorso dal nome Tutto il nostro folle amore, che sviluppa riflessioni sulle ripercussioni che l’amore, la società, le trasformazioni della città e l’economia hanno sulle persone attraverso diverse modalità espressive: incursioni urbane, performance di piazza, letture, scrittura scenica, video documentario, interviste. E per tornare subito al tema dell’incontro viene recitata la poesia, citata nel messaggio, Scrivere un curriculum: qui il tema è cos’è necessario? Cosa conta davvero? Perché la poetessa premio Nobel nel ’96 trae spunto con naturalezza da eventi quotidiani e situazioni comuni: la poesia trae origine dal silenzio, come lei stessa dice, non abbiamo bisogno di ricamare trame surreali o seguire canoni prestabiliti per emozionarci e percepire la profondità delle cose.
La sua prima poesia pubblicata è Cerco la parola del 1945, poesia carica di tutta la sua indignazione e del suo malessere rispetto agli orrori della storia lontana ma anche e soprattutto di quella a lei vicinissima («Perché questo che ascolto, perché questo che si scrive è ancora troppo poco. La nostra lingua è impotente, i suoi suoni all’improvviso poveri»). Evento cardine della sua vita è infatti il momento di disillusione nei confronti della tanto sperata pace e libertà propagandata dal socialismo polacco di stampo sovietico nel quale lei aveva creduto fortemente compiendo quello che poi definì un «peccato di gioventù». Quando si rende conto di cosa davvero significa il controllo spietato del regime con tutte le sue atrocità, esce dal PZPR e si dedica con maggiore fermento alla poesia impegnata pur tenendo fermo quell’umorismo e quell’ironia pungente e ragionata che la caratterizza. Perché «tutto quello che facciamo è un po’ politico» e bisogna prenderne consapevolezza e sfruttare al meglio le nostre possibilità di intervento e di azione.
Nella sua biografia a fumetti, Alice ha saputo rendere bene anche il suo lato più giocoso rivedendosi in lei; è proprio quest’affinità infatti una delle ragioni che hanno spinto l’autrice a parlare della Szymborska. Il personaggio della poetessa, che Alice scopre anche grazie a una biografia scritta da due giornaliste polacche e recentemente tradotta e pubblicata da Adelphi, appassiona la fumettista e stimola la sua creatività facendo così nascere una storia fatta di eventi documentati e licenze letterarie interessanti e funzionali alla riuscita complessiva della graphic novel. Ricordiamo ad esempio la scelta di inserire un gatto nel ruolo di interlocutore della poetessa per rendere meglio il percorso dei pensieri più intimi di Wislawa. A queste scelte di tipo contenutistico si accompagnano originali tecniche di disegno e grafica come le splash page, vignette che si sviluppano su due pagine e non su una al fine di rappresentare al meglio e in modo più completo il senso della scena e del momento riportato.
Altra scelta interessante dell’autrice è quella di inserire attraverso la tecnica del collage, tra l’altro molto amata e praticata dalla poetessa, delle foto di set cinematografici aventi come soggetto lei stessa, quasi fosse un alter ego della Szymborska. L’autrice ci parla di quest’affinità sulla quale ha giocato molto divertendosi ad arricchire con il suo stile scherzoso e surreale la storia e le poesie della scrittrice riportate spesso su foglietti di carta sovrapposti alle immagini e sospesi come per lasciare intendere il nesso che le lega alla vignetta, senza per forza renderlo esplicito e scontato. Perché è proprio nell’andare al di fuori del canone che si trovano prospettive diverse e la poeticità reale non standardizzata, motivo per il quale nella copertina di Si dà il caso che io sia qui troviamo tantissimi uccelli: Wislawa si chiede perché dovremmo considerare poetici solo l’usignolo o il pettirosso dimenticandoci della bellezza e della rara varietà della specie. Proprio per questo suo rifiuto di paletti e chiusure limitanti la poetessa si divertì a recensire libri di ogni tipo e genere come vediamo nel libro Letture facoltative pubblicato da Adelphi. Prendendo spunto da questa sua versatilità Alice la ritrae mentre analizza e studia la biografia di un famoso culturista, quanto di più distante dalla sua figura di poetessa impegnata e dalla spiccata sensibilità per la realtà dietro la superficie. Anche questa è una particolarità che Alice e Wilsawa condividono e che emerge quando verso la fine dell’incontro si dà la parola a noi e alle nostre domande. Qualcuno le chiede di parlarci dei suoi lavori precedenti e dei progetti in programma. Ancora il taglio della risposta suscita una risata: la prima biografia che ha scritto è stata quella di Marie Curie, chimica e fisica anche lei polacca naturalizzata francese. Alice ci chiede di consigliarle un nuovo personaggio polacco di cui scrivere fingendo di avere un’ossessione per i polacchi e un interesse ad essere nuovamente invitata in Polonia. Secondo lavoro recente è Tumulto, creato insieme a Silvia Rocchi attraverso una collaborazione finalizzata alla creazione di uno stile unico che fondesse i loro tratti distintivi in una lega nuova e originale. La fumettista ci racconta anche di un faticoso ma divertente lavoro di autoproduzione: dieci artisti divisi in coppie per creare cinque libri, tutti in un appartamento in completa autogestione. Bella esperienza che però non vorrà ripetere più: lavorare con un editor è più lungo ma molto più comodo e semplice.
Il prossimo lavoro in via di svolgimento è un fumetto di divulgazione scientifica per bambini, in particolare sull’anatomia, commissionato in occasione dell’imminente mostra che si terrà a Palazzo Blu dal titolo L’uomo virtuale. Sarà un esperimento diverso dato che Alice collaborerà con Tuono Pettinato, e i due cercheranno di mantenere distinti i diversi stili che li caratterizzano. Infine, tra tutti i campi che ha deciso di coprire, si inserisce anche una rubrica su Linus dal nome Le donne di Trump, nella quale Alice può scatenare tutta la sua creatività nel romanzare ed esasperare le già divertenti vicende che vedono il neopresidente degli Stati Uniti e le sue varie donne come protagonisti.
Ecco quindi due donne, o forse una sola, venire fuori da quella che sembrerebbe una simpatica graphic novel, ma che è qualcosa di più: uno sguardo sulla realtà dal secondo dopoguerra alle ripercussioni anche attuali di un processo di modernizzazione e di perdita del senso di sicurezza e stabilità che si risolve in una continua ricerca per riscoprire e riscoprirci, guardarci intorno, dentro, dall’esterno, da prospettive diverse e con occhi sempre nuovi. Dalla poesia di Wislawa Szymborska al fumetto di Alice Milani.