Il comune di San Giuliano Terme e le alberature del suo territorio
ARENA METATO (PI) – Venerdì 28 aprile si è tenuto un piccolo ma interessante convegno nella stupenda Villa Del Lupo ad Arena Metato. Il convegno faceva parte del folto programma di eventi dell’Agrifiera, la storica fiera dell’agricoltura arrivata quest’anno alla 109° edizione, e riuniva alcuni degli studiosi più attenti alle problematiche arboree del territorio pisano. Il convegno è stato organizzato dal Comune di San Giuliano Terme e dal CIDAMP (Centro Informazione e Documentazione del sistema delle aree protette del Monte Pisano), proprio per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi che coinvolgono le alberature, sia pubbliche che private, che si trovano all’interno del territorio comunale sangiulianese.
Il convegno è stato aperto dal saluto dall’assessore alle Politiche Ambientali Dott.ssa Daniela Vanni, e introdotto e coordinato dall’attenta e sensibile Dott.ssa Elena Fantoni dell’Ufficio Ambiente del Comune, che si è soffermata sulla necessità della corretta manutenzione del patrimonio verde, e sull’importanza di questo nella visione generale di un territorio.
Una città, un paese, un borgo non sono fatti solo da edifici, ma sono il risultato di più elementi: fiumi, colline, alberi, arbusti, costa, monti, prati. Se c’è armonia e convivenza serena fra tutti gli elementi, l’ambiente risulta armonico, piacevole da vivere e capace di attrarre turisti. Una villa magnifica in un territorio completamente degradato, privo ormai della classica armonia che per secoli ha caratterizzato il paesaggio toscano, non ha quasi più ragion d’essere.
Il Comune di San Giuliano si è fatto lodevolmente promotore di una campagna di sensibilizzazione e attenzione alle potature, ed è la prima volta che troviamo un funzionario di un comune che col pieno appoggio dell’amministrazione lotta contro la capitozzatura selvaggia dei grandi alberi, che sembra invece ormai prassi comune in quasi tutta Italia. Non è facile cambiare rotta, gli stessi addetti alla potatura devono cambiare modo di pensare, arrivando a comprendere che non fa certo bene agli alberi essere scamozzati e ridotti a poveri moncherini che sembrano urlare al cielo la loro disperazione. Così le piante si indeboliscono, diventano preda di funghi e agenti patogeni, e spesso deperiscono e rischiano di soccombere alle malattie. Certo i cambiamenti richiedono tempo, ma iniziare è già molto in un paese, che ignora il suo verde, quando non lo distrugge con sventatezza criminale.
Il convegno è proseguito con l’intervento del professor Paolo Emilio Tomei, botanico, fitogeografo e etnobotanico dell’Università di Pisa, che ha raccontato la storia degli alberi dei Monti Pisani, sia quelli più antichi che i più recenti che ornano le ville della zona: platani, cipressi, magnolie, ginkgo biloba, fino alle palme che dalla fine dell’800 si sono ambientate anche in Toscana. Il Professore ha proseguito raccontandoci delle piante più mirabili che si trovano negli Orti Botanici di Pisa e di Lucca, degli antichi faggi del Monte Faeta e di come, creando un giardino, sia necessario far dialogare gli alberi fra loro, creando armonia fra le varie essenze: prima di essere impiantato, un giardino nasce nella mente di chi lo crea. Infine ci ha parlato dei soli otto esemplari di Pino Laricio di Corsica che si trovano a Cascine di Buti, che non si riproducono più perché gli esemplari sono troppo pochi, e dei tentativi che per questo motivo sono in corso presso l’Orto Botanico di Pisa per cercare di creare nuove piante dai loro gameti.
Il convegno è proseguito con l’intervento del Dott. Alessandro Navarra, del servizio fitosanitario regionale, che ha parlato delle malattie più comuni che affliggono le piante del territorio: il cancro clorato del Platano, il punteruolo rosso della Palma, la Xylella e la mosca dell’olivo, le varie carie del legno e dei possibili interventi sanitari.
Il Dottor Roberto Narducci, esperto micologo, ci ha parlato dei funghi che attaccano gli alberi e spesso ne determinano la morte. Enormi o microscopici, spesso nascono proprio sui tagli avventati che si fanno capitozzando gli alberi. Occorre riflettere bene prima di affidare la potatura dei nostri alberi a persone non competenti, e non fidarsi ciecamente di chi dice che tanto ricrescono. E’ vero che il più delle volte ricrescono, ma soffrono, diventano più fragili e sono più soggetti agli attacchi di funghi e parassiti.
Il convegno è terminato con l’intervento del prof. Fabrizio Cinelli dell’Università di Pisa dove insegna Strutture verdi e paesaggio, che ci ha spiegato tutto sulla piantumazione e sul taglio corretto degli alberi: sapevate per esempio che alla larghezza della chioma corrisponde esattamente quella delle radici? Di questo occorre sempre tener conto, in modo da sapere quanto crescerà l’albero che piantiamo: per esempio, non si possono piantare giovani platani a pochi metri l’uno dall’altro, visto che diverranno piante con aperture di 15 -20 metri, e se dovranno esser tagliati per farli “convivere” soffriranno, le orrende potature che spesso si osservano nei platani lungo le strade sono la conseguenza dell’ignoranza di chi li piantò. Insomma, le piante vanno curate piano piano mentre crescono, come un bambino, con pochi interventi mirati. Sono vive e ci danno tanto in cambio, amiamole un po’ di più e resteranno a lungo un bene comune per noi e i nostri figli.
La giornata si è conclusa con la visita alle belle stanze e al giardino della Villa del Lupo, insieme ai gentilissimi proprietari. La villa risale al XVIII secolo, e dopo un lungo abbandono è stata perfettamente restaurata. Il giardino ospita molte specie arboree, fra cui un vecchissimo ginkgo biloba, camelie centenarie, belle palme e una grande aiuola a forma di cuore, creata per le nozze di una discendente della famiglia Del Lupo, che ne fu proprietaria fino a pochi decenni fa.
Un luogo raro dove ancora si respira la grazia delle ville di campagna toscane.
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