Aspettando Tullio Pericoli

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Tullio Pericoli: un pennello guidato dalla tela

 

«Mi mette molto in imbarazzo lavorare mentre ci siete voi»: così esordisce Tullio Pericoli ai giornalisti di Sky; lavorare con le telecamere puntate non gli è mai piaciuto, dice con franchezza.

Tullio Pericoli, ritrattista e disegnatore, nasce a Colli del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1936. Si forma presso l’artista Ernesto Ercolani di Ascoli, e all’età di 25 anni si trasferisce a Milano dove afferma il suo talento artistico, riconosciuto a livello nazionale già dagli anni ’70. Proprio in questo periodo iniziano le sue collaborazioni con testate del calibro di “Linus”, “Corriere della Sera”, “L’Espresso” e si tengono le sue prime esposizioni.

Negli anni ’80 amplia la sua rete di collaborazioni con organi del calibro de “la Repubblica” e pubblica in Germania il libro “Woody, Freud e gli altri” che sarà ben presto tradotto in  francese, spagnolo e inglese. Dal 1995 si occupa anche di teatro, curando scenografie, costumi e allestimenti in Svizzera e a La Scala di Milano; nel 2002 tiene inoltre una fortunata mostra a Palazzo Lanfranchi, nella nostra Pisa, e pubblica la vasta raccolta “I ritratti”.

A partire da questo periodo si moltiplicano le iniziative a lui dedicate: città come Roma, Dublino, Milano e Zurigo si contendono il pittore marchigiano per mostrare e dimostrare l’inarrestabilità dell’arte e la potenza, in particolare, dell’arte figurativa, di cui Tullio Pericoli è grande bandiera: è disegnatore ma anche scenografo e costumista, vale a dire un talento poliedrico e dalle mille sfaccettature.

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Umberto Eco fa buona pubblicità a Pericoli, definendolo capace di “puntare all’anima, sia quando c’è che quando non c’è”. Egli stesso si definisce impotente e umile di fronte a un quadro, soprattutto se sempre allo stato embrionale; e allora con il quadro ci parla, gli chiede aiuto. È il quadro che deve dare un aiuto a Tullio perché esca fuori denso di significato, denso di anima, denso di arte, lui è solo il realizzatore materiale di un’idea.

Pericoli è un personaggio a cui piace trasmettere tanto in svariati modi: che sia acquerello, olio, matita o un costume teatrale -o magari una scenografia-, che sia un’eterea natura morta o un innevato paesaggio collinare, quello che importa è “ritrarre un pensiero, una visione del mondo”, come si confà a tutti i grandi ritrattisti.

È un peccato che il Bel paese ignori il proprio bagaglio culturale, ben rappresentato da artisti come Pericoli, soprattutto se è lo stato con il maggior numero di siti UNESCO (ben 47, di cui 44 culturali). Ed il bagaglio culturale italiano può fregiarsi di stemmi come il nostro marchigiano, al quale, purtroppo, non è data la dovuta riconoscenza.

Tullio Pericoli è un artista di cui si parla ma non troppo, che sicuramente merita la sua fama e magari anche una piccola visita alla mostra che presto si terrà a Pisa, sempre a Palazzo Lanfranchi. Andateci, non ne rimarrete delusi. Complimenti Tullio.

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