Ormai, i paesi del mondo su cui ancora non ho scritto niente, si assottigliano. Diventa sempre più difficile, quindi, andare a scovare, ricette e usanze di mondi magari distanti milioni di chilometri da noi, delle quali so pochissimo. Allo stesso tempo, però, questo processo, mi affascina moltissimo, perché oltre ai vari cibi, leggendo, per scrivere l’articolo imparo le cose più disparate sui vari popoli, e la cosa interessante è, che la maggior parte delle volte, queste sono quel genere di informazioni che non si trovano sui libri di scuola…
Questo mese, come a Marzo, andiamo in un arcipelago di Isole, anch’esso enorme e diversissimo al suo interno; come l’Indonesia: le Filippine.
L’idea, me l’ha suggerita un mio amico, che, parlando del più e del meno, mi ha detto che si sta appassionando a questa cucina, perché, come l’ha definita lui, «ha il giusto uso delle spezie, né troppo pressante come in Cina, né scarso come avviene spesso in quelle Occidentali».
Le Filippine, sono uno dei tre paesi a prevalenza cristiana dell’Asia, e ben il 92% crede in questa religione, questo si deve alla forte presenza coloniale che la Spagna ha esercitato sull’arcipelago. Il primo esploratore a raggiungere queste coste fu Ferdinando Magellano, nel 1521, con il primo viaggio nella storia che portò alla circumnavigazione del globo. Anche il nome è legato alla Spagna, deriva, infatti, da Filippo, che dal 1556 al 1598 fu Re Filippo II di Spagna, e gli fu donato dall’esploratore spagnolo Ruy Lopez de Villalobos.
Successivamente l’Arcipelago dopo una breve dominazione giapponese passò, per lungo tempo, fino alla sua indipendenza (al termine della seconda guerra mondiale) sotto il dominio americano, del quale infatti conserva l’inglese come lingua principale.
L’Arcipelago, che comprende 7.107 isole, è una delle zone con il più alto tasso di biodiversità al mondo. Il suo terreno altamente vulcanico, è molto fertile, ed è patria di grandi foreste tropicali, che rendono il clima molto piovoso. Al tempo stesso questo paradiso terrestre è estremamente pericoloso, infatti è al centro della cintura di fuoco del Pacifico, che la rende insieme al suo clima tropicale, patria di disastrosi terremoti e tifoni. Inoltre su essa ci sono vulcani enormemente pericolosi, in piena attività.
Dopo la sua indipendenza, il turismo è diventato il principale settore economico del Paese, sorpassando l’agricoltura. La nazione è governata da una democrazia, che però ha ancora molto lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda l’istruzione, lo sviluppo umano e l’assistenza sanitaria.
In questo arcipelago, misterioso, con monti alti oltre tremila metri, e fosse oceaniche profondissime, si stima sia presente il secondo più grande giacimento al mondo di oro, dopo il Sud africa. Tra i loro piatti tipici ho scelto di parlare forse di quello che è uno dei più caratteristici, il kare kare. Dove (come nel piatto trattato parlando dell’Indonesia) la forza vitale del piatto è data dalla salsa di arachidi fresche dentro la quale cuociono gli ingredienti. In parole povere esso è uno stufato; fatto con carne di manzo, mista a molti altri tipi di carne. Spesso, è accompagnato da verdure, alcune particolari come il cavolo a gambo lungo altre facilmente reperibili come le melanzane.
Kare kare:
Ingredienti
- 1 – 2 kg di Costine di Manzo (suddivisi in pezzi individuali di 7-10 cm)
- 5 cucchiai da tavola di Olio di Semi di qualità
- 5 spicchi di Aglio
- 1 grossa Cipolla
- 50 g di Pasta di Achiote
- Brodo di Manzo
- 50 g di Pane sbriciolato e tostato (usato come addensante)
- 125-250 g di Burro di Arachidi
- Sale e Pepe a piacere
Procedimento:
Cuoci le costine in acqua bollente fino a renderle molto morbide. Se possibile puoi velocizzarne la cottura utilizzando una pentola a pressione.
Rosola la carne nell’olio caldo, ottimo anche l’olio d’oliva, non tanto deve solo colorarsi, tre minuti da entrambi i lati. Poi toglila e lasciala raffreddare da parte. Trita finemente aglio e cipolla, e soffriggili a fuoco basso nello stesso olio.
Aggiungi la carne e la pasta di Achiote (un colorante naturale derivato da una pianta diffusissima in America del Sud, ingrediente principale tipico delle ricette di origine Maya).Lascia cuocere a fiamma viva per dieci minuti e poi aggiungi il brodo, perché non si secchi, poi getta in pentola anche il pane tostato e fai bollire tutto per cinque minuti.
Versa abbondate burro di arachidi, (l’unica alternativa disponibile in Italia) e mescola con vigore. Deve avere la giusta consistenza essere né troppo secco, né troppo liquido, aggiungi sale e pepe e servi.
Dario Soriani
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