Bozzetto non Troppo (Marco Bonfanti, 2016)
Da quest’anno il Cineclub Arsenale di Pisa ha avviato un’importante iniziativa legata al Festival del Cinema di Venezia. L’evento denominato “dalla Laguna al Lungarno” ha come compito quello di portare nella città della Torre film e documentari da poco proiettati nella kermesse lagunare. La nostra visione del weekend è dedicata al documentario Bozzetto non Troppo, dedicato al disegnatore e animatore milanese Bruno Bozzetto.
Il giovane regista Marco Bonfanti, anch’esso meneghino, ha dedicato al padre di West & Soda, di Allegro non troppo, del Signor Rossi e del mai troppo citato Cavallette – sebbene abbia ricevuto la nomination all’Oscar del 1991 – un delizioso, breve, poetico e pacato documentario. Tutti aggettivi che forse stridono nell’epoca nella quale viviamo e stridono anche con il mondo attuale dell’animazione mainstream, ma che declinati nel mondo di Bozzetto rendono a meraviglia il suo stato d’animo, la sua semplicità mischiata ad una sensibilità personale rara e il suo contatto con il mondo della natura.
Il documentario apre e chiude alcune finestre sulla vita del maestro milanese: insieme a Bozzetto sono co-protagonisti i figli, la moglie, i piccoli nipoti, materiale di repertorio dagli anni ’60 fino alle cose più recenti come gli incontri americani con John Lasseter e Nick Park. Con il sommo piacere di chi sta scrivendo, il documentario offre uno spazio anche al primo ed unico film non di animazione firmato da Bozzetto: Sotto il ristorante cinese.
Paradossalmente si è dato poco spazio alla genesi ideativa, tecnica e teorica dei suoi capolavori, infatti la brevità del documentario è l’unica pecca di un prodotto comunque delicato e istruttivo. Interessante è stato vedere il paragone tra lo studio Bozzetto dei primissimi e pionierstici anni ’60 e il lavoro attuale svolto dal medesimo studio: un divario di mezzo secolo che ha anche portato ovviamente la tecnologia del nuovo millennio ma anche molto più individualismo. Le facce dei giovani animatori sono rivolte esclusivamente agli schermi dei loro grandi monitor lcd; Bozzetto invece ha la faccia sempre rivolta verso una finestra, sia essa la finestra della sua casa di Bergamo con cani, gatti e pecora (che si crede un cane), sia essa la finestra del bellissimo buen retiro lacustre di Riva di Solto sul Lago di Iseo. Differenze di generazioni ma anche di prospettive. E la prospettiva bozzettiana che viene fuori da questo lavoro di Marco Bonfanti è sicuramente una prospettiva molto più aperta, panistica e progressista di quella paventata da molti giovani.
Tomas Ticciati
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