PISA – Il Festival Metarock ha attirato a Pisa moltissimi studenti e non solo: tre erano le date previste al Parco dell’Abetone ma solo due hanno avuto luogo. Purtroppo il 9 Settembre a causa della pioggia intensa il concerto della band emergente milanese, Canova, è stato rimandato.
L’entusiasmo dei fan di questo gruppo, però, non si è lasciato scoraggiare e alle 21.00 di giovedì 21 settembre numerose erano le persone in fila di fronte al Lumière per assistere al live.
Ad aprire la serata sono stati due giovani pisani, La polvere che per la prima volta, così hanno confidato al pubblico, si sono esibiti su un ”vero” palco presentando il loro nuovo disco.
Punto è il disco autoprodotto dallo stesso Francesco De Giorgio, uno dei membri della band. I due, dopo frastagliati incontri, hanno dato vita al loro gruppo e dopo aver passato le selezioni al bando Toscana 100 band hanno realizzato il primo lavoro. Il disco è incentrato sul genere pop con accenni di musica elettronica e con testi abbastanza impegnati che sono riusciti a coinvolgere positivamente il pubblico.
Scesi dal palco, La polvere ha lasciato posto ai protagonisti della serata, i Canova. Una pausa di qualche minuto è bastata a rendere trepidanti gli animi della folla. ”Ciao”, così Matteo Mobrici, il cantante, decide di accogliere il suo pubblico. Aprono con Aziz canzone malinconica che tratta di un amore andato male, dal ritornello coinvolgente e orecchiabile, che riesce a trascinare gli ascoltatori e renderli empatici, raccontando emozioni comuni. Alla fine è questo di cui tratta Avete ragione tutti, l’album d’esordio composto da 9 tracce, di amore e di odio. La voce di Mobrici riesce ad essere coinvolgente in tutti i brani, dai ritmi lenti come in La felicità a quelli più ritmati come in Threesome.
I quattro artisti si muovono disinvolti, si sentono a casa nel clima caloroso creato dal pubblico, anzi, sicuramente questa atmosfera è anche dovuta all’ambiente ristretto del Lumiere ed è lo stesso cantante a riconoscere che, forse, è stato meglio esibirsi così, piuttosto che all’aperto.
Il palco non crea distanza ma, al contrario, la coesione tra pubblico e artisti è molto forte, tanto che i Canova riconoscono tra gli spettatori volti familiari e ringraziano calorosamente i fan di essere lì con loro ancora una volta. Verso la fine annunciano di dover rispettare una promessa fatta tempo addietro: Matteo Mobrici si è seduto al piano e ha intonato Manzarek dedicando questa canzone ad una ragazza tra la folla.
Così, a fine serata il disco si è rivelato originale, senza bisogno di artifici, un disco scritto come di getto, spontaneo, da assaporare tutto d’un fiato, canzone dopo canzone.
Anna Urbani
Sara Mariani
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