I Mystery Ink dell’Associazione Intrecciamenti
Siete mai stati ad una cena con delitto? Uno di quegli eventi nei quali un gruppo di attori inscena un intrigo giallo che i commensali sono chiamati a risolvere.
Le cene con delitto, nate nei paesi anglosassoni, hanno preso piede in Italia, dopo varie evoluzioni, a partire dagli anni ’90. Esistono molte varianti sul tema e numerosi gruppi teatrali si sono adoperati per elaborarne versioni sempre più fantasiose. In questo numero vogliamo parlarvi dei Mystery Ink, un gruppo nato circa un anno fa in collaborazione con l’Associazione culturale Gaia di Livorno che si occupa della Promozione Sociale della Regione Toscana. Abbiamo incontrato, in rappresentanza del’intero gruppo, l’attrice Giulia Salutini.
Ciao Giulia. Così, per chiarire, chi sono i Mystery Ink?
Circa un anno fa l’Associazione Gaia cercava un gruppo di attori per un nuovo progetto: affiancare le guide durante uno dei loro trekking, per mettere in scena un intrigo giallo, al quale fare assistere il pubblico di “passeggianti”. Il caso ha voluto che fosse proposto ad una delle future ideatrici del gruppo. All’inizio era poco più di un hobby, in realtà poi è diventato qualcosa di molto serio. Inizialmente abbiamo preferito rimanere legati all’associazione Gaia per vedere se era una cosa che poteva funzionare, poi a distanza di un anno ci siamo accorti che potevamo camminare con le “nostre gambe” e abbiamo deciso di formare l’Associazione Intrecciamenti, nata ufficialmente poche settimane fa. Il progetto “Mystery Ink” ( questo è il nome che utilizziamo per le nostre cene/trekking/aperitivi/eventi con delitto) è formato da 8 attori/ improvvisatori: Samanta Mela, Lisa Polese, Luca Baldini, Achille Marciano, Andrea Cecere, Letizia Limitone, Giulia Salutini e Matteo Pantani, provenienti dalla provincia di Pisa e di Livorno, ognuno con la propria formazione ed esperienza teatrale.
Qual è la cosa più importante per un attore quando deve interpretare un personaggio nelle cene/ trekking con delitto?
Una delle caratteristiche che contraddistingue il nostro lavoro è l’improvvisazione. Non c’è mai un copione con le battute da imparare, ma sempre un canovaccio che comprende a grandi linee la storia e la caratterizzazione dei diversi personaggi, chi è la vittima, chi è l’assassino e ovviamente l’arma del delitto e le possibili accuse. Questo vuol dire che la concentrazione per noi attori deve essere doppia perchè è necessario tener bene presente la trama e non sbagliare quando i personaggi interagiscono tra di loro. C’è anche un vantaggio però: il tutto appare più vivo, i nostri personaggi possono entrare in contatto con il pubblico e al pubblico può intervenire facendo domande. Un’altra caratteristica che riguarda sopratutto i trekking è il movimento. Quando facciamo cene/aperitivi in qualche locale o privatamente gli spettatori- investigatori sono seduti al proprio tavolo e siamo noi a muoverci in mezzo a loro. In questo caso la performance si avvicina maggiormente al teatro. I trekking con delitto invece sono in continuo movimento: i partecipanti camminano con noi attori, ci seguono e ci inseguono e ovviamente alla fine sono chiamati a scoprire e rivelarci chi è l’assassino. Per rispondere alla tua domanda, direi che la cosa fondamentale per un attore/improvvisatore negli “eventi con delitto” è sicuramente la conoscenza del proprio personagio e la dimestichezza nel ruolo. È importante comunque vivere l’esperienza con energia, perché non è possibile divertire se non ci si diverte in prima persona.
Abbiamo detto che l’improvvisazione ed il caso sono determinanti. Quindi ci saranno sicuramente degli aneddoti buffi che puoi raccontarci?
Il primo aneddoto che mi viene in mente riguarda poche settimane fa. Eravamo a fare una “passeggiata con delitto” intorno al Lago Alberto, presso L’oasi Spondone di Guasticce (Li) . L’ambientazione era in stile anni ‘50. Avevamo da poco iniziato, gli spettatori erano attenti e noi attori eravamo immersi nel nostro personaggio quando ad un certo punto arrivano in mezzo a noi due sposi, con il fotografo e la wedding planner per andare a fare le foto intorno al lago. Ovviamente noi non ne sapevamo niente e abbiamo dovuto mantenere la concentrazione, rimanendo nel personaggio, mentre gli spettatori divertiti facevano gli auguri. Un’altra volta Samanta doveva interpretare una scrittrice famosa e per tutto lo spettacolo teneva in mano un libro con la sua foto in copertina. Ovviamente il libro era stato modificato da noi appositamente per il personaggio, ma il pubblico, a fine spettacolo, ha cominciato a chiederle se poteva acquistarlo. In un’altra occasione invece, eravamo stati ingaggiati per un addio al nubilato e celibato. Luca interpretava un animatore di una festa . Era lui la vittima designata quella sera e in tasca dei pantaloni aveva nascosto delle piccole capsule con dentro del sangue finto. Durante la scena, a causa di un brusco movimento, ha rotto una delle capsule e il sangue ha incominciato a colargli su tutta la gamba fino ai piedi. A pensarci bene però ogni volta che facciamo una serata succede qualche imprevisto su cui ridere quando l’adrenalina cala.
Che progetti avete per il futuro?
Idee tante. Sicuramente continuare con la tipologia di lavoro avviata, le cene con delitto, i trekking, gli aperitivi, gli eventi storici, trovando sempre nuove formule e nuovi spazi. Per quest’estate abbiamo un calendario fitto di eventi e stiamo inoltre lavorando al sito web, che uscirà a breve. Non ci diamo limiti, ogni idea stimolante è ben accetta.
Ringraziamo Giulia e facciamo a lei e ai Mystery Ink un grandissimo in bocca al lupo per tutti i “delitti” futuri!
Chiara Lazzeri
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