CALCI – E’ stato un riconoscimento importante per la Certosa, nel giorno scelto per festeggiare il suo compleanno, il 30 maggio appunto, quello di avere una delegazione del consiglio regionale, guidata dal presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani riunita nella sala del Refrettorio della Certosa stessa. Il sindaco di Calci, Massimiliano Ghimenti ha accolto gli otto (su quaranta) consiglieri presenti questa mattina: Gianni Anselmi, Fiammetta Capirossi, Tommaso Fattori, Irene Galletti, Francesco Gazzetti, Alessandra Nardini, Andrea Pieroni, Roberto Salvini. Oltre alla delegazione regionale molti i sindaci del territorio presenti, sopratutto quelli dei comuni dell’Area del monte Pisano, e altre importanti personalità tra cui il direttore del polo regionale museale della Toscana, Stefano Casciu.
Massimiliano Ghimenti, salutando la delegazione del consiglio regionale e tutti gli altri intervenuti, ricorda il percorso fatto in questi ultimi due anni e come la prospettiva della Certosa sia completamente cambiata. Due anni fa erano solo lacrime e grida di dolore; oggi ci sono grandi aspettative. L’evento che ha dato il via a tutti gli altri ed è stato precursore di una serie positiva di azioni è stato senza dubbio nel 2014 la raccolta firme promossa dal “Comitato Salviamo la Certosa” (oggi Associazione Amici della Certosa) per votare la Certosa nel celebre censimento del “Fai – I luoghi del Cuore“. Grazie al lavoro di moltissimi volontari e al coordinamento della infaticabile Fabiola Franchi la Certosa si è classificata seconda raccogliendo ben 92.259 preferenze e aggiudicandosi così i primi 50.000 euro destinati al restauro della Cappella del Rosario.
Il grande successo popolare riscosso dal censimento ha portato l’attenzione su questo splendido monumento e dal 2014 gli eventi si sono succeduti in rapida successione fino a fare arrivare circa 3 milioni e mezzo di euro in contributi da parte del Mibact, Ministero dei Beni Culturali, per il recupero del bene.
Oggi la Certosa, con i suoi 80mila visitatori all’anno è il secondo polo museale più visitato della provincia di Pisa, dietro solo a Piazza dei Miracoli.
Il 2016, anno del 650° anniversario della posa della prima pietra della Certosa, vede una serie di iniziative ed eventi e tra questi il sindaco di Calci ricorda:
- L’abbraccio a Nicosia perché Nicosia e la Certosa sono legate e si può salvare il primo solo vedendo questo legame;
- L’acquario d’acqua dolce più grande d’Italia, che già nei fine settimana successivi all’inaugurazione ha registato quasi 5mila visitatori;
- la cerimonia del 30 maggio. Il sindaco conferma l’impegno del Comune di Calci per salvare i due complessi monastici (Certosa e Nicosia), ma ricorda che questo sarà possibile solo con l’aiuto della Regione e del Ministero.
Tutti gli intervenuti hanno ringraziato l’Università per avere creduto da sempre in questo luogo prestigioso; e il presidente dell’Assemblea toscana Eugenio Giani ha rinnovato l’impegno e l’appoggio della Regione confermando che nel piano della Cultura sarà prevista una parte per il recupero della Certosa e sottolineando come ci sia bisogno anche di nuove infrastutture per facilitare l’arrivo e la fruizione da parte dei turisti. Giani ha voluto ricordare come l’ingente patrimonio culturale toscano nasca dal famoso “Patto di Famiglia” che, il 31 ottobre del 1737, Anna Maria Luisa de’ Medici, l’ultima discendente della famiglia dei Medici firmò in favore di Francesco de Lorena nominandolo unico erede di tutti i beni della famiglia dei Medici ma “con l’obbligo però di conservare in Firenze il patrimonio della casa dei Medici; con tale convenzione assicurò a Firenze quasi tutto il suo patrimonio artistico.”
Questo si collega anche a una dichiarazione che il consigliere Tommaso Fattori ha fatto prima dell’inizio della seduta, facendo notare come il suo gruppo (Toscana SI) abbia aderito ben volentieri all’iniziativa di oggi che è finalizzata a salvaguardare, tutelare e valorizzare un bene pubblico come quello della Certosa di Calci, ma come questa iniziativa sia in netta contrapposizione con il piano di alienazione, annunciato dal Presidente Rossi, che prevede la dismissione di ville, dimore storiche, giardini, parchi, oggi di proprietà pubblica: «Il patrimonio monumentale e storico-artistico, non è a disposizione del principe e dei suoi capricci – ha detto Tommaso Fattori – e a colui che custodisce tali beni non dovrebbe essere concesso di venderli». Quello che probabilmente avrebbe voluto anche Anna Maria Luisa de’ Medici.
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