Cuore di Pane, dal teatro al libro

I libri e il teatro: un connubio fin troppo facile. Esistono centinaia di migliaia di libri sul teatro antico, moderno, contemporaneo, opere, saggi, trattati, decaloghi e libri di aforismi.

Quello che interessava a noi però era entrare nel dettaglio, osservare da vicino un piccolo particolare di questo mondo vastissimo che è il teatro nei libri.

Abbiamo deciso di parlarvi di Cuore di Pane, nato come spettacolo per bambini e poi diventato libro illustrato, edito da Titivillus, una storia dolce, fatta di caparbietà e capacità di credere in sé stessi: due gemelle, una AttentaPrecisaSicura, l’altra SbadataSmemorataSbadata, figlie di fornai.

34661_1540769201289_2440064_nQuando la prima viene trasformata in un chicco di grano dalla Maga del Pane, la seconda deve intraprendere un lungo viaggio per riuscire a riabbracciare la sorella, un viaggio di crescita e di scoperta.

L’autrice del libro, e prima ancora drammaturga, è Rosa Iacopini, laureata dell’università di Pisa, scrittrice per amore, talentuosa per nascita.

È la sua voce a raccontarci in prima persona questo percorso, che dal teatro porta al mondo della letteratura.

Ciao Rosa, raccontaci come tutto è iniziato.

Lo spettacolo Cuore di Pane nasce dal volere della regista, Anna Dimaggio. È lei che mi ha scovato. Ha letto alcune cose che avevo scritto in passato e ha deciso di passarmi una serie di testi raccolti nel tempo. Mi ha dato carta bianca, dicendomi solo che lo spettacolo si sarebbe dovuto chiamare Cuore di Pane. Da lì sono nate almeno 3 o 4 proposte di testi differenti, alcuni parlavano d’amicizia, altri d’amore… Abbiamo scelto le sorelle e il tema della ricerca del proprio posto nel mondo.

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Il tuo ruolo è quello della drammaturga. Come hai lavorato per questa produzione?

Ho realmente fatto il lavoro che vorrei fare tutte le mattine quando mi alzo dal letto. Ho scritto un testo iniziale, che era una bozza, un’idea… Poi abbiamo lavorato sulla scena e per la scena: il testo è stato cambiato decine di volte, per accordarci con la musica (originale, di Gabriele Bochicchio), per facilitare l’attrice (Ilaria Gozzini) là dove era sufficiente che parlasse il corpo, per fondersi con la scena (di Federico Biancalani). Parlo al plurale perché il testo non lo sento mio, è davvero un lavoro di gruppo. Così, io, intendo il mio ruolo in teatro.

Il momento più emozionante (nel bene o nel male) relativo a cuore di pane?

Ce ne sono molti in realtà: la paura di non essere all’altezza, la prima volta che ho sentito la musica, composta ad hoc per lo spettacolo, le scene che riproducevano un paesaggio che credevo di non aver immaginato ed invece era proprio quello, identico.           Però… Quando ti siedi in mezzo ai bambini a guardare lo spettacolo e ti volti ad osservarli, i loro occhi, la loro attenzione, senti che capiscono tutto, che ridono, che interagiscono… Beh, se non ti emozioni lì sei un pezzo di pane secco!

Una volta finito lo spettacolo è arrivato il libro. Ma i libri, soprattutto quelli per bambini, non sono fatti solo di parole. Come siete riusciti a trasformare l’essenza di uno spettacolo in un libro illustrato?

Lì è arrivato il dramma. E chi l’aveva mai scritto un libro per bambini ?! Quali parole dovevo usare?! La storia è troppo complicata, funziona anche su carta?! Per fortuna, il gruppo era rimasto invariato: Anna , la regista, all’epoca era anche la curatrice della collana I Diavoletti e l’illustratore era ancora Federico, l’artista che ha curato la scenografia dello spettacolo. Loro mi hanno aiutato, ancora una volta è stato un lavoro d’insieme. Io e Federico abbiamo fatto incastrare le nostri arti: io scrivevo e lui disegnava, lui disegnava e io scrivevo. Federico ha usato una tecnica speciale, dove le illustrazioni non sono palesi, chiare, ma deve lavorare l’immaginazione, la creatività del bambino, per vederci quello che preferisce. Quindi le mie parole dovevano essere semplici (ma non banali), la storia doveva essere il più comprensibile e trasparente possibile. E devo dire di essere soddisfatta del risultato.

1240237_10202694207457440_608790356_nUn’ultima domanda: perché qualcuno (sia adulto che bambino) dovrebbe leggere Cuore di Pane?

Per alcuni amici – adulti – Cuore di Pane è stato catartico, perché si sono trovati nella stessa situazione della gemella SbadataSmemorataSbadata: non sapevano dove stavano andando, quale fosse la loro strada. Con Cuore di Pane io vorrei dire ai bambini solo una cosa: non accontentatevi! Non accontentatevi del primo lavoro che vi capita fra le mani, della fabbrica del genitore, se non è quello che volete fare. Cercate il vostro campo di grano! Fino allo sfinimento, se serve. Perché la gioia che avrete nello scoprirlo vi ripagherà di tutti i sacrifici, credete ad una che ancora ci prova!

Tanta passione in queste pagine delicatamente illustrate, voglia di trovare il proprio posto nel mondo, saggezza e speranza.

Che dire di più?

Tra poco è Natale. E un libro, nonostante i tempi bui, è sempre un ottimo regalo.

chiaraChiara Lazzeri

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