DON GIOVANNI E FAUST
Mercoledì sera in Sala Titta Ruffo, per il ciclo di Opere da Camera, la “tragedia teatrale con musiche”
dello scrittore tedesco Christian Dietrich Grabbe
Protagonisti cantanti e attori; al pianoforte Anan Cognetta, regia di Vittoria Lai ed Elena Marcelli.
In attesa del terzo Don Giovanni (Il Convitato di Pietra di Pacini) che, presentato in prima esecuzione italiana moderna sabato sera al Teatro Verdi, chiuderà il Dongiovanni Festival, ecco intanto un appuntamento davvero particolare, ideale ponte fra il festival che va chiudendosi e il nuovo che si apre (“Demoni e Angeli. Il Mito di Faust”).
Mercoledì sera (18 novembre ore 20.30), infatti, in Sala “Titta Ruffo”, nell’ambito del ciclo di Opere da Camera, è di scena “Don Giovanni e Faust” di Christian Dietrich Grabbe per la regia di Vittoria Lai e Elena Marcelli.
Nato nel 1801 a Detmold nella Vestfalia e lì morto precocemente nel 1836, Grabbe fu giudice militare, grande studioso di scienza e nel contempo complesso ed inquieto scrittore che creò numerosi testi teatrali, di cui molti lasciati incompiuti, tutti ispirati a grandi personaggi “titanici”, inventati o riesumanti dalla storia, perfezionando una tecnica di rappresentazione anticipatrice dell’espressionismo. Fra questi spicca appunto Don Giovanni e Faust (Don Juan und Faust, 1829), “tragedia teatrale con musiche”, unico suo lavoro rappresentata lui vivente, su musiche del poliedrico Albert Lortzing (errabondo compositore tedesco che fu anche attore teatrale, cantante, strumentista e direttore d’orchestra).
La pièce è ambientata a Roma: qui Don Giovanni dichiara il proprio amore a Donna Anna, la quale, pur ricambiandolo, sceglie di restare fedele al fidanzato Don Ottavio. Ad una festa danzante, successiva alle nozze di Anna e Ottavio, Don Giovanni incontra Faust, il quale è parimenti deciso a conquistare Donna Anna…
Inizia così questo dramma che, ispirato a Goethe e al Don Giovanni di Mozart, contrappone in modo simbolico due tipologie di uomo europeo: l’uomo nordico (Faust), più riflessivo e più chiuso in sé, che aspira a diventare un superuomo e il cui desiderio di conoscenza e la brama di potere non placano né la sua sete di conoscenza né la sua aspirazione alla felicità, e quello latino (Don Giovanni), che rappresenta la forza vitale e l’inarrestabile sensualità dei popoli meridionali. Faust ha fatto la scelta opposta a quella di Don Giovanni, una scelta la sua che, precisa, è tutta “tedesca” – di disprezzare il terrestre per aspirare al “soprannaturale” – contro quella “latina” di Don Giovanni, che invece cerca di godersi tutti i piaceri della vita, che è soddisfatto della sua dimensione umana, purché tutti i suoi desideri carnali siano appagati. Ambedue fanno, in senso diverso, un patto con Mefistofele, ma la sorte di ambedue sarà parimenti disastrosa.
Se all’epoca “Don Giovanni e Faust” si avvalse delle musiche di Lortzing, a Pisa viene proposta con le arie di diversi Don Giovanni (Mozart, Gazzaniga) e Faust (Boito, Busoni, Gounod)
Cantano Carlo Torriani, Vladimir Reutov, Roberto Cresca, Daniele Cusari, Sinan Yan, Giulia De Blasis; recitano Paolo Preziuso, Anna Estdahl, Federico Librino, Alessio Ulivi, Luca Tessieri, Bianca Mazzei, Veio Torcigliani .
Al pianoforte Anna Cognetta.
Biglietti ancora disponibili, posti limitati data la capienza della sala.
Per informazioni tel 050 941 111 e www.teatrodipisa.pi.it
- Le molte follie di William Shakespeare - 15 Febbraio 2016
- Il teatro-canzone di Neri Marcorè - 15 Febbraio 2016
- Febbraio: il teatro nel mese più corto dell’anno - 15 Febbraio 2016