La motion picture al femminile
Lo scorso 22 febbraio 2015 si è conclusa l’87esima edizione degli Academy Awards, altrimenti noti come Premi Oscar, il più prestigioso riconoscimento del mondo del cinema. Lo show è stato condotto egregiamente dall’attore Neil Patrick Harris che tra ironia e ufficialità ha accompagnato gli spettatori alla scoperta dei vincitori delle tanto ambite statuette.
L’8 marzo è stata la giornata internazionale della donna e tante sono le donne che, a loro modo, hanno lasciato la loro firma nella storia degli Academy Awards.
Il premio Oscar alla miglior attrice protagonista nasce nel 1928, mentre bisognerà aspettare il 1936 perchè anche i ruoli secondari ottengano il loro meritato riconoscimento.
«Ad ogni donna che ha dato vita ad ogni contribuente e cittadino di questa nazione, abbiamo combattuto per la parità di diritti di tutti. E’ giunto il momento di ottenere una parità di salario una volta per tutte e una parità di diritti per le Donne negli Stati Uniti d’America»
Queste le parole con le quali Patricia Arquette ha salutato la sua vittoria dell’Oscar come miglior attrice non protagonista nel film-progetto di Richard Linklater, Boyhood. L’attrice, favorita indiscussa nella sua categoria, ha sfruttato l’ondata del successo di Boyhood rivendicando con coraggio giustizia per tutte le donne vittime di ineguaglianze lavorative e sociali. Così l’Arquette si è aggiudicata l’onore di rientrare nella storia degli Academy Award non solo come vincitrice di un Oscar, ma anche come Donna indignata e portavoce di un forte messaggio di critica sociale.
Ma Patricia Arquette è solo un tassello delle “Donne memorabili” di cui è costellata la storia degli Oscar. Il primo vero segno lo ha lasciato l’attrice Hattie McDaniel, la prima donna afroamericana di colore a vincere un premio così prestigioso. La McDaniel ha ricevuto l’Oscar per la magistrale interpretazione della Mami nel classico Via Col Vento (Gone With The Wind, Victor Fleming, 1939), ruolo ottenuto anche grazie all’insistenza di Clark Gable.
Per quanto fosse difficile per una donna nera farsi strada nel competitivo mondo del cinema americano negli anni ’30 – ’40, Hattie McDaniel è comunque riuscita ad intraprendere un’invidiabile carriera, non solo cinematografica ma anche radiofonica tanto da permetterle di ottenere due stelle, col proprio nome inciso sopra, lungo la famosa Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.
L’ITALIA IN AMERICA…
Nonostante sia necessario tornare indietro di molti anni, anche le donne italiane sono riuscite a conquistare il loro posto nella storia Academy Awards.
«And the Oscar goes to…ANNA MAGNANI!»
Era il 1955 e per la prima volta è un’attrice italiana a vincere la famigerata statuetta, nel film La rosa tatuata (The Rose Tattoo, Daniel Mann, 1955). Nel 1962 è la volta di Sophia Loren che sbarca in America con La Ciociara di De Sica. Il ruolo di Cesira, ironia della sorte, venne inizialmente offerto proprio alla Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto interpretare la figlia, Rosita. Ma la Magnani non prese parte al progetto per non recitare accanto alla Loren. Detto fatto, la nostra attrice napoletana diventa Cesira e torna a casa con la statuetta degli Oscar tra le mani.
«Voglio condividere questa emozionante serata con i tre uomini della mia vita: mio marito Carlo Ponti, senza il quale non sarei la persona che sono diventata, e i miei due figli Carlo Jr. ed Edoardo che mi hanno insegnato a coniugare il verbo ‘amare’ ».
Sophia Loren
Ma per lei il percorso nell’Academy non si conclude qua: nel 1964 ricevette la seconda nomination come miglior attrice protagonista nel film Matrimonio all’Italiana, ma questa volta il riconoscimento andò a Julie Andrews per il ruolo di Mary Poppins. L’attrice, tra l’altro, è stata omaggiata quest’anno dalla cantante Lady Gaga che ha riproposto la sua canzone “The Sound of Music” del film Tutti Insieme Appassionatamente (The Sound Of Music, Robert Wise, 1965) vincitore di ben 5 premi Oscar, per il quale la Andrews ricevette la sua seconda nomination consecutiva. Arriviamo al 1991 e Sophia Loren riceve il suo secondo premio Oscar conferitole dall’Academy of Motion Picture Art and Science per la carriera e per l’impronta indelebile lasciata nel mondo del cinema nostrano e internazionale.
Molte altre le donne Hollywood divenute vere e proprie leggende. Donne che sono state e restano tuttora il cuore pulsante del’industria della motion picture al femminile. L’incantevole Katharine Hepburn durante la sua sfavillante carriera è riuscita a portarsi a casa ben 4 premi Oscar per i ruoli da protagonista in La Gloria del Mattino, Indovina chi viene a cena, Il Leone d’inverno e Sul lago dorato. La Hepburn ha collezionato ben 12 nomination e le sue quattro vittorie restano tuttora un record ineguagliato.
Il primato per il maggior numero di nomination tuttavia appartiene ad un’altra grande icona del mondo del cinema. Stiamo parlando dell’impareggiabile Meryl Streep che cavalca le scene del grande schermo dal lontano 1977. Il ruolo che l’ha resa celebre è stato quello di Joanna Kramer nel film Kramer contro Kramer (Kramer vs. Kramer, Robert Benton, 1979) che le regala la prima vittoria. La doppietta per lei arriva nel 1983 con il ruolo straziante interpretato ne La scelta di Sophie (Sophie’s Choice, Alan J. Pakula, 1982): donna polacca sopravissuta alle atrocità della seconda guerra mondiale e condannata a portare con se un peso (im)mortale e impossibile da cancellare, la terribile scelta di tenere in vita solo uno dei due figli deportati assieme a lei in un campo di concentramento. Il terzo riconoscimento arriva nel 2012 per il ruolo di Margaret Tatcher, nota come The Iron Lady (La Lady di ferro), in un film che ne ripercorre vita privata e politica.
Ad oggi Meryl Streep conta ben 19 nomination totali e 3 vittorie portate a casa. Giusto riconoscimento per un’ attrice capace di calarsi nei panni di donne dai mille volti. I suoi personaggi sono comici (Julie & Julia), passionali (I ponti di Madison County), perfidi (Il diavolo veste prada; The Manchurian Candidate), sensibili (Kramer contro Kramer), determinati (Il dubbio), scontrosi (I segreti di Osage County). Sono donne dai caratteri singolari, donne d’ispirazione, donne di speranza, donne sognatrici, o forse più semplicemnte Donne con la “D” maiuscola. Il contributo di Meryl Streep nel mondo cinematografico è di così alto profilo (per usare una definizione in voga) da farle ottenere la medaglia Presidenziale della libertà consegnatale da Barack Obama in persona lo scorso 24 novembre 2014. Stiamo parlando della più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America. Queste le parole del presidente degli Stati Uniti: «She inhabits her characters so fully and compassionately, saying it is the greatest gift of human beings that we have this power of empathy.»
Icone, dive, leggende, tanti i nomi stellati che hanno omaggiato il grande cinema e che andrebbero citate. Tra queste le indelebili icone di bellezza del passato da Vivien Leigh, due volte premio Oscar a Marilyn Monroe, simbolo indiscusso della moda e della bellezza femminile anni ’50, fino a Elizabeth (Liz) Taylor onorata con il terzo Oscar umanitario Jean Hersholt nel 1993, conferitole per il suo importante sostegno a cause umanitarie. La Taylor è stata fondatrice dell’American Foundation for AIDS research. Angelina Jolie ha ricevuto il medesimo premio nel 2014 per il suo impegno attivo nei paesi del Terzo Mondo.
Sul versante degli addetti ai lavori molte le donne premiate con l’Oscar. L’italiana Milena Canonero primeggia per i costumi. Il suo esordio sul grande schermo la vede a fianco di uno dei maestri del cinema: Stanley Kubrick, nel film Arancia Meccanica. Il primo premio Oscar arriva nel 1976 con Barry Lyndon. Nel 1982 Hugh Hudson le affida i costumi di Momenti di Gloria grazie al quale la Canonero trionfa per la seconda volta. Ma non finisce qui, nel 2007 è Sofia Coppola a volerla nella crew di Maria Antonietta, e il terzo Oscar è tutto per lei. E infine, il successo più recente: The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Non credo sia necessario aggiungere altro, onore al merito.
Altro nome importante è quello di Thelma Schoonmaker, montatrice statunitense e collaboratrice storica di Martin Scorsese a fianco del quale è riuscita a portarsi a casa ben tre Oscar: Toro Scatenato (1980), The Aviator (2004) e infine The Departed (2006). In occasione della 71esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, inoltre, è stata onorata con il Leone d’Oro alla carriera, primo caso, nella storia della mostra, in cui tale premio viene conferito ad una montatrice.
«And the winner is…well, the time has come…KATHRYN BIGELOW!»
Con queste parole Barbara Streisand conferisce l’Oscar a Kathryn Bigelow, la prima donna ad aggiudicarsi il premio alla regia. Era il 2010 e The Hurt Locker viene premiato con 6 statuette su un totale di nove nomination. Nel 2012 la Bigelow dirige Zero Dark Thirty, un film che racconta la cattura e successiva uccisione di Osama Bin Laden. Film che vede al centro un’altra figura femminile Maya Lambert, agente della CIA, interpretata da una credibilissima Jessica Chastain, ruolo che le regala la seconda nomination come attrice protagonista.
Bette Davis, Ingrid Bergman, Olivia de Havilland, Jane Fonda, Audrey Hepburn, Hilary Swank, Charlize Theron, Jodie Foster, Judi Dench, Cate Blanchett, Lupita Nyong’O, Jennifer Lawrence, il mondo del cinema è pieno di donne che hanno attraversato la storia dell’Academy. Attrici intense ma soprattutto donne che hanno saputo andare oltre il mondo fittizio dello schermo per divenire icone, fonte di ispirazione e simbolo per ogni donna che vive nel mondo reale, la dove le luci della ribalta sono spente e lo spazio che rimane è quello reale dell’esistenza.
Lorenzo Talotti & Biancamaria Majorana
- “Il cinema dipinto”, l’arte pittorica e cinematografica di Enzo Sciotti - 22 Settembre 2017
- L’anarchia antifascista di Giannini e Melato nel classico della Wertmüller - 21 Agosto 2017
- I Rhapsody con il loro tour d’addio alla Festa dell’Unicorno - 22 Luglio 2017