Premiazione categorie Cortometraggi, Videoclip e Trailer
Domenica 26 Aprile 2015 – ore 17 – Fi Pi Li Horror Festival, Nuovo Teatro delle Commedie, Livorno
La sala proiezioni del Nuovo Teatro delle Commedie si riempie in modo rapido. Registi, amici, conoscenti, semplici curiosi sono tra le varie tipologie di pubblico che hanno affollato la stanza. Dopo la sigla introduttiva del Festival dedicata a Giorgio Scerbanenco (creata per l’occasione da Giovanni “Soap” Saponaro), ecco che la scena viene presa dai giurati: Valentina D’Amico, Antonio Manetti (dei Manetti Bros.), Federico Frusciante e il presidente di giuria Ruggero Deodato; assente, invece, l’altro giurato Filippo Mazzarella.
La tensione si fa subito sentire visto che sia Frusciante che Manetti avvertono un generale peggioramento dei cortometraggi (circa settanta) presentati in concorso. Secondo Federico Frusciante questo abbassamento di qualità è dovuto alla troppa presenza delle rete nell’immaginario comune e allo spostamento della manovalanza dal cinema (corto o lungo che sia) alle web-series, lavori che mediamente sono molto più cliccati su piattaforme come YouTube. Si afferma inoltre che paradossalmente nei lavori dalla scarsa qualità tecnica sono presenti idee molto ben sviluppate, mentre alcuni lavori dalla pregevole fattura artigianale hanno dialoghi o situazioni narrative imbarazzanti, per non dire pessime.
Anche Ruggero Deodato è stato severo verso i giovani registi. Le sue parole di bonario rimprovero sono state indirizzate ai film-makers che non hanno il dono della sintesi (nel mucchio si potrebbe citare il brutto Circondati dalle tenebre, 30 minuti di durata. E pensare che è un’edizione ridotta…), cosa che in un cortometraggio deve stare al primo posto delle priorità. Deodato, avendo lavorato in moltissime pubblicità, ha raccontato di come sia fondamentale saper essere coincisi per narrare una storia, focalizzarsi su un’idea e svilupparla in pochi minuti. «Il corto deve essere strutturato come quando vai a rimorchiare una donna – dice il regista di Cannibal Holocaust – ci devi mettere tre minuti, quattro minuti, perché se ci metti cinquanta minuti quella è già andata via».
Quello che viene fuori di positivo, sia nelle parole dei giurati che in quelle del direttore Alessio Porquier, è la voglia di fare e di mettersi in gioco di moltissimi registi che, anno dopo anno, sono riusciti a far crescere il Fi Pi Li Horror Festival grazie ai loro lavori, e la speranza di tutti è che il Fi Pi Li continui ad essere un laboratorio di idee volte al miglioramento tecnico ed umano dei tanti giovani che si sono presentati.
I vincitori del concorso
Sezione Fake Trailer – The Night Of The Houngan di Raffaele Pastrello: nella categoria “fake trailer” il premio viene assegnato al video di Raffaele Pastrello. Veneto, classe 1974, Pastrello è riuscito a portare sullo schermo, in soli 5 minuti, un’angosciante avventura asfittica, con una fotografia che varia tra i colori saturi dell’introduzione e i colori freddi delle scene vere e proprie. Il corto non presenta dialoghi, caratteristiche che rende ancor più allucinante e straniante quest’incubo horror dall’impronta anti-narrativa.
Sezione Videoclip – True Song di Luca Baggiarini: Baggiarini è un videomaker con un curriculum molto vasto. I suoi lavori variano dal cortometraggio al booktrailer passando per il documentario ed il videoclip musicale. Proprio con un videoclip – True Song della Luca Casali & The Roots Band – il regista ha raggiunto l’ambito premio del festival livornese. Il collegamento con il mondo dell’horror e della paura è derivato dal tributo del video al film Cani Arrabbiati di Mario Bava.
Sezione Premio del pubblico – Too Late di Lorenzo Donnini: un corto già visto nella circostanza dello Smallmovie Festival di Calcinaia, per questo motivo mi autociterò: «un furto finito male con conseguenze inattese è quello che ci racconta Lorenzo Donnini nel suo corto Too late. Ambientato per la quasi totalità in un camper, il film – completamente senza dialoghi – innesta nello spettatore la giusta angoscia dovuta sia alla location claustrofobica, sia all’uso di invadenti (nel senso buono del termine) primi piani sul protagonista (il ladro, Pierfrancesco Bigazzi)».
Menzione speciale Ruggero Deodato – Thriller di Giuseppe Marco Albano: per fortuna che esiste la “menzione speciale Ruggero Deodato” altrimenti questo Thriller non sarebbe stato premiato. I motivi sono semplici: Thriller ha pochi contatti con il mondo della paura se non quello di avere un finale che ricalca il video Thriller di Michael Jackson, girato da un maestro come John Landis. Thriller meritava di vincere un premio perché G. M. Albano mette in scena una storia di fortissimo impatto sociale di cui tanto avrebbe bisogno il cinema mainstream. Tempo fa l’amico (o meglio, compagno) Federico Frusciante, in uno dei suoi interessanti video, si lamentava dell’assenza nel cinema italiano (soprattutto quello più popolare, perché è quello che dovrebbe arrivare al maggior numero di persone) di personaggi cassintegrati, di stoviglie da lavare, di sogni infranti e di rinascite improvvise. Tutto questo viene rappresentato in Thriller: una piccola gemma pop ma pesante come un macigno.
Vincitore del Fi Pi Li Horror Festival – Flu di Mattia Querci: il giovane regista livornese, in questi cinque minuti scarsi di girato, porta in scena tutte le sue più grandi influenze e passioni cinefile. Il protagonista del corto si chiama Bava (come i registi Mario e Lamberto) mentre la via di residenza del povero sventurato è Via Romero 66 (un chiaro riferimento al regista e all’anno di uscita de La notte dei morti viventi), l’impostazione narrativa del corto invece è più orientata verso La città verrà distrutta all’alba sempre di Romero. Con questo non vogliamo dire che il corto vincitore sia un accozzaglia malriuscita di idee altrui (come disse bene Davide Pulici «Perché esiste un cinema che non copia altro cinema?»), bensì un riuscito omaggio cinefilo, con una buona messa in scena claustrofobica e un dono della sintesi da cui molti dovrebbero imparare.
(le foto presenti in questo articolo sono state scattate da Giulia Barini, fotografa ufficiale del Festival)
- “Il cinema dipinto”, l’arte pittorica e cinematografica di Enzo Sciotti - 22 Settembre 2017
- L’anarchia antifascista di Giannini e Melato nel classico della Wertmüller - 21 Agosto 2017
- I Rhapsody con il loro tour d’addio alla Festa dell’Unicorno - 22 Luglio 2017