Manu Chao
Marina di Pisa, in questo Martedì 12 Agosto, sembra un’altra città. In piazza Viviani si sono riversati giovani e fricchettoni, rasta, bandiere della Palestina, odore di erba e bottiglie di vino. Il concerto inizia puntuale alle 19.30. Ad aprire le danze i toscani “Tamales de Chipil”, che riscaldano gli animi delle già molte persone sotto al palco. Propongono il loro stile, che mischia la canzone popolare messicana con le sonorità gipsy europee: riescono a far ballare, il clima inizia subito a farsi interessante. Molti fanno il bagno, altri ascoltano seduti mentre la piazza si riempie. I Tamales finiscono, e al loro posto sale Raphael.
Suona accompagnato da un dj, cantando le sue canzoni Raggae, classico ma di gusto, riesce a conquistare il pubblico che inizia a farsi numeroso. Quando salgono sul palco i Mellow Mood, in piazza ci sono già quasi tutte le oltre 12.000persone previste: è “Sold Out” la data toscana del “Bob Dylan Latinoamericano”. Piazza Viviani sembra un oceano di cuori che oscillano a tempo di musica. I Mellow Mood riescono subito ad accaparrarsi il favore del pubblico, molti conoscono le loro canzoni, il gruppo raggae de “La Tempesta” colpisce subito per avere due gemelli rasta identici, vestiti uguale, che rendono lo spettacolo esilarante. Suonano bene, fanno saltare, dedicano un brano al popolo palestinese e si alza un forte applauso dalla folla. Fanno un bis e lasciano il palco.
Alle 22.00 arriva il turno di Manu Chao, che nonostante i suoi 53 anni ha un’energia da far invidia a tantissimi frontman ben più giovani di lui. Sotto, le 12.000 persone iniziano a ballare e cantare con lui: un concerto preparato con i fiocchi per spingere alla danza. Un attitudine notevolmente più ska punk, rispetto al disco dove Manu suona molto più soffice e d’accompagnamento. Quando sale sul palco è un vero e proprio evento punk; o meglio Patchanka: il genere che lo stesso Manu coniò con il suo primo gruppo la “Mano Negra”. Suona per due ore, fermandosi solo due volte per pochi minuti, per tutto il concerto i cali di tensione sono pochissimi, sprigiona energia dall’ inizio alla fine.
Aspettavo qualcosa di più raffinato, ma ad ogni modo il concerto non mi delude. E’ perfetto nella sua intelaiatura. Perfetto per ballare in modo forsennato riff latineggianti dagli influssi folkloristici più disparati: non tanto musica, ma danza di sicuro: ed il pubblico infatti danza, danza, danza fino alla fine, quando lo stesso riff viene ripetuto una decina di volte. Il concerto finisce. Manu scende dal palco ancora energico, lasciandomi attonito per la sua energia, facendomi sperare di conservare quella forma quando avrò la sua età.
La Piazza si svuota: termina il più grande concerto degli ultimi 30 anni a Pisa.
Photogallery : Manu Chao a Marina di Pisa
Bernardo Sommani
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