PISA – Sabato 8 e domenica 9 aprile al Teatro Verdi di Pisa è andato in scena uno spettacolo inedito, Franco Stone, nato da un’idea dei Sacchi di Sabbia, di Sergio Costanzo e dei Gatti Mézzi.
La pièce è un’indagine comica e irriverente relativa alla possibilità che Mary Shelley abbia trovato l’ispirazione per la sua opera più celebre proprio nel territorio pisano: vi stupirebbe sapere che Frankenstein in realtà si chiamava Franco Stone?
La storia di Pisa, trascurata da molti, rimane spesso un mistero sebbene la nostra città nasconda segreti e leggende decisamente affascinanti. Tra queste l’inquietante vicenda del misterioso Franco Pietra (stone, per l’appunto), uno scienziato dedito agli esprimenti sull’elettricità animale applicata all’essere umano, di cui molto si parla nel periodo in cui Mary e Percy Shelley frequentarono le terre della nostra provincia.
Forse la scrittrice rimase folgorata dai racconti su questo raccapricciante personaggio, dedito all’applicazione del galvanismo sui cadaveri umani?
Possibile che non sia solo frutto della fervida fantasia della Shelley la storia di Frankenstein?
Questi sono i temi che incontriamo nel Franco Stone e la sensazione è subito quella di trovarsi di fronte ad un insieme di spunti interessanti.
La scelta registica è quella di coordinare sul palco diverse forme d’arte: recitazione, musica e grafica. L’atmosfera che si respira è piuttosto bipolare, tendenzialmente comica e irriverente, a tratti cupa e inquietante. Inconfondibile la nota di colore data dalle musiche dei Gatti Mézzi, decisamente esilaranti anche nei momenti di recitazione. Originale e apprezzabile l’innovativa idea del coro, formato da tre donne: una al centro e due a lato che, vestite in modo identico, ricordano un inquietante incrocio tra Mercoledì Addams e le gemelle di Shining.
In questo spettacolo si fondono leggenda e storia nell’intento, certamente apprezzabile, di valorizzare le potenzialità di un racconto a noi sconosciuto seppur geograficamente vicino. I dati della realtà infatti sono stati recuperati grazie agli archivi delle più antiche famiglie pisane.
Così scopriamo che i francesi sono stati a Pisa dove, tra le altre cose, hanno piantato un grande platano in piazza dei Cavalieri. Siamo nel 1816, ma la storia in questo caso è solo un elemento, al fianco del quale troviamo immagini fantasiose e divertenti che non possono che catturare la nostra attenzione. Si passa così dalla marcia dei francesi alla creazione di divertenti figure di fantasia come i livornesi-russi, facilmente distinguibili per il loro caratteristico abbigliamento formato da colbacco e infradito.
Il dato storico, tuttavia, viene presto abbandonato lasciando il posto all’intricata ricerca dell’identità di Franco Stone.
A questo è dedicata la seconda parte della pièce che, complessivamente, presenta alcuni limiti. Infatti lo spettatore ha difficoltà a cogliere il file rouge che riunisce i frammenti di questo puzzle di cui riusciamo a cogliere un’immagine non troppo nitida. La scelta potrebbe del resto essere legittimamente intenzionale, tuttavia, in questo caso, dovrebbe forse essere portata avanti con più decisione. L’elemento mancante è proprio quello della coerenza narrativa che fino alla fine il pubblico ricerca in un colpo di scena chiarificatore. Al termine della pièce rimane lo stupore per quella che scopriamo poter essere l’origine di uno dei racconti più inquietanti della letteratura mondiale, inaspettatamente legato alla nostra città.
Attendiamo dunque ulteriori sviluppi per un’idea che merita di essere portata avanti e anche esportata fuori dal territorio. Intanto, nell’attesa, ci allontaniamo dal teatro canticchiando le canzoni che abbiamo con piacere ascoltato, arricchiti e forse un po’ inquietati da questa nuova e sorprendente scoperta.
FRANCO STONE
Una storia vera
prima nazionale
da un’idea de I Sacchi di Sabbia, Sergio Costanzo, I Gatti Mézzi
con Marco Azzurrini, Francesco Bottai, Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Tommaso Novi, Rosa Maria Rizzi, Giulia Solano
testo e regia I Sacchi di Sabbia
musiche I Gatti Mézzi
scene e costumi Guido Bartoli
costruzione scene Paolo Bruni
disegno luci Stefania De Cristoforo
una produzione Internet Festival/I Sacchi di Sabbia in coproduzione con Armunia
in collaborazione con la Fondazione Teatro di Pisa e con il sostegno della Regione Toscana
Visto sabato 7 aprile al Teatro Verdi di Pisa