Eesti Teatri, ja Muusikamuuseum. Gli strumenti musicali estoni attraverso i secoli
Anche in questa rubrica parleremo di “faccende” estoni, in particolare di faccende musicali estoni. Nel Muusikamuuseum di Tallinn, situato nella vecchia città in Müürivahe è tutt’ora in corso una mostra di strumenti musicali folk, insieme alla curiosa esposizione permanente del museo che raccoglie meraviglie della strumentazione musicale tardo ottocentesca e del primo novecento di Germania, Finlandia e Austria.
Alcuni di voi si saranno chiesti cosa si suonava nei secoli passati, oppure quale fosse l’antenato nordico del pianoforte, dell’organo e della tastiera (fortepiano e clavicembalo a parte), quale quello del violino, oppure se anche nel 1800 si poteva comodamente ascoltare musica in casa come facevano le vecchie generazioni con il grammofono, come facciamo noi ora coi cellulari, lettori mp3 e altre diavolerie varie, o ancora, con quali strumenti si suonava la muisica folk degli antenati, e se gli organetti di strada, stereotipo del viandante di un est malinconico, fossero musealizzati e tuttora reperibili.
Qui si possono trovare le risposte a molte domande, ma vi assicuro che ciò che l’esposizione mostra è qualcosa di unico, credo da poter classificare con quell’esclamazione ingenua e meravigliata che suona un po’ come “non sapevo che esistesse!”
All’interno della sala dell’esposizione permanente, ad accogliere gli osservatori abbiamo trovato un grande mobile simile a una cristalliera alto quasi due metri, che però non contiene né calici né bicchieri, bensì un gigantesco cilindro in ferro su cui sono incise piccole fessure: si tratta di un carillon gigante da sala che funzionava con un meccanismo manuale come i piccoli carillon tascabili talvolta reperibili nei negozi di giocattoli. Accanto, riposava in silenzio il Kalliope, un carillon con il nome della Musa della musica che assomiglia molto a un giradischi da 33 giri: una lastra circolare metallica, azionata da una manovella, innescava una molla che avviava il disco e quindi la musica. In seguito si poteva vedere l’Atutomaton, un altro tipo di carillon gigante che funzionava come un teatrino delle marionette: quando il cilindro girava, oltre alla musica, delle piccole figure iniziavano a danzare in una scenografia di specchi, avanti e indietro, roteando su sé stesse come le ballerine di alcuni orologi a cucù; mentre il pezzo forte era il boy with a piglet un carillon composto da un maialino e un ragazzo azionati dagi ingranaggi del meccanismo che nel mentre produceva musica.
Più che semplici strumenti musicali erano vere e proprie opere d’arte, complesse da costruire, ma che ben dimostravano la necessità di riprodurre la musica in modo personale già dalla fine dell’ottocento, musica che si univa alla ricerca dell’opera d’arte totalizzante, fatta anche di teatro e di danza come appare avidente nell’Automaton di fattura tedesca, cui abbiamo accennato sopra.
L’esposizione proseguiva con vari tipi di organi e piccole tastiere portatili che già davano la possibilità di imitare e produrre suoni diversi da quelli per cui erano state costruite, come accade nelle tastiere odierne: vari organi, come quello realizzato nel 1874 da un maestro dell’Estonia occidentale e appartenuto al compositore estone Peter Süda, erano dotati di piccole manopole che, se azionate, producevano il suono che vi era sopra scritto “vox humana”, “violin”, “principal forte”, “piano” etc. Tutti gli strumenti potevano essere ascoltati tramite uno schermo interattivo che permetteva di selezionarli e sentirne il suono, passatempo straniante ma divertente.
Nella sala accanto era istallata l’esposizione temporanea di strumenti musicali estoni e finnici tipici della folk music nordica. Oggetti molto particolari dai lunghi nomi difficilmente pronunciabili, erano corredati di fotografie che li ritraevano nel loro uso: si potevano osservare corni di capra intagliati al fine di crearne dei flauti (gli sokusarv, sikusarv, lotusarv, metaasarv) e le cetre della tradizione nordica come i dulcimers e gli harmonium, sia da pizzicare con le dita, sia da suonare con i martelletti, come comunemente accade nella musica folk irlandese (in giro per Tallinn erano presenti molti musicisti di strada che suonavano questo strumento con i martelletti). Protagonisti erano altri strumenti a corda come la moldpillid, un piccolo violino senza manico a tre o quattro corde che produce quel suono stridente simile alla viola, associato spesso al mondo medievale anglo-germanico, oppure la kvadrolin (quadrolina) costruita dal musicista Ülo Kuryk, un insieme di chitarra, violino, liuto e basso. Accanto si potevano vedere rudimentali amplificatori per violino a forma di cono del grammofono oppure i curiosi esperimenti meccanici di Ernst-Erik Bombe che costruiva strumenti musicali dai pezzi di scarto trovati nella fabbrica in cui lavorava (in mostra sono visibili una piccola tastiera portatile e una chitarra per bambini, costruita con la cassa di un registratore).
Anche di questi strumenti, attraverso uno schermo interattivo si poteva ascoltare il suono.
Per tutti gli appassionati di folk music, strumenti musicali non canonici, alla scoperta di suoni antichi ma nuovi alle nostre orecchie, per tutti gli amanti dei congegni meccanici e danzanti, per chi apprezza lo stile steam-punk e ama quell’atmosfera tardo ottocentesca fatta di legni scuri e di macchine pesanti rese aggraziate dall’arte, Tallinn e il suo museo della musica fanno per voi.
L’esposizione temporanea chiuderà il 31-12-2015.
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