Gli uomini preferiscono le bionde è un film di Howard Hawks del 1953, protagoniste due star del firmamento hollywoodiano, la bionda esplosiva un po’ oca, Marilyn Monroe, la bruna altrettanto esplosiva, niente affatto oca, anzi molto furba, Jane Russell. Il contrasto del colore dei capelli è risolto dai maschi che preferiscono le bionde, più algide forse, ma più docili, rispetto alle focose e caratteriali brune. Il film di Howard Hawks usciva nelle sale quasi settant’anni fa, prima cioè della seconda ondata di femminismo, dopo quello pionieristico delle suffragette. Il doppio stereotipo della bionda stupida e della mora molto furba è chiaramente antifemminista. Ma si può leggere anche in altro modo. La cacciatrice di dote ha le forme provocanti e morbide di Marilyn, inevitabilmente, ma Piggy, il milionario che trepida per uno sguardo femminile accondiscendente è proprio scemo. Charles Coburn è perfetto nel personaggio di Sir Francis Beekmam, sigari, monocolo e diadema di diamanti inclusi. Non viene il dubbio che il film, sotto sotto, sia proprio un manifesto femminista? che mette donne dal diverso colore dei capelli nella stessa trincea della battaglia tra sessi? L’amicizia tra Marilyn Monroe e Jane Russell come persone, ma anche quella tra i personaggi nel film, va di pari passo con la loro liberazione sessuale. C’è di più: il senso vero della canzone I diamanti sono i migliori amici delle donne è quello che le donne se fossero indipendenti in quanto a soldi, degli uomini, in fondo, non saprebbero che farsene. O meglio, la liberazione materiale è anche una liberazione culturale delle donne dal paternalismo maschile. Ma Marilyn e Jane sono sfacciatemente una bionda e l’altra mora? Nel titolo del film l’evidente risposta maschile. La Monroe aveva fama di bambola sexy, ma anche di tossica, promiscua con due fratelli Kennedy, potenti e collusi con poteri opachi, morta in circostanze misteriose e molto sospette. Il biondo della diva era oscurato da situazioni e sentimenti bui. La bionda platinata dello schermo aveva anche una personalità reale, era bionda sì. ma anche intellettuale; a parte aver sposato uno dei maggiori commediografi del tempo, Arthur Miller, leggeva Proust e Nietzsche, autori non certo alla portata di tutti. La biondissima bianca era anche amica e sostenitrice della mora e nera Ella Fitzgerald, che ricordava come la Monroe personalmente avesse chiamato il proprietario del club Mocambo, all’epoca un locale segregazionista, per chiedere di farla, promettendo di essere al tavolo in prima fila ogni sera, e di portare la stampa con sé, se il proprietario l’avesse scritturata. Successe quindi che la Fitzgerald diventasse una cantante che si esibiva solo nei locali maggiormente rinomati. Jane Russell probabilmente sta un passo indietro rispetto alla bionda, proprio perché gli uomini preferiscono le bionde. Ma la sua Dorothy Shaw è oltremodo femminista, sessualmente e culturalmente consapevole, specialmente in un’epoca di moralismo patriarcale imperante. Era famosissima come sex symbol, eppure la sua pubblicità del reggiseno Playtex, che divideva i seni lasciando libero il cuore, puntava alla pubblicità della comodità a scapito della sensualità. Il migliore amico delle donne non è un diamante, ma un reggisenso comodo. Certamente Jane, dotata di due seni enormi, e reclamava il diritto alla comodità. Le anonime supermodel di Victoria’s Secret, che mostrano lingerie sexissima, non pare abbiano fatto molti passi avanti; nessuna di loro ha seni grandi. Sarà un caso? Ebbene, la Lorelei Lee di Marylin Monroe e la Dorothy Shaw di Jane Russel, nonostante i colori diversi dei capelli, erano amiche inseparabili in caccia di uomini da sposare. Una devota all’altra, pronte a correre in aiuto reciproco in caso di guai. Una sola cosa le divide. Lorelei, la bionda, cerca appuntamenti solo con uomini ricchi, di cui si sarebbe innamorata solo dopo aver valutato il patrimonio. Sta andando a Parigi per sposare in segreto il ricchissimo fidanzato Gus, contro il volere del di lui padre, ma non resiste alla voglia di avere il diadema di diamanti che Piggy, proprietario di una cava di diamanti, gli regala rubandolo alla moglie. Dorothy, la mora, è la romantica che si innamora solo di uomini squattrinati purché belli. Questa volta si innamora di Malone, bello di certo, ma detective in incognito che deve smascherare la bionda cacciatrice di dote, per ordine del padre di Gus. Ognuna delle due amiche pensa che l’altra sia stupida a cercare il tipo di relazione preferito, ma si accettano lealmente. Ovviamente il film è a lieto fine. La mora sposa il detective bello e la bionda il ricco fidanzato.
Le due dive hanno però messo in scena la stessa faccia della volontà femminile, lo stesso femminismo. Sono belle e formose, ma sono anche e soprattutto sessualmente libere, consapevoli della propria forza culturale e fisica e, per questo, alla ricerca di un’indipendenza materiale. Bevono allegramente, fumano, anzi comprano sigarette senza mai fumarle nel film, ballano, partecipano a feste danzanti, si esibiscono in teatri, sono del tutto certe dei proprio obiettivi. Contrariamente agli uomini, sempre incerti su quello che vogliono; hanno bisogno di indagini segrete e del consiglio del vecchio genitore per decidere che donna vogliono sposare. Bionda o mora che sia.
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