Sex Grindhouse – from Pisa with love.
E’ un libro. Ma è anche un biglietto per entrare in un cinema molto particolare…
Presentato al Pisa Book Festival l’8 Novembre, nasce da un’idea di Gordiano Lupi (editore/produttore) e di Simone Giusti (curatore/produttore esecutivo) per Il Foglio Edizioni. Sex Grindhouse – from Pisa with love è una raccolta di racconti erotici ambientati a Pisa che si presentano al lettore come una carrellata di corti e mediometraggi, con gli autori che diventano registi e i personaggi attori. La sensazione che si prova non appena si apre questo libro è quella di varcare l’atrio di un cinema, cercare ardentemente un posto in platea e prepararsi alla proiezione di ben 22 film di un genere alquanto insolito.
Come era bello questo mio uomo. Ancora era paura, ma un po’ l’eccitazione aveva fatto capolino, aveva riempito il vuoto d’aria nella gola e lo aveva sostituito con una piccola pallina di ferro che si agitava nello stomaco alla vista del fiocco rosso e del suo proibito grembo di carta. – Yuri Leoncini
Perché Grindhouse? Le Grindhouse erano delle sale cinematografiche che proiettavano film d’exploitation (essi stessi poi chiamati Grindhouse), note per le proiezioni non-stop di film B-movie, poi diventati film erotici, pulp, macabri e sui generis, molto in voga dagli anni ’30 fino agli anni ’70. L’avvento degli home-video negli anni ’80 causarono la scomparsa del genere, riesumato poi da Quentin Tarantino con un film omonimo, Grindhouse appunto.
E dunque 22 autori, uomini e donne prevalentemente prelevati dall’interland pisano, si sono cimentati nella creazione di storie dai risvolti erotici ambientate a Pisa. Per gli abitanti della città toscana risulterà singolare riscoprire angoli urbani che fino ad allora avevano mantenuto ai loro occhi una banale connotazione di comuni ambienti cittadini, e ritrovarli come scenari di storie infuocate e avvolgenti. L’ambientazione dei racconti è talmente reale, che ogni lettore (pisano e non) si sentirà partecipe della storia percependola come vicina, come qualcosa che sta per accadere dietro l’angolo della propria casa.
L’orologio sul campanile del comune segnava mezzogiorno e dieci. Greta attraversò in fretta ponte di mezzo, tagliò per i loggiati poi si infilò nel primo vicolo dietro il comune, poi a sinistra e poi ancora a destra. Non era neanche a duecento metri dalla caotica Corso Italia eppure lì nel vicoletto il vociare non arrivava. Non era mai stata in quella zona. Trovò il portone verde come le aveva detto il tipo e suonò all’ultimo campanello. – Simone Giusti
Abbiamo chiesto a Simone Giusti dell’origine dell’antologia di racconti erotici ambientati a Pisa, e soprattutto di come sia nata l’idea di una trasposizione cinematografica:
L’idea di partenza era quella di creare un’antologia erotica, ma non un’antologia come le altre, qualcosa che si differenziasse da tutto il resto. Avevo dato molta libertà agli autori di spaziare attorno all’eros, e cominciai a ricevere racconti che sfociavano verso altri generi mantenendo l’eros e il sesso come fulcro centrale. Così mi è venuto in mente il cinema Grindhouse dove si proiettavano pellicole che non si censuravano sul sesso esplicito e sulla violenza cruda. Da lì a Sex Grindhouse e a vedere l’antologia come una rassegna di storie sexploitation il passo è stato breve. In pratica, una folgorazione in un pomeriggio assolato in cui passeggiavo su e giù chiedendomi quale titolo avrei dovuto dare alla raccolta. E dopo il titolo è nata anche la metafora del cinema.
Una volta entrato in questo cinema unico nel suo genere, lo spettatore potrà vivere storie in cui la sua immaginazione costituirà un ulteriore personaggio, perché dove c’è erotismo, c’è non detto, ed è certamente più seducente ciò che viene celato di ciò che viene rivelato apertamente. Spazio quindi alla fantasia che sarà libera di muoversi in luoghi reali e probabilmente conosciuti, ovvero le strade e le calde case pisane. E come leggeremo nella citazione all’inizio dell’antologia:
In ogni incontro erotico c’è un personaggio invisibile e sempre attivo: l’immaginazione. Octavio Paz
Maria Cristina Impagnatiello
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