Haiku… la poesia dello spirito

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BASHO

 

La campana del tempio tace,

ma il suono continua

ad uscire dai fiori

 

ISSA

 

monti lontani

negli occhi riverberan

le libellule

 

KOBAYASHI ISSA

 

In questo mondo

contempliamo i fiori;

sotto, l’inferno

 

Per l’uscita del secondo numero di Tuttomondonews, ho pensato di affiancare alla narrativa e alla prosa un piccolo spazio dedicato alla poesia.

E prima di lasciarci, in vista delle prossime vacanze e di un caldo agosto che si avvicina, ho deciso di intraprendere il tortuoso cammino delle parole poetiche partendo da un componimento nato in Giappone: l’ Haiku.

Il mio incontro con questa forma di poesia risale a non troppo tempo fa e, prima di allora, mi era assolutamente sconosciuto. Ma è stata da subito folgorazione e da allora l’Haiku mi accompagna con quella delicatezza della poesia capace di toccare le corde più profonde ed intime dell’animo.

L’Haiku è un componimento poetico, nato in Giappone, composto secondo una precisa struttura sillabica. Si articola in tre versi rispettivamente di 5, 7, 5sillabe, per un numero complessivo di 17.

Ogni haiku contiene un kigo, ossia una parola – fiore, frutto, festività o altro – che evoca la stagione che lo incornicia.

ancora una

volta qualcuno mi oltrepassa –

sera d’autunno

Kobayashi Issa (1763-1828)

haiku3

Una struttura rigidamente codificata nasconde e rivela tutta la semplicità e il potere evocativo di una poesia capace di parlare a tutti.

Considerato a lungo un genere poetico popolare, la sua fortuna e sviluppo tematico e formale si deve ad alcuni poeti giapponesi, tra i quali Matsuo Basho e Kobayashi Issa, i quali, intorno al XVI secolo, vollero restituire dignità alla poesia haiku, facendone lo strumento principe di una poetica intima, raccolta, tanto e così vicina a quel rigore e a quella profondità che è nota distintiva del Giappone, del suo popolo e della sua cultura.

L’haiku, poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, senza particolari costruzioni o artifici retorici e stilistici, fa dei fiori, dei colori, delle montagne, degli elementi atmosferici il filtro attraverso il quale restituire un sentire che negli elementi naturali sembra trova la sua rappresentazione visiva.

Potrebbe sembrare contraddittorio definire l’haiku in termini di immediatezza e, allo stesso tempo, doverne rispettare rigidamente specifici parametri di composizione sillabica.

In realtà il nesso tra forma e contenuto nell’haiku è fortissimo. La rigidità strutturale richiede un’ estrema sintesi di pensiero e di immagine.

Comporne è un esercizio rivolto a scarnificare le parole, a eliminare il più, il sovrabbondante per arrivare al centro del senso da restituire attraverso un’immagine rapida, intensa, capace di catturare, in poche parole, la fugacità del presente per cristallizzarvi un sentire universale.

Questa fugacità d’ immagine si incentra, di solito, su specifici stati d’animo: il silenzio, l’imprevisto, il rimpianto, la nostalgia, il misterioso fascino della natura, ma in ultimo è rimesso al lettore il compito di saturare, di completare il processo di senso dell’haiku, di ricercare nei suoi versi, secondo i propri tempi e il proprio sentire, le tracce del proprio di stato d’animo.

haiku

Ecco il segreto e la forza evocativa di questa poesia: pochi versi, distribuiti in sillabe codificate, per catturare in immagini fugaci, con la natura al loro centro, la complessità dell’umano sentire.

Un sentire nel quale l’io del poeta e il suo stato d’animo, nell’haiku, possono restare celati, come palesarsi, per parlare, nell’ora, attraverso ogni tempo, di un’umanità che nell’ascoltare il proprio spirito ci rende vicini e simili in ogni dove.

Colori lievi

Solo camelie

Nella foschia mattutina

Mizuhara Shuoshi (1891-1981)

SUZUKI_Swift_ShortArticles_2012_AUG_haiku_01Oggi l’haiku sta conoscendo fortunata anche in Occidente e molti sono i poeti che ne hanno scritto e ne scrivono. La forza dell’haiku di saper parlare, nel qui e nell’ora, senza filtri, l’universalità dell’essere uomini, è stata  colta anche da alcuni illustri poeti della nostro paese.

 La celebre poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti ne è un esempio: immagine della natura, espressa in pochi versi, evocativa di una situazione, qui, quella della fragilità della vita di un soldato in guerra, la cui esistenza può essere spezzata da un colpo di fucile, con la stessa facilità con la quale un soffio di vento porta via le foglie dagli alberi in autunno.

Soldati

Si sta

come d’autunno

sugli alberi

le foglie

 

Lo stesso poeta Edoardo Sanguinetti ne ha composti molti.

 Sessanta lune

i petali di un haiku

nella tua bocca

 Ancora Franco Battiato ha scritto e composto una canzone intitolata “Haiku”.

Molti altri potrebbero essere i nomi da riportare, questi bastino per rendere l’idea di come questa poesia, ancora a tanti ignota, si sia in realtà fatta spazio anche nella letteratura occidentale, abituata forse ad una maggiore articolazione ed ipertrofia di pensiero.

A mio avviso, uno degli ambiti più interessanti, nei quali oggi l’haiku trova applicazione, è in campo medico. Sempre di più la poesia Haiku viene utilizzata come forma di scrittura terapeutica, connessa al percorso di cura di patologie particolarmente invasive e psicologicamente provanti.

Nel trattamento dei Disturbi del comportamento alimentare, come nella cura di alcune forme tumorali, la scrittura terapeutica ha dato ottimi risultati, anche se in Italia fa ancora fatica a trovare un suo spazio riconosciuto.

La scrittura terapeutica diviene un modo per conoscersi e per prendere le distanze, attraverso la parola, da un vissuto che speso pesa e provoca un dolore difficilmente esprimibile e comunicabile. La scrittura, allora, diviene il filtro per guardare alla propria esperienza di malattia con il giusto distacco, per poter elaborare criticamente ed accettare con più indulgenza e tenerezza la dura prova che si ta affrontando.

L’haiku proprio perchè poesia che tende a eliminare l’eccesso, ad andare al senso profondo del sentire, si è rivelata una forma di scrittura terapeutica particolarmente adatta nel contrastare quell’ipotrofia di pensiero che spesso caratterizza la malattia.

Scrivere, scegliere le parole giuste, quelle e non una di più è una di meno, può certamente, se non risolvere, almeno aiutare ad accettare il proprio vissuto; e in questo, l’haiku non può che essere un’arma efficace e particolarmente adatta.

Nel nostro paese, la scrittura terapeutica, fa ancora fatica a trovare un’applicazione sistematica in ambienti di cura diversificati, mentre all’estero, soprattutto in America, ha dato già prova di essere un buon strumento di supporto al malato.

La medicina cura il corpo, ma spesso ci si dimentica che è l’anima che, prima di tutto, ha bisogno di trovare un luogo e, in questo, la parola, anche nel dolore, può condurre finalmente a casa.

 

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2 comments to “Haiku… la poesia dello spirito”
  1. Ho conosciuto l’ HIKU da poco mi è piaciuta moltissimo la trovo una tecnica semplice ma di un valore e un’intensità così profonda e terapeutica. Emozioni sentimenti capacità che affiorano piacevolmente!

    • Non posso che concordare con le tue parole… la vita è complicata per semplicità diceva qualcuno e l’haiku aiuta a muoversi nel difficile per riscoprire la semplicità dell’essenziale.
      un caro abbraccio

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