Ecco il secondo numero di Tuttomondo Magazine. Ragazzi! È un bel traguardo, si poteva anche smettere subito, e invece no. La cosa ci piace e sembra che non siamo soli. Anzi, rigrazio subito tutti quelli che hanno manifestato il loro gradimento per il primo numero del Mag dedicato alla trasgressione.
L’altra volta avevo scritto che “Tuttomondo news è una rivista pubblicata solo online e che il web è un mare ma ci piacerebbe nuotare scegliendo una direzione…”. Era inevitabile che il mare sarebbe stato il prossimo argomento da approfondire.
E il mare, come si sa, non sta fermo mai. Lo guardi e hai già perso di vista la forma dell’ultima onda. È blu, verde, nero, grigio, può essere perfino rosso scuro come il color del vino. Riflette i colori del cielo e della terra, riflette i pensieri dei nostalgici che siedono sul molo a guardare l’orizzonte. Fa compagnia a grandi e piccini che da quel molo gettano una lenza per prendere un pesciolino.
È talora minaccioso, profondo, può mettere paura, allo stesso modo di come può essere bello, calmo e trasmettere gioia, una tavola piatta su cui planare e navigare da un porto a un altro. Il mare ha una superficie e una profondità. Un “sopra” e un “sotto”, due categorie fisiche ma anche di pensiero. Un modo di ordinare i pensieri, un modo per mettere in luce o in ombra cose e accadimenti. Un modo per dire che le vicende umane non finiscono con la loro superficie.
Il mare fa rumore, di giorno e di notte, e ha ispirato gli artisti di ogni tipo, alti e bassi nei toni e nei gusti. Dal mare nascono le divinità più belle, le leggende più antiche e profonde, nel mare sono scomparse le navi più ambiziose e i transatlantici più grandi, dal mare arrivano i regali più inaspettati e grandiosi. Nascono sirene e mostri, ninfe e tritoni. Ci puoi perfino immaginare l’esistenza di continenti sommersi. Basta avere un sottomarino, un batiscafo, o solo molta fantasia. Dalle sue onde guizzano in tavola prelibatezze culinarie che solo un cuoco maldestro può riuscire a rovinare. Se dici cucina di pesce pensi subito a materie prime preziose, costose, oppure semplicissime, fatte di cose molto povere che proprio per questo sono gustosissime.
Tutta l’umanità dovrebbe accorgersi di avere oggi più di ieri una grande responsabilità verso il mare. Si dice sempre che tre quarti del mondo sono fatti di acqua. Ed essendo il mondo grandissimo rispetto a ognuno di noi, la quantità di acqua e di spazio disponibili ci sembrano proprio infiniti. Ci stiamo accorgendo che non è così. L’Oceano non è infinito e, soprattutto, non può essere trattato come una pattumiera. Proprio in questi giorni si è sentito dire in televisione e alla radio che il satellite cinese che ha perso la bussola è caduto “fortunatamente” nel mezzo del Pacifico, “senza danni”. Come senza danni? E tutti i pezzi di metallo che finiranno in pancia al Pacifico, non sono un danno? Certo nessuno si è fatto bernoccolo in testa pigliando un detrito dritto dritto su capo. Ma basta questo per dire tutto?
Non ci pare di avere affatto esaurito tutto quello che si può pensare, dire, immaginare, sognare, leggere e scrivere sul mare. Sospetto che la redazione voglia riprendere l’argomento anche in futuro. Io ne sarei felice. Un tuffo dove l’acqua è più blu lo rifarei anche subito.
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