Impara? No, prendi l’arte e mettila da parte: sul ritrovamento delle tavole trafugate dal museo di S. Matteo a Pisa
Il museo di S. Matteo ha subito una grave perdita di cui solo recentemente è divenuto consapevole: dodici dipinti partiti per un restauro sono scomparsi nel silenzio.
Con l’arrivo del nuovo direttore del museo, Dario Matteoni, A gennaio 2014, dopo alcune ricerche, è emersa dall’inventario la mancanza di alcune opere. Dopo la denuncia di scomparsa da parte del direttore, i carabinieri hanno iniziato le indagini. Alla ricerca delle tavole. Il tutto è cominciato nel maggio del 2002, quando i diciassette dipinti (15 tavole e 2 tele), quasi tutti risalenti al XVI secolo, erano stati consegnati a Marco Gazzi, restauratore accreditato alla Soprintendenza di Pisa, con laboratorio in Lucca, per un lavoro di manutenzione.
Tralasciamo i dettagli di cronaca, già apparsi su tutti i quotidiani, circa lo svolgimento delle indagini ed il successivo ritrovamento.
Ci interessa ringraziare il Direttore del Museo, grazie al quale le ricerche sono iniziate e i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, grazie ai quali le dieci opere sono state recuperate e valutate per una somma che ammonta a quattro milioni di euro. Tra le tavole recuperate vi sono:
– un dipinto olio su tavola raffigurante “la caduta di San Paolo”; – un dipinto tempera su tavola raffigurante “San Giuseppe e Gesu’ Bambino”; – un dipinto olio su tavola raffigurante “Madonna addolorata” precedentemente attribuita a un allievo di Quinten Metsys, ma ora accreditata come opera autografa del maestro; – un dipinto olio su tavola raffigurante “Ritratto di Dante”; – un dipinto olio su tavola raffigurante un “Santo Vescovo”; – un dipinto tempera su tavola raffigurante “San Benedetto e Santa Scolastica” attribuito al Sodoma. – due dipinti olio su tavola raffiguranti “scene sacre”. – un dipinto olio su tavola raffigurante “Santo con armatura”.
Dal 6 giugno le tele sono tornate al museo per una mostra temporanea nell’attesa della collocazione definitiva nel percorso museale.
Con un auspicio alla valorizzazione e alla possibilità di conoscere e studiare queste opere, e ad una attenzione per l’arte fiamminga; speriamo che un caso così unico nel suo genere non ricapiti più. Nell’ attesa di una collocazione definitiva nelle sale del museo invitiamo comunque i cittadini a visitare queste preziose opere nell’esposizione temporanea allestita al S. Matteo
Virginia Villo Monteverdi.
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