L’abito non fa il monaco, ma il monaco indossa l’abito. Parafrasando in maniera che a prima vista sembrerebbe banale questo famoso aforisma in realtà si vuole portare a riflettere sull’importanza che ha avuto l’abito e in più in generale la moda nella società umana dalle prime forme di aggregazione sociali complesse sino a oggi. Gli abiti e gli ornamenti hanno espresso da sempre chi fosse o chi volesse essere l’uomo che li indossava facendo della moda uno degli strumenti di comunicazione più efficaci al mondo.
Nella civiltà etrusca, una delle culture pre-romane più importanti e complesse dell’Italia antica, si può ben vedere questo atteggiamento.
Attraverso le scoperte archeologiche oggi siamo in grado di ricostruire anche la moda dei popoli antichi sia direttamente con i ritrovamenti di oggetti sia per mezzo delle rappresentazioni figurative. Numerose sono le necropoli etrusche che hanno conservato sino a noi gli oggetti che i loro proprietari sentivano come più significativi per loro tanto da volerli accanto nel viaggio verso l’aldilà. Accanto a vasi di lusso (generalmente di importazione o di imitazione greca), armi e arredamenti, gli antichi etruschi si circondavano di gioielli e vesti preziose.
Tra questi gioielli spiccano le fibule sia maschili che femminili: si tratta di spille particolarmente pregiate e preziose che l’élite etrusca indossava per chiudere e ornare le proprie vesti. Le fibule si distinguevano in due tipologie principali: quelle a “serpente” maschili e quelle femminili “a sanguisuga” (definizione che viene data dagli archeologi in base alla forma dell’arco della spilla).
Il corpo della spilla era generalmente in oro, argento o bronzo con appliques in ambra o avorio. Potevano essere decorate con motivi geometrici o intrecciati.
Gli spilloni per capelli ritrovati nelle sepolture femminile sottolineano l’attenzione delle donne per le acconciature dei capelli. Questi oggetti avevano generalmente una forma a spirale, erano realizzati in oro o argento, e terminavo con protomi di animali (generalmente serpenti o leoni).
Tipico ornamento maschile erano gli spilloni. Ne è un esempio il magnifico spillone rinvenuto nella tomba del Littore di Vetulonia, lavorato in filigrana e con una decorazione di animali in processione. L’oggetto imita chiaramente i motivi decorativi vicino orientali.
Degli abiti, realizzati in cotone e lana (materiali deperibili), si sono conservati solo piccoli frammenti di tessuto. Tuttavia, grazie alle pitture parietali delle tombe di Vulci, Chiusi, Veio e Tarquinia è possibile risalire all’abbigliamento tipico degli etruschi.
Gli uomini indossavano generalmente un gonnellino ricamato corto o un chitone con sopra un mantello che veniva chiuso da una fibula. Le donne indossavano una lunga tunica leggera, forse di lino, e sopra un mantello più pensante.
Le acconciature femminili, come accennato sopra, erano molto curate con i capelli generalmente raccolti in trecce complesse fermate dalle spirali, annodati a corona sul capo o raccolti in reticelle o cuffie.
Gli uomini in epoca più antica tenevano cappelli e barba lunghi, e solamente a partire dal V secolo adottarono un look sbarbato e con capelli corti, utilizzavano copricapi a cuffia o berretti appuntiti detti “frigi” per la chiara derivazione vicino orientale.
Le calzature erano pregiate, generalmente in cuoio, con una terminazione a punta di influenza orientale.
L’abbigliamento e la moda all’interno della società etrusca avevano un’importanza che andava ben oltre il semplice gusto estetico. Abiti e ornamenti erano un mezzo per comunicare il proprio ruolo all’interno di una società che ancora non poteva contare su strumenti di comunicazione di massa.
Il mondo antico può far riflettere su come gusti e modi dipendano in misura notevole da codici sociali e da rappresentazioni collettive piuttosto che da quelle che noi saremo portati a credere scelte libere e personali.
Eleonora Serra
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