L’Haiku, in Italia, ha trovato applicazione, come forma di scrittura terapeutica, nella cura dei Disturbi del comportamento alimentari (DCA), all’interno del centro di Palazzo Francisci presso Todi (Perugia).
Qui, un gruppo settimanale, vede le ragazze ricoverate cimentarsi nella scrittura e nella lettura e commento collettivo di Haiku da loro scritti con lo specifico scopo di aiutare le giovani donne, ospitate dalla struttura, a contrastare quel vortice ossessivo di pensiero, che connota tale tipologia di disturbi.
Il merito di aver sperimentato l’Haiku, come forma di scrittura terapeutica a Palazzo Francisci, va alla dottoressa Simonetta Marucci, endocrinologa, attiva, sin dalla sua apertura, al centro.
Tale esperienza ha dato alla luce, lo scorso anno, un interessante libro, in cui, il parere degli esperti, si alterna alle poesie scritte e raccolte dalle ragazze del Palazzo nel corso degli anni.
“Sbattono ali
in cerca di un nido
perchè sia casa.”
“Forza di quercia
fragilità di canna
unirle si può”
Ma lasciamo spazio alle parole della dottoressa per conoscere meglio un mondo ancora da scoprire.
“Quando si entra a Palazzo Francisci, prima struttura residenziale pubblica, extraospedaliera, dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare, si è subito attratti dalle frasi che campeggiano all’ingresso: “L’anima ha bisogno di un luogo” (Plotino) , e “Volo ut sis”, (voglio che tu sia quello che sei– S.Agostino).
Il progetto terapeutico è tutto sintetizzato lì ed ha come obiettivo la ristrutturazione della identità, in cui si innesta il nucleo centrale del disturbo. Non ci sono terapie farmacologiche efficaci a questo scopo, ed è per questo che, nel percorso di cura, si sono introdotte accanto alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, Tecniche di Rilassamento e Meditazione, Danzaterapia, Tai-Chi, Musicoterapia, Teatroterapia, “Terapia dello Specchio”,Counceling filosofico, e gruppo di Poesia Haiku.
L’Haiku porta alla scoperta di una via di accesso facilitata al mondo delle emozioni.
Quando ho, per la prima volta, sperimentato personalmente l’Haiku, lavorando da anni con pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare, mi è venuto in mente, con immediata evidenza, che sarebbe stato uno strumento eccezionale per coloro che sono prigionieri di un corpo a cui non vengono concesse emozioni, di un pensiero ossessivo che non lascia alla mente la possibilità di muoversi in altri spazi.
Ho iniziato subito, col primo gruppo di pazienti ricoverate, chiedendo loro di mettersi in ascolto del proprio corpo, delle proprie sensazioni e fissare tutto ciò in un Haiku condiviso poi con le altre, in un setting terapeutico settimanale.
Così, quasi per caso, a Palazzo Francisci, Struttura Residenziale dedicata alla cura dei DCA, è nata questa esperienza che ormai dura da 6 anni e si è estesa anche alle altre realtà terapeutiche di Città della Pieve ed al Centro Diurno Il Nido delle Rondini.
La risposta è stata immediata. La profondità e a bellezza del mondo emozionale di queste pazienti che, nella sofferenza rivelata attraverso il sintomo, diventa una incredibile risorsa da poter attivare per il percorso di guarigione.
Ne è uscito anche un bel libro, scritto a più mani, in cui si associa la parte descrittiva del percorso terapeutico ed una antologia di poesie scritte da pazienti che sono stati in residenza nel corso di vari anni.
Alcuni, anche dopo la dimissione, continuano ad inviarmi Haiku via mail o sms, continuando quel filo di emozioni che permette di guardare il mondo con occhi diversi, cercando di coglierne quell’essenziale che è “invisibile agli occhi”.
dott.ssa Simonetta Marucci
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