Life, un James Dean ritrovato

James Dean: un ribelle diventato un’icona

 

Era il 30 settembre del lontano 1955 quando un incidente stradale uccise una delle star più acclamate di Hollywood: James Dean. Nonostante la sua breve carriera, Dean è riuscito ad entrare nella storia del cinema diventando persino un’icona degli anni ’50 se non quasi una leggenda. Ecco quindi che vi parliamo di Life, un film diretto da Anton Corbijn, che vuole mostrarci come effettivamente un ragazzo umile dell’Indiana sia riuscito ad arrivare ad ottenere così tanta fama e reputazione in un lasso di tempo così breve, prima che il destino ce lo portasse via prematuramente.

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Non tutti forse sanno del particolare carattere dell’attore. Prima di ottenere il ruolo che lo rese celebre a tutti gli effetti (Rebel Without a Cause – Gioventù Bruciata, che quasi non è altro che una sorta di film biografico), James Dean era un ragazzo alquanto ribelle e fuori dagli schemi, riporre la propria fiducia su un tipo così veniva considerato un azzardo bello e buono ai tempi, quasi come puntare alto ad una partita di poker, bluffando con in mano nient’altro che una semplice coppia.

Tuttavia Dean nascondeva un lato di sé che gli faceva onore, delle origini umili di una famiglia contadina ma con un passato non del tutto roseo. Il film Life vuole mettere in evidenza proprio questo: attraverso il percorso che lo ha reso famoso grazie alla conoscenza e successiva amicizia col fotografo Dennis Stock, interpretato da Robert Pattinson, il film delineerà un aspetto sconosciuto dell’attore, proponendo al pubblico un nuovo punto d’osservazione. “Life” riporta in vita una leggenda come non l’abbiamo mai vista, un James Dean ritrovato.

Dennis Stock, stufo di portare a termine sempre gli stessi servizi fotografici da red carpet, decide che è arrivato il momento di proporre degli scatti innovativi, originali, che possano cogliere l’attenzione di chiunque. Solo una rivista come Life avrebbe potuto rappresentare una svolta nella sua carriera.

Ecco quindi che, ad una festa a cui aveva preso parte come fotografo ufficiale, Stock conosce James Dean, al tempo un attore ancora sconosciuto, un po’ arrogante, sicuro di sé e con una bramosa voglia di recitare. Alle spalle dell’attore solo film non accreditati e in uscita La Valle dell’Eden, che successivamente gli valse una postuma candidatura all’Oscar.

In quel periodo Dean era in attesa di un ruolo che finalmente gli avrebbe donato la notorietà giusta per meritarsi un certo rispetto all’interno dell’industria cinematografica hollywoodiana, ma visto il suo temperamento e a causa del suo carattere impulsivo e arrogante, i risultati non arrivarono subito.

Dennis Stock è colui che gli proporrà una via alternativa al successo: la fotografia. Il fotografo vedeva in Dean qualcosa che gli altri non riuscivano a notare, un lato nascosto che doveva emergere. La stessa iniziale titubanza di James Dean nel collaborare con Stock, dimostrava il fatto che vi era qualcosa in lui, qualcosa che lui stesso probabilmente voleva rimanesse nell’ombra.

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Il film riporta in scena ciò che gli anni ’50 ci hanno raccontato con le fotografie pubblicate sulla rivista “Life”. Attraverso quegli scatti, noi veniamo a conoscenza di chi fosse veramente l’attore-icona che ci ha stregato con tre interpretazioni destinate a marcare in maniera indelebile la storia del cinema (La valle dell’Eden, 1955; Gioventù Bruciata, 1955; Il Gigante, 1956). Dane Dehaan si cala al meglio nel ruolo, riuscendo a trasmetterci sia i punti di forza sia le debolezze di James Dean. E’ totalmente magnetico, tanto da farci sognare nel rivedere il “ribelle” nuovamente sui grandi schermi, anche se in maniera indiretta. Accompagnato da un sublime Robert Pattinson, il duo sullo schermo è il ritratto perfetto della storia di come un ribelle sia diventato un’icona.

“La fotografia è un modo per dire io c’ero, tu c’eri.” Forse James Dean se n’è andato troppo presto, ma ciò che ci ha lasciato è ancora vivo dentro di noi.

Lorenzo Talotti

Tomas Ticciati
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