“Oh, a proposito, quando si è in dubbio, trovo che tornare sui propri passi sia un modo saggio di cominciare!”
Così afferma Albus Silente in “Harry Potter e il Prigionero di Azkaban” (2004) e da questa frase prende spunto la nostra riflessione.
Alcuni pensano che per andare avanti non bisogna mai guardarsi indietro, ma non è sempre così nel campo delle arti, in particolare il cinema, che è un lavoro costante di “misesis”. Ci sono molti registi che nei loro film si ispirano ad opere esistenti,nella letteratura e nel cinema stesso, ma ci sono anche registi che decidono di riportare alla luce opere, talvolta donandone una nuova chiave di lettura, talvolta mantenendole narrativamente intatte, ma usando la moderna tecnologia. Una nuova tendenza di questi ultimi anni che sta facendo impazzire tutti è il live action.
Con questo termine ci si riferisce ai film che hanno per soggetto le storie e i personaggi di videogiochi, fumetti e disegni animati. In verità non è una cosa nuova, dato che ci sono film del genere risalenti agli anni Ottanta, ma è nuovo il fatto che dal nulla registi e case di produzione hanno iniziato ad interessarsene così tanto.
La domanda che però sorge spontanea è: perché? Perché sono tutti così ossessionati dal far tornare in vita cose già viste e riviste?
Le risposte sono molteplici: un fattore predominante, a mio parere, è quello del tempo. Si tende a ripescare opere parecchio datate, questo probabilmente perché la fruizione del prodotto, al tempo di uscita, non ha risposto alle aspettative dei produttori e magari cercano di farne rivalutare l’importanza narrativa o stilistica. Altri perché probabilmente, le altre produzioni sono state piuttosto deludenti Assolutamente da citare è “Ghost in the Shell”, film d’animazione del 1995 che ha segnato la storia per essere stato uno dei primi anime ad aver fuso con successo l’animazione tradizionale e l’animazione computerizzata. Il film live-action uscirà nelle sale in primavera e vedrà come protagonista la talentuosa Scarlett Johansson. Questo anime è arrivato particolarmente tardi in Italia, e in generale è conosciuto da poche persone.
Il live action si è fatto strada in questi tempi grazie a due grandi case di produzione: la Marvel e la Disney.
La Marvel Studios si può definire un esperta di questo genere, dato che già dagli anni ’90 porta sul grande schermo gli iconici personaggi creati da Stan Lee, celebre fumettista americano.
Oltre ai tantissimi film prodotti, da Spiderman a Hulk, agli Avengers, sino al da poco uscito Doctor Strange, la Marvel si sta parecchio interessando anche all’aspetto televisivo. Infatti dal 2014 ha una collaborazione con Netflix, con cui producano le serie televisive tra cui Jessica Jones, Agents of S.H.I.E.L.D. e DareDevil. Il loro scopo è quello di integrare la narrazione, già di per sé ricca e complessa, per coinvolgere di più lo spettatore e dargli una bussola, all’interno del loro “universo”. La Marvel ha fatto una mossa audace, ma astuta, sfruttando la struttura episodica delle serie televisive, che, concettualmente parlando, riprende anche la struttura narrativa del fumetto, permettendosi di poter far scoprire nuovi personaggi, psicologicamente ambigui e complessi, o ripescare quegli eroi che non hanno avuta molta fortuna, come DareDevil,il cui personaggio è stato massacrato nel film del 2005, poiché i tempi filmici non hanno permesso agli spettatori di comprendere la natura non solo del protagonista, ma dell’intero fumetto.
Dal 2014 anche la Disney si è messa al pari coi tempi, ma le motivazioni sono diverse rispetto alla Marvel Studios. In verità è giusto dire che la Disney è stata la prima ad usare il live action, dato che prima dell’avvento del digitale, nella produzione erano chiamati attori in carne e ossa per recitare i personaggi, per poi essere disegnati ed animati.
Adesso la Disney sfrutta il nuovo concetto del live-action, portando al cinema i suoi “classici”, alcuni rinnovati, altri mantenuti quasi uguali. Probabilmente questa “riproposta” dei classici è una scelta mirata più che ai bambini, a noi vecchi affezionati, probabilmente per far nascere quelle emozioni che abbiamo lasciato alla nostra infanzia, e per farci vivere la risposta a quella domanda che tutti noi ci siamo posti almeno una volta nella vita: “Come saranno i personaggi se fossero reali?”
Caso sui generis è stato quello di “Maleficent” in cui hanno fatto una scelta registica, alquanto interessante: la storia de La Bella Addormentata nel Bosco vista da pare di Malefica, la più grande cattiva di tutti i tempo. La storia l’hanno travisata, addolcita allo sfinimento, ma hanno mantenuto comunque la scena chiave tale e quale a quella del film d’animazione, cosa assai ben gradita dagli amanti del film originale.
Oltre a “Maleficent”, la Disney ha prodotto anche “Cenerentola”, “Pan”, e a Marzo uscirà “La Bella e La Bestia”, con un cast stellare che prevede Emma Watson (Belle) Dan Stevens (La Bestia), Ian McKellen (Tockins), Ewan McGregor (Lumiere) e Luke Evans (Gaston), e ha in produzione molti altri!
Possiamo, dunque, dire che il “piatto di minestrone riscaldato” non sempre è così malaccio, e dare uno sguardo indietro aiuta quasi sempre ad andare avanti
Giuseppe D’Agata
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