Luciano Della Mea, un inquieto intellettuale

Un convegno nazionale di studi dedicato a Luciano Della Mea 
29 settembre 2017 – Gipsoteca dell’Università di Pisa

PISA – La Biblioteca Franco Serantini in collaborazione con l’Università di Pisa, la Fondazione di studi storici Filippo Turati di Firenze e l’Istituto E. De Martino di S. Fiorentino organizzano per venerdì 29 settembre 2017 un convegno nazionale di studi dal titolo Luciano Della Mea un inquieto intellettuale nell’Italia del secondo novecentoIl convegno sarà appunto dedicato alla figura di Luciano Della Mea che, insieme al fratello Ivan (1940-2009), è stato uno degli intellettuali che negli anni Sessanta si è battuto per un radicale rinnovamento morale e sociale della nostra società.

Luciano Della Mea nasce a Lucca il 29 maggio 1924. Durante la Seconda Guerra Mondiale presta servizio nel 31° Rgt Carristi in Albania e Montenegro. Dopo l’8 settembre Della Mea rientra in Italia inquadrato nell’esercito della Repubblica Sociale ma ben presto matura la scelta antifascista e diserta con l’intero reparto di appartenenza partecipando alla Guerra partigiana nella VI Divisione Giustizia e libertà.

Negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto aderisce al PSI e inizia la sua attività di pubblicista: collabora a periodici come l’Avanti!, Mondo operaio etc. ed è anche redattore nella casa editrice Avanti!, guidata in quegli anni da Gianni Bosio, che lo porta ad avviare relazioni importanti come quelle con Franco Fortini, Giovanni Pirelli e molti altri intellettuali. In questo periodo, Della Mea esordisce come scrittore dando alle stampe i volumi Vita di Tobia (Milano, Avanti!, 1953) e Il colonnello mi manda a dire (Torino, Einaudi, 1958). Ma la strada dello studio era stata accompagnata dal lavoro: aveva fatto vari mestieri, dallo scaricatore di legname all’operaio, al portiere d’ albergo prima ancora di divenire giornalista e scrittore.

Luciano Della Mea

Dopo il 1956 e la Rivolta ungherese, Della Mea abbandona il PSI e nel 1964 aderisce al PSIUP. In questi anni, trasferitosi definitivamente a Pisa, inizia a collaborare ad altri giornali e riviste come Mondo Nuovo, Paese, Quaderni rossi, Nuovo impegno etc. La città in questo periodo è un vivace laboratorio politico che vede protagonisti i giovani studenti dell’Ateneo, che in breve tempo promuovono iniziative culturali e politiche innovative sotto il punto di vista del messaggio politico e organizzativo. Della Mea partecipa alla vita politica e culturale di Pisa vivendo intensamente prima l’esperienza delle nuove organizzazioni che nascono a sinistra del PCI come Il Potere operaio pisano poi la Lega dei comunisti e infine Lotta continua. Negli anni della Contestazione, Della Mea pubblica uno dei volumi che poi lo hanno reso noto alle giovani generazioni: Eppur si muove. rendiconto politico di un proletariato rivoluzionario (Milano, Jaca book, 1970).

Dopo la tragica morte di Franco Serantini (7 maggio 1972) Della Mea è tra i promotori, insieme a Demetrio Bozzoni e gli avvocati Giovanni Sorbi e Arnaldo Massei, della costituzione di parte civile e della formazione del Comitato Giustizia per Franco Serantini, che si prodigherà per mantenere desta l’attenzione sulla vicenda. Di questo periodo va ricordato il volume I senzastorie (Verona, Bertani, 1974). Sono però anche gli anni del disincanto della politica da parte di Della Mea che inizia un lungo percorso, cadenzato anche da esperienze personali e intime, che lo portano a interessarsi sempre più del disagio psichiatrico in Italia. Sono gli anni della Legge Basaglia e dell’esperienza dei Tetti rossi a Arezzo. Della Mea avvia una propria riflessione sull’Italia degli ultimi vent’anni del Ventesimo secolo, partecipando alla nascita e allo sviluppo delle riviste Il Grandevetro e InOltre, nel tentativo di ricollocarsi in un contesto politico/culturale profondamente cambiato rispetto ai decenni precedenti ma mantenendo una propria coerente identità socialista-libertaria. È in questi anni che Della Mea si dedica alla scrittura della sua autobiografia Una vita schedata (Milano, Jaca book, 1996) che può essere considerata il suo lascito culturale e politico alle nuove generazioni di “inquieti” che si affacceranno al nuovo secolo.

Per informazioni: Biblioteca F. Serantini via I. Bargagna n. 60 – 56124 Pisa 

 

 

CONVEGNO DI STUDI:

LUCIANO DELLA MEA UN INQUIETO INTELLETTUALE NELL’ITALIA DEL SECONDO NOVECENTO

PROGRAMMA

29 SETTEMBRE 2017

Gipsoteca – Università di Pisa – Piazza S. Paolo All’Orto, 20

Mattina ore 9-13
Apetura e interventi di saluto:

Adriano Prosperi (Comitato scientifico della Biblioteca F. Serantini)

Paolo Mancarella (Rettore dell’Università di Pisa)

Maurizio Degl’Innocenti (Fondazione Filippo Turati di Firenze)

Antonio Fanelli (Istituto E. De Martino di S. Fiorentino)
Paolo Mencarelli, Della Mea giornalista e militante 1949-1964 tra cronaca, inchiesta e denuncia.

Mauro Stampacchia, Della Mea scrittore.
Pausa per coffee-break 
Maria Margherita Scotti, Per un «socialismo di sinistra»: Luciano della Mea tra PSI e Nuova Sinistra.

Marco Cini, Politica di piano e programmazione economica nell’Italia degli anni 60: il contributo di Della Mea.
Pomeriggio

ore 14,30-19

Michele Battini, Andai perché ci si crede. Come e perché morì Franco Serantini.

Franco Bertolucci, Il ricordo di Serantini tra memoria e impegno civile: il contributo di Della Mea.
Pausa 
Vinzia Fiorino, Chiudere i manicomi, aprire le comunità: tra Franco Basaglia e Mauro Rostagno.

Alfonso Maurizio Iacono, Una rivista di frontiera: Il Grandevetro.

BIBLIOTECA FRANCO SERANTINI

archivio e centro di documentazione di storia sociale e contemporanea

 

con la collaborazione della Fondazione F. Turati di Firenze, dell’Istituto De Martino di Sesto Fiorentino e il patrocinio dell’Università di Pisa

 

Per informazioni: segreteria@bfs.it tel. 0509711432

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