AVANE (PI) – MdS, casa editrice pisana, ha ideato e lanciato un concorso artistico-letterario per aprirsi ancora di più al pubblico dei lettori (e non solo). Siccome il tema di quest’anno è dipendenze, non potevamo non dar loro spazio nel nostro numero di giugno sullo stesso argomento.
Dipendenze. Perché la scelta di questo tema per un concorso?
«Dopo i successi scaturiti dagli argomenti degli anni precedenti (il concorso è nato da una riflessione sul territorio e nello specifico del Parco di San Rossore), volevamo trovare un tema che fosse più incline all’astrazione e dedicato all’individuo. Dipendenze è un tema accattivante, che al tempo stesso lascia ampio margine di libertà ai partecipanti e dunque ci è sembrato perfetto; durante una riunione, a un certo punto, questa parola è stata pronunciata: si è accesa subito una lampadina e abbiamo capito che era il titolo giusto».
A chi o a che cosa vi siete ispirati?
«Ci piacciono le parole che contengono una doppia lettura; un significato ma anche il suo contrario, o ulteriori accezioni. Ogni testo è una vigna, se coltivata da frutti abbondanti e sorprendenti. Come detto, è stata una discussione in redazione fra noi. Nel merito abbiamo ritenuto che ogni essere umano ha provato o prova una condizione di dipendenza e ognuno di noi ha una sua personale “pendenza” intesa come inclinazione o gusto. Inoltre può essere anche visto come un omaggio a uno dei più famosi monumenti del mondo che Pisa ha la fortuna di custodire e che oltre alla sua celebre pendenza ha una straordinaria resilienza, qualità utile in tempi difficili come i nostri. Il Comune di Pisa, fra l’altro, patrocina e ospita ormai da due anni il concorso stesso».
Da quando MdS fa concorsi? Entriamo nel dettaglio su regolamento e finalità.
«Siamo ormai giunti al quinto anno. Sembra ieri quando abbiamo pubblicato il bando per il nostro primo concorso dal titolo Macchie d’acqua; non sapevamo realmente quale sarebbe stata la partecipazione. Invece abbiamo avuto fin da subito un ottimo riscontro e da lì, appunto, si sono susseguiti Tramare, Radicamenti, Fuori dal tempo e quest’anno Dipendenze.
Il concorso si articola in quattro sezioni: racconto, poesia, pittura e fotografia. Può partecipare chiunque senza alcun tipo di restrizione, se non che l’opera presentata sia inedita. La quota di partecipazione è di 20 euro, 15 per gli under 18. Ci piace l’idea di coinvolgere anche un pubblico di giovanissimi, cosa che è accaduta l’anno scorso dove il partecipante più giovane aveva 11 anni.
Saranno poi premiati i primi tre classificati per ogni categoria, ma con tutti i finalisti realizzeremo come ogni anno un’antologia nella quale saranno raccolte tutte le opere scelte nelle varie sezioni.»
Il bando completo del concorso .
Indire un concorso aperto a tutti è segno che siete molto attenti al parere dei lettori e alla loro visione del mondo. Quanto è importante per una casa editrice e che cosa ha dato a voi finora?
«Per MdS Editore il concetto di apertura è molto importante. La casa editrice fin dalle sue prime iniziative ha sempre avuto come obiettivo primario quello di coinvolgere e includere le persone, per questo non abbiamo voluto mettere alcun paletto per l’ammissione al concorso. Vogliamo che chiunque venga ispirato o senta di poter dare qualcosa al concorso sia libero di partecipare. Saranno poi le giurie tecniche e scegliere i più meritevoli.
Ci chiedi cosa ci ha dato il concorso. Beh, per prima cosa ci ha dato la possibilità di vedere le cose da più punti di vista, cosa che non avremmo potuto raggiungere se non con un’iniziativa di questo genere; inoltre abbiamo spesso scovato tra i partecipanti al concorso quelli che poi sono diventati nostri autori, illustratori o fotografi».
Cos’è, per voi, dipendenza?
«Sicuramente dinamicità. MdS è un insieme di persone che si muove in un flusso costante di pensieri e idee, che creano, distruggono, modellano senza smettere mai di cercare un rinnovamento. La noia non ci piace, insomma.
Però no, non possiamo rispondere noi: spetta ai concorrenti!».
Viceversa, che cosa è per voi indipendenza? Del resto siete una casa editrice indipendente…
«Guarda, in un mondo globale ricco di interconnessioni, questa parola è abusata e anche sopravvalutata. Se intesa, invece, come sinonimo di libertà è per noi una condizione necessaria. È stato il nostro punto fermo fin da subito, dal momento in cui abbiamo deciso di intraprendere questa avventura, sebbene consci delle difficoltà che questo avrebbe comportato. L’editoria non a pagamento è una strada in salita, ma è anche un percorso che ti spinge a dare il massimo e che non puoi intraprendere se non credi fortemente nel progetto. In questo modo siamo liberi di scegliere cosa pubblicare, cercando autori interessanti nei tanti manoscritti che ogni settimana ci arrivano. Liberi anche di dire dei no. Tutto questo è impagabile».
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