Riscoprendo Mozart: il Concerto per pianoforte KV 537 della Bärenreiter

Uno degli aspetti più importanti dell’attività di un musicista è l’avere a disposizione materiali non solo di qualità ma anche il più aggiornate possibile: questi sono due degli elementi connotativi delle edizioni Bärenreiter, che tra i titoli di più recente pubblicazione annovera una nuova riduzione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 26 in re maggiore KV 537 detto “L’Incoronazione” di Wolfgang Amadeus Mozart.

Come si è già avuto modo di accennare parlando della Sonata in la maggiore KV 331, esiste un concreto problema circa le fonti e un’effettiva completezza in ogni particolare di svariate composizioni di Mozart. Per rimanere sul succitato esempio, è emblematico un passo nell’introduzione all’edizione in cui viene detto che ad oggi non siamo in possesso di «un singolo testo musicale definitivo», ma che la KV 331 «divisa tra il testo dell’autografo e della prima edizione» e che è compito dello studioso o dell’esecutore «compararli e trarre le proprie conclusioni». 

Un discorso simile vale anche per il Concerto KV 537, uno dei testi più misteriosi dell’intero corpus mozartiano, tanto da costituire un caso a sé stante: il problema fondamentale di questo particolare Concerto è il fatto che «la parte del pianoforte della mano sinistra rimane non scritta talvolta per ampi stralci, vale a dire dove presumibilmente funzionava come accompagnamento». La questione è resa ancor più complicata dal fatto che la parte della mano sinistra è stata variamente realizzata dagli editori che hanno pubblicato l’opera, a cominciare dalla prima edizione André del 1794 (l’unica che vanta una qualche autorità per quanto concerne le aggiunte dato che sono opera dell’editore Johann André che con ogni probabilità assistette personalmente alla prima esecuzione del Concerto KV 537 a Francoforte).
Come si intenderà facilmente, l’argomento è di tale vastità e complessità da non poter essere adeguatamente trattato in questa sede, basterà sapere che l’edizione Bärenreiter è basata sul testo del Neue Mozart Ausgabe (vol. V/15/8) e per quanto riguarda le aggiunte non presenti nell’autografo mozartiano sono stampate più piccole rispetto al resto del testo per distinguerle dal materiale dedotto dalle fonti principali, vale a dire il manoscritto autografo e la prima edizione.

Questo nuovo lavoro della Bärenreiter, anche a un primo sguardo, presenta la sua totale vocazione alla pratica con i due volumi –  uno colla parte del solista e uno col solista e la riduzione dell’orchestra – e il volumetto con una breve selezione di cadenze (tra cui le monumentali cadenze di bravura per i primi due movimenti di Carl Reinecke).
L’aspetto sicuramente più interessante è però la nuova riduzione pianistica della parte orchestrale, realizzata da Martin Schelhaas. Estremamente accurata e raffinata, questa riduzione si discosta non di poco dalla precedente: meno note, passaggi più comodi per l’esecutore, il pianoforte non tenta di imitare l’orchestra ma persegue un obiettivo molto più interessante, che è poi l’elemento che rende questa nuova edizione un supporto fondamentale per gli esecutori, ossia il fatto che si va ricercando quel colore, quello spirito tipico della musica di Mozart. La semplicità di scrittura si adatta perfettamente alla raffinatezza della partitura mozartiana, esaltandone l’invenzione melodica, i particolari incatenamenti armonici, rendendola appetibile anche per un’esecuzione a due pianoforti.
Questo Concerto, così particolare per le circostanze che l’hanno generato e per la moltitudine di “spazi vuoti” nell’autografo, è un’opera che chiede di essere studiata, di essere suonata, di essere reinventata ad ogni esecuzione, e questa nuova riduzione consente all’esecutore di individuare la propria strada consegnandogli i migliori strumenti attualmente a nostra disposizione, accuratamente selezionati dalla Bärenreiter per avvicinare il più possibile l’esecutore moderno all’autentico spirito mozartiano.

lfmusica@yahoo.com

Luca Fialdini
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