PISA – In due giorni è cambiato quasi al completo il governo del sistema accademico pisano: il 15 giugno è stato eletto il nuovo direttore della Scuola Normale Superiore, il candidato unico Vincenzo Barone, ordinario di Chimica Fisica. Mentre il 16 giugno è stato eletto il nuovo rettore dell’Università di Pisa: il professor Paolo Mancarella, ordinario di Informatica.
Entrambi entreranno in carica il prossimo 1° novembre: il mandato di chi guiderà l’istituzione di Piazza dei Cavalieri dura fino al 2020; mentre la massima carica di Palazzo alla Giornata resterà fino al 2022.
Mancarella è stato eletto al secondo turno di votazioni con 945 preferenze contro le 571 ottenute dall’altro candidato ancora in corsa, l’ingegnere Giuseppe Iannaccone.
«Sono molto contento dell’ampio consenso ottenuto sin dal primo turno: è segno che il nostro Ateneo è più unito di quanto alcuni non pensassero. Ci aspetta tanto lavoro per il bene dell’Ateneo, ma lo faremo tutti insieme». Queste le prime parole del nuovo rettore, pronunciate subito dopo la proclamazione dei risultati.
Paolo Mancarella, nato a Gallarate (Varese) l’8 novembre del 1959, ha conseguito la laurea in Scienze dell’informazione all’Università di Pisa nel 1982 e il dottorato di ricerca in Informatica congiunto tra Genova, Pisa e Udine nel 1988. Dopo un periodo all’Imperial College of Science di Londra, è rientrato nell’Ateneo pisano prima come ricercatore, poi come professore associato e infine, a partire dal 2004, come professore ordinario, lavorando sempre nel dipartimento di Informatica.
Nel corso della carriera, il professor Mancarella ha ricoperto diversi e importanti incarichi istituzionali, sia nell’ambito dell’Università di Pisa che a livello nazionale. È stato vice preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dal 2006 al 2010 e prorettore alla Didattica dal 2010 al 2016. Dal 1999 al 2016 è stato delegato del rettore alle funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l’integrazione degli studenti portatori di handicap, ricoprendo anche il ruolo di responsabile dell’Unità per il supporto e l’integrazione degli studenti disabili (USID). Tra il 2009 e il 2015 è stato Presidente della Conferenza nazionale universitaria dei delegati disabilità (CNUDD).
L’attività didattica del professor Mancarella è stata principalmente rivolta all’ambito di insegnamenti fondamentali dei corsi di laurea in Scienze dell’informazione e in Informatica. È stato responsabile dell’Unità operativa del dipartimento di Informatica per due progetti regionali orientati allo sviluppo di poli didattici multimediali e all’impiego di metodologie innovative di teleformazione in percorsi formativi per personale occupato.
Sul piano della ricerca, il professor Mancarella è partito dall’analisi dei linguaggi di programmazione dichiarativi per la rappresentazione della conoscenza, ampliando poi i suoi interessi verso i temi di più ampio respiro della logica computazionale, con lo studio di modelli e linguaggi innovativi per sistemi intelligenti basati sulla logica, in grado di dotare i sistemi artificiali di capacità di ragionamento non solo deduttivo ma anche ipotetico e predittivo. In anni più recenti, l’attività di ricerca del professor Mancarella si è indirizzata ai cosiddetti sistemi argomentativi basati sulla logica (logic-based argumentation systems), attraverso studi di carattere teorico e fondazionale, ma con l’attenzione sempre rivolta anche agli aspetti computazionali e applicativi. Queste tematiche sono state centrali in due progetti europei: SOCS (SOcieties of ComputeeS, V Programma Quadro, 2002-2004) e ARGUGRID (ARGUmentation as a foundation for the semantic GRID, VI Programma Quadro, 2006-2009).
Altri temi di ricerca sviluppati da Paolo Mancarella riguardano l’analisi statica di linguaggi concorrenti, il ragionamento temporale, l’integrazione di paradigmi di programmazione logici e funzionali, lo sviluppo di sistemi di predizione per persone con disabilità.
Il professor Paolo Mancarella è sposato e ha due figli.
Barone, invece, con 41 voti ha ampiamente superato il quorum richiesto (26 voti).
Nato ad Ancona, ma napoletano per origini e formazione, Vincenzo Barone è il ventiduesimo Direttore della Scuola fondata nel 1810 a Pisa da Napoleone, istituzione universitaria che le classifiche internazionali giudicano la migliore in Italia. «È un incarico di grande prestigio – commenta Barone – che mi rende molto orgoglioso. Il mio pensiero prima di tutto va ai colleghi, agli studenti, al personale tecnico e amministrativo che ha creduto nella mia candidatura e nel mio progetto, lavorerò per non deluderli».
Al centro del programma con cui Barone si era presentato nelle scorse settimane c’erano tre priorità per consolidare e rinnovare l’identità della Normale: integrazione, sperimentazione, promozione. «Unire le forze è fondamentale, all’interno e all’esterno: penso alle due anime della Scuola, quella umanistica e quella scientifica, che devono lavorare insieme e non essere considerate due mondi a sé stanti. E penso alle collaborazioni con istituzioni a noi analoghe: dobbiamo sforzarci di integrare le competenze nella convinzione che sommandole non si raddoppiano, si moltiplicano». Oltre a questo la Normale deve essere un luogo di sperimentazione. «Vista la piccola taglia del nostro ateneo e l’alto livello delle professionalità che siamo in grado di sviluppare – prosegue il professor Barone – possiamo permetterci di cercare nuovi orizzonti per la didattica e la ricerca, percorrere strade inesplorate, in grado poi di essere seguite dalle altre università. La Normale deve essere un modello, altrimenti quale sarebbe la nostra funzione nel panorama universitario italiano?». Per quanto riguarda il capitolo promozione, Vincenzo Barone è convinto che «si può, si deve fare di più per far comprendere il potenziale di una istituzione come la Normale, in grado di essere una fucina di talenti. In Italia e all’estero tutti coloro che vogliano formarsi in un ambiente stimolante devono sapere che la Scuola Normale esiste e che è possibile provare ad accedervi». Infine il professor Barone si sofferma sullo stato di salute della Normale che andrà a guidare: «Siamo un ateneo sano, grazie al lavoro fatto da chi mi ha preceduto, ma appunto per questo possiamo permetterci adesso di fare un passo ulteriore, di spingerci a esplorare nuove possibilità di studio, di ricerca, per ampliare i margini di impiego dei nostri allievi nel mondo delle professioni, per dare l’opportunità al mondo delle imprese di sfruttare le nostre competenze, per cercare con le istituzioni universitarie collaborazioni su specifici progetti, avendo come parola d’ordine l’innovazione».
Completa il sistema universitario pisano la Scuola Superiore Sant’Anna, retta dal professore Pierdomenico Perata. Per una coincidenza nel 2010 le elezioni dei tre vertici era avvenuta nello stesso anno; la durata diversa dei mandati e le dimissioni nel 2013 dell’allora rettore Maria Chiara Carrozza hanno fatto sì che quell’evento simultaneo difficilmente possa ripetersi.
- Goldoni arriva al Lux e il teatro si Ribalta - 15 Luglio 2016
- Ecco la stagione 2016/17 del Teatro Verdi di Pisa - 13 Luglio 2016
- La bicicletta prende fuoco e Buggiani stupisce ancora - 11 Luglio 2016