A Pisa l’Arte Urbana è legale

PISA – 25 anni fa Keith Haring lasciava il segno della sua grande personalità artistica sulla parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate, a Pisa , investendo la città di una nuova luce: quella della street art. Sembrava che adesso sarebbe stato davvero possibile un dialogo concreto e non più solo immaginario tra i grandi tesori del passato e le più eccentriche mode artistiche americane che in Italia non potevano che essere relegate agli angoli più trascurabili delle città.
Oggi, grazie anche al precedente e  leggendario evento-cult “Panico-Totale” degli anno ’90,  la città di Pisa premia la street art concedendole 10 grandi muri urbani dove writers locali e da tutto il mondo potranno lasciare il loro segno, offrendo loro la grande possibilità di esprimersi in maniera libera e facendo della città della torre pendente un punto fermo nella mappa internazionale del writing.

Il grande progetto trova la sua concretizzazione nell’evento culturale Indoor-Outdoor che già dal nome vuole mettere l’accento sulla duplice natura dell’esposizione artistica : da un lato la street art più pura , quella incontrata sui muri della città e dall’altro lato la street art da salotto, quella su tela o supporto di formato minore, visibile all’interno dello spazio espositivo SMS fino al 13 luglio 2014.

E’ proprio in occasione dell’apertura della mostra al centro SMS che ho avuto modo di incontrare alcuni dei protagonisti del grande evento : Soap the Wizard, Etnik, Daniele Tozzi di LIneaPiatta e Giorgio Bartocci.

È stato piacevole lasciarmi guidare dalle loro parole e dalla loro notevole sensibilità, per comprendere al meglio il grande movimento della street art che purtroppo, spesso, non trova occasione  per essere spiegato e quindi compreso.

Subito la prima domanda: Come e Dove hai cominciato?

 

      Soap the Wizard “Ho iniziato a Bari a cavallo tra ’94 e ‘95 con un gruppo di amici”

Soap the Wizard

Soap the Wizard

 

 

      Etnik “Ho iniziato nel ’92 a Firenze frequentando alcuni amici che avevo conosciuto, poi ho iniziato a disegnare in spazi o pubblici o abbandonati o in centri sociali.. quelli erano i posti dove si poteva disegnare 22 anni fa! Dopo un paio d’anni ho subito conosciuto i ragazzi di Pisa e sono 18 anni o 20 anni che si lavora insieme e ci conosciamo”

Etnik

Etnik

 

      Daniele Tozzi di LineaPiatta “Era il ’97, realizzavo graffiti per strada, a Roma (sono di Roma) i graffiti a Roma erano già largamente visti per le strade e quindi arrivato nel liceo anch’io ho visto queste cose e non ho potuto fare a meno di cominciare a fare anch’io. Il percorso d’ artista comincia nel 2010 con una grande esperienza alle spalle che mi ero costruito sporcando i muri di Roma.”

Daniele Tozzi di LineaPiatta

Daniele Tozzi di LineaPiatta

 

      Giorgio Bartocci “Ho iniziato ispirandomi al graffitismo di matrice europea tramite riviste e i primi graffiti che venivano fatti in tutto il centro-nord Italia. Ero  molto giovane e ho vissuto in tante città diverse, attualmente vivo a Milano dove mi esprimo  e continuo la produzione dei miei disegni in giro, in ambienti abbandonati e in gallerie d’arte.”

Giorgio Bartocci

Giorgio Bartocci

 

      Francesco Barbieri “ho cominciato come writer a metà degli anni 90 a Pisa. Ormai da diversi anni mi concentro sui quadri e l’attività di writing vero e proprio è passata in secondo piano. Al tempo stesso considero quel percorso come fondamentale per lo sviluppo della mia arte.”

Francesco Barbieri

Francesco Barbieri

 

 

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

 

Soap the Wizard “Le mie fonti di ispirazione derivano  da pubblicità, copertine di dischi, mercatini dell’usato, vecchie insegne … poi ci sono anche degli artisti di riferimento della scena newyorkese dei graffiti che hanno influenzato anche il mio percorso artistico: Blade, Keith Haring, etc..”

 

    Etnik “La fonte di ispirazione principale di un writer, almeno all’inizio, è la scena newyorkese, cioè dove sono nati i graffiti. Negli anni ho poi iniziato a conoscere(anni ‘90) la scena tedesca che è quella che m’ispira maggiormente nella realizzazione delle  grandi murate e delle opere pubbliche. La scena tedesca degli anni ‘90 è quella che per prima in Europa ha rielaborato il concetto di graffito newyorkese con le novità portate dagli europei.”

 

Daniele Tozzi di LineaPiatta “Io sono grafico quindi le mie fonti di ispirazione sono  sicuramente la pubblicità e la grafica, questo poi, va ad unirsi alla passione per le lettere: grafica e  calligrafica sono le mie due passioni! I personaggi di riferimento sono autori come Luca Barcellona piuttosto che altri calligrafisti italiani molto molto bravi. Trovo ispirazione anche su alcuni poster pubblicitari degli anni ‘60 o anche degli anni ‘30, che diventano nelle mie opere degli art work che uniscono grafica e calligrafia”

 

Giorgio Bartocci “Principalmente trovo ispirazione dall’arte primitiva, le scritture rupestri e tutto il graffitismo di matrice primitiva. In questa fase di produzione mi stimola molto quel tipo di arte comunicativa. Sono tornato quasi al principio partendo nuovamente da questo linguaggio e mi ispira particolarmente, lo vedi anche  dalle cose che faccio. La componente visiva dei canoni espressivi delle figure umane è sempre una caratteristica importante dei miei lavori, diciamo è un po’ un filo conduttore che mi identifica. Lavoro proprio sui segni.”

 

      Francesco Barbieri “Mimmo Rotella, Mario Schifano, Futura2000, Rammellzee e potrei andare avanti per ore ma non so se avrebbe senso..”

 

 

Per chi sono le tue opere e quale messaggio veicolano?

 

      Soap the Wizard “Le mie opere nascono da un flusso spontaneo nella manualità del gesto, tutto ciò che esce fuori fa parte di un’ energia cosmica dove non c’è né vita né morte, né passato né futuro, né dialogo né silenzio, quindi è un’energia che si muove, che entra in contatto con altre energie creando delle fusioni. Per questo io vado avanti con la mia roba per creare nuove sinergie con altri individui o esseri viventi. “

 

Etnik “Le opere che faccio sono principalmente per me stesso, perché mi piace farle! Il secondo passo è farle per chi fruisce di opere sia su muro che su tela però io disegno per passione mia, il soggetto che faccio partendo dai graffiti è il mio nome, sviluppato.”

 

Daniele Tozzi di LineaPiatta “Il messaggio è sempre scritto all’interno dell’opera per fortuna, scrivendo frasi, dò molta importanza al messaggio: spesso citazioni di canzoni o di testi di altri, altre volte frasi mie, comunque il messaggio è molto importante nelle mie opere, più del 50% , anche il 70% dell’importanza.
le mie opere parlano a tutti! Probabilmente la differenza tra graffiti e arte urbana è che i graffiti sono troppo autoreferenziali e un graffito racconta sempre e solo chi lo scrive e scrive il proprio nome, invece l’arte urbana o l’arte contemporanea piace a tutti quanti, non solo a quelle 300 persone che sono brave e che possono leggere quelle lettere ma tutti quanti possono apprezzare, comunque è per tutti, sì, è la vera pop art: arte popolare vera, non la pop art di Andy Warhol il cui messaggio pop era proprio elitario, al contrario l’arte urbana è di tutti, è per strada è low cost!”

 

      Giorgio Bartocci “Dipende dai casi, ma credo che la street art sia davvero una delle poche forme artistiche o comunque, nel settore delle arti visive, uno dei pochi contesti dove si riesce ad avere un target iperaperto, quindi il linguaggio è fruibile per chiunque, dal bambino più piccolo alla persona più grande. Cerco sempre di rappresentare delle immagini che  diano al fruitore  l’impressione, o almeno una possibilità interpretativa molto soggettiva, quindi il messaggio che spesso ho voluto trattare è la fusione a livello visivo dei tratti somatici. Ho lavorato per un periodo sulla fusione tra soggetti occidentali con sguardi orientali e mixed fusion di personaggi dei vari continenti con i quali spesso condividiamo e conviviamo, credo che siamo pronti per un futuro abbastanza miscelato, questa è una cosa che mi ha stimolato per anni, sono molto attratto da questa evoluzione della specie, mi affascina miscelarla molto con i primordi ricercando l’origine della vita o ricreandone il ciclo vitale.”

 

      Francesco Barbieri “Le mie opere sono per tutti, credo che abbiano diversi livelli di lettura. C’è un livello più “elementare” che si sofferma su certi passaggi cromatici o certe tecniche di linguaggio visivo che necessariamente colpiscono l’occhio anche e soprattutto in una stanza chiusa ( chi ha dipinto in strada per molto tempo sa bene su cosa fare leva per catturare l’attenzione) e un livello più conscio, più maturo che comprende la critica alle nostre città, ai non-luoghi urbani pur ammettendone il fascino.”

 

 

Cosa ne pensi di chi utilizza spazi o beni pubblici per realizzare graffiti definiti “illegali” se non addirittura “atti vandalici”?

      Soap the Wizard “Tutto nasce nell’illegalità, quindi sarebbe sbagliato giudicare tutto ciò che vien fatto, poi si fa eccezione ma  i writer lo sanno che non si va a fare un graffito su un monumento! Nessuna delle attività di un vero writer nuocerà mai a nessuno e a niente, sono tutti posti che scelgono accuratamente, a volte pubblici e a volte privati (ci sarebbe un discorso troppo lungo da fare..)
Quindi: lunga vita all’illegalità!”

 

      Etnik “I graffiti sono nati come atto illegale, si parla di giovani dei ghetti o delle periferie che si sono dovuti conquistare uno spazio, questo perché un certo disagio sociale veniva manifestato in questo modo, quindi i graffiti nascono così. Oggi sono passati 40 anni ed è giusto che ci sia un’evoluzione: gli spazi pubblici adesso ce li siamo conquistati proponendo progetti e chiedendo permessi, c’è un grande lavoro dietro di organizzazione per arrivare al risultato che è una riqualifica urbana.”

 

Daniele Tozzi di LineaPiatta “L’uomo scrive da quando è nato l’uomo. L’uomo scrive sui muri da quando è nato l’uomo, nel senso che per me scrivere sui muri è un modo come un altro per esprimere idee, vado per citazioni:” muri puliti, popoli muti”, bisogna scrivere sui muri! Non puoi fermare la persona perché non sta facendo un atto vandalico, non sta distruggendo nulla, non stiamo rompendo un treno, non impedisci l’utilizzo, funziona lo stesso, solo è abbellito da qualcuno che vuole esprimere un dissenso o un consenso, è un’espressione!
Il problema è che molti confondono i writer con chi scrive “forza Roma” o “forza Lazio” sui monumenti: sui monumenti non ci scrive nessuno, ci scrivono i bambini che scrivono “Ti amo Giulia”, i writer non hanno interesse nel diventare famosi dipingendo il Colosseo o la torre di Pisa, i writer fanno  altre cose per loro gusto ma non scrivono sui monumenti! Io vorrei sfatare questo mito.”

 

Giorgio Bartocci “Come ti ho accennato sono tra i promotori dell’eliminazione di queste domande, perché distolgono l’attenzione dai valori realmente artistici di quello che facciamo e molto probabilmente viene frainteso un disegno, bello o brutto che sia considerato. Bisogna riportare l’attenzione sul valore artistico e alle volte anche tecnico della produzione. L’arte pubblica, se finalizzata ad un ottimo utilizzo delle risorse, del ripristino di alcune secondo me è un valore aggiunto per le città.
Questo è già scritto nel passato: veniamo da anni e anni di imbarbarimento delle periferie, parlo delle costruzioni edilizie all’italiana degli anni ‘60 che hanno impoverito il paesaggio urbano credo che i nostri interventi possano lasciare un segno positivo, oltretutto non c’è da pagare nessun ticket per vedere un mio disegno! Parlerei più di queste cose piuttosto che dell’atto vandalico che probabilmente viene compiuto da un ragazzino in forma sbarazzina, con canoni estetici sicuramente molto bassi e che non ha sensibilità, quindi miscelare le due cose è penalizzante per chi invece vuole iniziare, se tutte le città mettessero a disposizione delle aree specifiche come stanno facendo qui a Pisa, credo che si limiterebbe di gran lunga il numero di atti vandalici.”

 

      Francesco Barbieri “sinceramente non mi interessa intervenire su questo argomento, lo trovo di una noia mortale. capisco che al contrario, i giornalisti si eccitano su questo tema, ma io preferisco discutere della mia arte e dei miei contenuti. in ogni caso si tratta di questioni complesse che non è possibile liquidare in modo superficiale con  poche battute…”

 

 

Qual è la parte che preferisci durante la realizzazione di un graffito e che consiglio daresti a chi volesse cominciare?

Soap the Wizard “Il consiglio che do è: non lasciarsi mai condizionare da niente e da nessuno, essere spontanei come un bambino che prende una matita o un colore a spirito e disegna: questo è il mio consiglio!”

opera di Soap the Wizard

opera di Soap the Wizard

 

Etnik “La parte più bella nel fare un graffito è la passione per il disegno, tutti noi che facciamo graffiti siamo appassionati o vicini al disegno e all’illustrazione. La seconda parte molto bella di questo mondo è la connessione con gli altri, non si disegna quasi mai soli e c’è un network molto frequentato e molto ampio non solo in Europa, si parla del mondo! Quando entri in questo fenomeno o movimento conosci tantissima gente come ho fatto io e giri, viaggi tantissimo, quindi un semplice graffito porta dietro un mondo enorme di situazioni e di connessioni, c’è la condivisione di una passione, certe volte siamo persone che non ci conosciamo per niente, ci ritroviamo e dopo 5 minuti è come se ci conoscessimo già da anni quindi è una chiave che funziona tantissimo.”

etnik

Etnik

 

Daniele Tozzi di LineaPiatta “Inizio dalla seconda parte, il consiglio è: farlo!

Se ti piace lo fai, se scrivi chiunque lo fai perché ti piace farlo, non pensi neanche di far male a nessuno, quindi lo devi fare, l’unica cosa è farlo, non ci sono libri o manuali, devi solo divertirti e andare per strada!
il momento più bello?  Per assurdo il prima e il dopo, perché raramente io vado a dipingere da solo, si fa sempre in gruppo e la parte più bella è quando ti organizzi con gli amici, fai serata, disegni insieme, c’è dietro una grande preparazione, ma la parte più bella  è la realizzazione del lavoro finito, il giorno dopo.”

opera di LineaPiatta

opera di LineaPiatta

Giorgio Bartocci “La parte più interessante è quando c’è relazione con il pubblico e spesso con i passanti o gli abitanti di un quartiere, di una zona dove stai facendo l’intervento.
Poi è interessante vedere le opere ad orari particolari come al tramonto o all’alba, perché modificano l’approccio visivo radicalmente, mi piace molto aspettare di avere la luce giusta per gustare il dipinto finito. La luce ultimamente mi attrae di brutto, spesso lavoro di notte per vedere l’opera la mattina e il risultato è notevole!

Suggerimento che dò a chi vuole intraprendere questo tipo di lavoro è: studiare e tirare fuori un codice che sia veramente d’appartenenza alle radici del fenomeno senza trascurare il passato e proiettarsi verso il futuro evitando di fare qualsiasi cosa senza sensibilità e senza passione o si rischia di interrompere il ciclo, il passato va assolutamente considerato.”

opera di Daniele Tozzi

opere di Giorgio Bartocci

Francesco Barbieri “Credo per chiunque si cimenti in qualsiasi attività espressiva è fondamentale dare tutto se stesso per molto tempo, almeno finchè non si è padroneggiato la materia, cosa che raramente accade in pochi mesi o anni.”

opera di Francesco Barbieri

opera di Francesco Barbieri

 

Grazie a questi ragazzi che ci hanno aiutato a capire qualcosa in più del meraviglioso mondo dell’arte urbana, perchè quando ci capiterà di imbatterci in una delle loro opere, riusciremo a coglierne ogni singola sfumatura, riecheggeranno nelle nostre menti le loro storie fatte di parole significative e portatrici di una grande verità: l’amore che da sempre unisce arte e libertà.

Grazie anche al Comune di Pisa per l’originale iniziativa, con l’augurio che sia il primo di una lunga serie di riconoscimenti alla street art!

Per maggiori informazioni circa l’evento indoor-outdoor segui il link: http://www.indooroutdoor.it/

Giulia Buscemi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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