Palazzo Lanfranchi – Pisa/NY on the street
Pisa – C’è tempo fino al 28 giugno per lasciarsi travolgere dalla singolare atmosfera che Palazzo Lanfranchi ha scelto per aprire i battenti a questo giugno pisano: Pisa/NY on the street è la nuova retrospettiva fotografica che intende mettere a confronto due realtà profondamente lontane eppure tanto affini. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con “Idee per Pisa” e Toscana Aeroporti S.p.A. , la curatela è di Marco Carmassi, fotografo pisano contemporaneo e collaboratore del National Geographic. In mostra 50 scatti in bianco e nero che intendono mettere a nudo l’essenza delle due città per facilitarne un confronto che qualche volta procede per analogia, altre per puro contrasto.
Tutto nasce da un corso avanzato di fotografia che ho tenuto alla libreria Erasmus, a Pisa – spiega Carmassi – inizialmente il progetto era cittadino, facevamo pratica e si coglievano gli aspetti quotidiani del vivere. Avevamo deciso di raccogliere questi scatti realizzati a Pisa e fissarli in un progetto che rimanesse nel tempo.
Da qui la realizzazione di un book fotografico pronto per essere presentato direttamente alla Magnum, importantissima agenzia fotografica, grazie ai contatti di Silvia Mininni, fotografa toscana naturalizzata in Florida e amica di Carmassi. Il progetto piacque e sull’agenda di Marco Carmassi e dei suoi allievi si concretizza un nuovo, importantissimo impegno datato 8 aprile 2015: incontro nella sede newyorkese della Magnum.
Il nuovo progetto prevede il confronto tra la realtà urbana di Pisa e quella di New York, mettendo in luce gli stessi aspetti dell’agire quotidiano, in due diversi contesti. È da qui che, passando per un’attenta selezione, nasce la mostra: 50 scatti in bianco e nero realizzati da Silvia Mininni, Marco Carmassi e i suoi allievi e il fotografo americano Mike Lee che li ha affiancati durante il soggiorno americano, accompagnandoli alla scoperta degli angoli più nascosti della grande mela.
“Pisa e New York sono due città che esprimono la loro diversità a partire dai profumi che si respirano per strada, finendo per i colori, le architetture, le voci della gente per strada – spiega Marco Carmassi – è per questo che abbiamo deciso di affidarci al bianco e nero: per poter facilitare un confronto visivo altrimenti arduo”.
In effetti già dal primo sguardo, sembra che i grandi contrasti tra due realtà urbane completamente diverse siano stati inquadrati dentro una serie di accortezze tecniche (dalla temperatura di saturazione, alla collocazione del punto di fuga o alla messa a fuoco del soggetto) che ambiscano alla pretesa di livellare i due scenari, portandoli ad un punto zero, per poi facilitarne la comprensione di un’analogia assolutamente formale , solo in qualche caso contenutistica.
Gli uccellini di New York sono costretti a sostare sui fili della luce, stretti tra le pareti a vetro di un grattacielo e l’altro; quelli di Pisa vanno in vacanza sulle vecchie palafitte dei pescatori in Bocca d’Arno, con un po’ di fortuna, beccano anche qualche pesciolino per cena.
A New York l’arte si manifesta soprattutto in contesti museali come il MOMA, dove una bambina ammira le danzatrici di Matisse; intanto a Pisa, in Piazza dei Cavalieri, una bambina sosta davanti alla scalinata della Scuola Normale, meravigliata dalla bellezza che trova intorno a sé.
Poi c’è la musica con i suoi poeti di strada che affascinano allo stesso modo i passanti di New York come quelli di Pisa e la pioggia serale, nemica di ogni pragmatismo cittadino, che costringe la visuale a quella di una finestra newyorkese, ma che potrebbe essere anche pisana.
A New York, nel quartiere di Harlem, una famiglia afroamericana consuma silenziosamente e sotto il peso di mille pensieri, il proprio pasto in una tavola calda; a Pisa l’argomento conviviale è accompagnato quasi sempre dall’allegria e dal chiacchericcio di fondo: è quello che succede in Piazza delle Vettovaglie.
Interessante l’accostamento di due scatti che ritraggono due personaggi persi nella loro solitudine: quello pisano è un signore di mezz’età dall’aria stanca e pesantemente malinconica che reca con sé una bicicletta, a New York troviamo invece una grassa signora seduta su un gradone e persa tra il piacere visivo del suo ipad e quello fisico di una sigaretta ancora a metà.
Non manca certamente un’attenzione agli acquisti pisani consumati nello spazio sotto le Logge di Banchi, e il loro corrispettivo newyorkese che non è lo shopping da 5th Avenue, come ci insegnano le più note serie tv, ma la testa di un uomo che scompare entrando in un negozio e che ci suggerisce la meraviglia nello scoprire un nuovo micro-universo .
Il progetto nel quale abbiamo creduto e che abbiamo avuto la fortuna di realizzare potrebbe sicuramente essere proposto in altri ambiti. Bisogna dare internazionalità all’Italia e promuovere la città di Pisa che è straordinaria per gli americani, che si stupiscono davanti alle nostre strade e ai nostri monumenti come noi ci stupiamo davanti ai loro grattacieli. Noi possediamo una cultura radicata dentro ognuno di noi che affascina loro, per questo dobbiamo credere in ciò che abbiamo, in quello che siamo.
Un messaggio molto positivo, quello che lascia Carmassi al termine della conferenza stampa, ogni singola parola può trovare modo di esprimersi nel respiro di ognuna delle immagini fotografiche in mostra: affascinanti, poetiche, divertenti e assolutamente vere, in nessun caso è stato ritenuto opportuno ricorrere ad interventi invasivi di post-produzione.
Pisa/NY on the street è una mostra che lascia il segno, ci accompagna lungo le strade che percorriamo ogni giorno e ci lascia immaginare un universo parallelo, possibile, reale. Basta guardarsi intorno per accorgersi di come recentemente le due città si siano avvicinate, dal murales di Keith Haring, artista americano che nel 1989 lasciò alla città di Pisa uno splendido testamento in formato murales ( vedi articolo). Più recentemente, poi, nel 2006 l’aeroporto di Pisa ha inaugurato la tratta di volo diretta Pisa- New York, avvicinando definitivamente i due universi.
Oggi, con Pisa/NY on the street, Palazzo Lanfranchi offre la possibilità di un rapido sguardo alle abitudini oltreoceaniche che merita sicuramente una visita.
Un ringraziamento a questi sognatori armati di macchina fotografica che hanno reso possibile la realizzazione di questa mostra dimostrando, con la loro stessa esperienza, che con la tenacia e il duro lavoro tutto è possibile:
Marco Carmassi, Mike Lee, Mario Colombaro, Marco Primarosa, Enrico Caroti Ghelli, Sabrina Roggero, Roberto Bernocchi, Giampaolo Luvisotti, Matteo Fortunato, Marina Sacchelli, Andrea Giampellegrini, Tobia Di Pisa, Silvia Mininni, Massimo Benedetti, Giulia Giardino, Emanuela Scintu, Angela Cremoni e Gaetano Marco Monti.
Giulia Buscemi
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