PISTOIA – Assalto al Cinema, Biblioteca San Giorgio 12/13 maggio 2017
PISTOIA – “Assalto al cinema” nasce per riportare il dibattito e la ricerca al centro dell’esperienza visiva, per fornire gli esercizi, i rudimenti attraverso cui allenare lo spirito critico e aggiornare quelli già assorbiti, in una logica di continua evoluzione che tenga conto dei nuovi formati e dei nuovi mezzi di riproduzione e fruizione. Una sfida che vale per il presente ma ancor di più per il futuro, per le generazioni di nativi digitali che dal 2016 al 2020 attraverseranno una fase fondamentale per la loro crescita culturale oltre che civile.
Sono queste le parole di presentazione all’evento che campeggiano sul sito della manifestazione. Parole che fanno immediatamente comprendere come la due-giorni pistoiese, organizzata dal professor Roy Menarini, sia andata ad indagare tutti gli aspetti della critica cinematografica attuale, coinvolgendo nomi importanti del web e della carta stampata. Tuttomondo ha seguito alcuni eventi dei quali troverete qui sotto dei brevi report.
Paolo Mereghetti vs Pier Maria Bocchi: la critica a due facce – venerdì 12 maggio – ore 14:30
Paolo Mereghetti è una di quelle personalità che dicono tutto a partire dal nome. Chi è quel cinefilo che non ha mai sfogliato il suo annuale dizionario? Chi è che non conosce la sua attività critica come quotidianista sul Corriere della Sera? Pier Maria Bocchi è forse un nome più di culto tra i lettori di critica cinematografica; allo stesso tempo si è fatto valere negli ultimi 20 anni come firma apprezzatissima di Cineforum, Nocturno e Film Tv, tanto per citare alcune sue collaborazioni. Di recente stampa è il suo testo Invasion USA, un volume edito da Bietti che tenta di rendere giustizia, attraverso analisi inedite, al cinema statunitense degli anni ’80. Tra i due c’è inoltre un altro punto di contatto: Bocchi, insieme a una schiera di critici della nuova generazione (tutti tra i 40 e i 50 anni circa) come Filippo Mazzarella, Roberto Curti, Pier Maria Bocchi, Alberto Pezzotta, Giacomo Calzoni e Daniela Persico, è collaboratore del dizionario curato da Mereghetti.
I due, moderati e incalzati dalle domande di Menarini, hanno dibattuto a lungo sulla loro esperienza formativa da critici e su come il cinema – e la cinefilia – abbia avuto un carattere emancipatorio sulla loro esistenza. Citando Hegel e le “vacche nere”, Mereghetti ha subito esordito dicendo che nel 2017, secondo lui, ha poco significato dichiararsi cinefili visto che questo aggettivo è ormai usato e abusato e non è più una distinzione come nel passato visto che «quando ho cominciato ad appassionarmi al cinema, trasformandomi – verso la fine degli anni ’60 – da spettatore a qualcosa di più, essere cinefilo voleva dire amare quel tipo di cinema che fino ad allora era stato messo ai margini. In Italia, fino a tutti gli anni ’60, imperava il verbo aristarchiano e il cinema era stato uno dei campi di battaglia tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana. Poi con le riviste come Film Critica, Cinema & Film e Ombre Rosse, si ribaltano i valori in campo e per cui si trova la forza di occuparsi e di amare dei registi che erano stati accantonati come Hitchcock, Losey, Walsh, tutti i registi che la critica snobbava perché non li considerava registi impegnati e un giovane come me vedeva nel cinema una potenzialità indirizzata a far aprire gli occhi sul mondo che ci circondava».
Pier Maria Bocchi ha tutt’altra formazione. Lui, parmense, classe 1971, ha raccontato che la sua passione cinefila è nata durante una vacanza al mare con i nonni, quando rientrando a casa dopo una serata accese Rai 2 e trovò la messa in onda di The Rocky Horror Picture Show. Da quel momento ha cominciato ad andare al cinema, in media, 4 giorni su 7 e noleggiare moltissime VHS. Si è parlato, anche in modo ironico, di cinefilia socialista, indirizzata alla condivisione, contro cinefilia capitalista volta all’accumulo. Mereghetti ha ricordato come la sua generazione, tramite anche l’istituzione di luoghi inediti come i cineforum e i cineclub, abbia puntato molto sulla condivisione delle passioni, mentre per Bocchi prima veniva il piacere privato della visione. È soltanto tramite il mezzo della scrittura, e quindi tramite la critica, che anche Bocchi è riuscito a dare una forma condivisa ai propri piaceri privati.
C’è stato tempo – grazie ad una domanda proveniente dal pubblico – di parlare della recente polemica tra Netflix e il Festival di Cannes. In sintesi: dal 2018, potranno entrare nella selezione ufficiale di Cannes solo le pellicole che avranno una distribuzione nelle sale cinematografiche francesi. Tagliando fuori compagnie streaming, tra cui Netflix che quest’anno sarà in concorso con Ojka di Boon Joon-Ho e The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach. Mereghetti si è dichiarato completamente in sintonia con i selezionatori del festival francese perché secondo lui la piattaforma di streaming approfitta del cinema e dei suoi luoghi sacri, come i festival, per aumentare il numero degli abbonati; Bocchi si è trovato in parte d’accordo con Cannes ma per un motivo differente, ovvero quello dell’alto rispetto dei selezionatori verso il pubblico francese, un pubblico che affolla le sale in modo differente da quello italiano; infatti Alberto Barbera (Venezia) accetta le opere di Netflix che non arriveranno mai sul grande schermo.
Critica e generi cinematografici: l’esempio de i 400 Calci – venerdì 12 maggio – ore 16:45
I 400 calci è un sito che ha una missione ben precisa: la divulgazione in modo ironico, buffo ma professionale del “cinema di menare”: action e horror, fantascienza, western, guerra. Nell’auditorium Tiziano Terzani della Biblioteca San Giorgio di Pistoia che ha ospitato “Assalto al cinema” erano presenti Jackie Lang (al secolo Gabriele Niola) e George Rohmer, due storici autori di questo sito nato nell’ormai lontano 2009. Già dai nickname degli autori è possibile intuire l’eccentricità di questa piattaforma: i nomi sono formati da un personaggio del cinema alto e uno del cinema basso e/o popolare. Così tra gli autori del sito è possibile imbatterci in Nanni Cobretti, Darth Von Trier, Cicciolina Wertmuller, Jean Claude Van Gogh, Casanova Wong Kar-wai, Stanlio Kubrick e via dicendo.
Seguendo il canovaccio del panel che avevano presentato al Lucca Comics and Games 2016, i due critici hanno mostrato al pubblico di Pistoia un video saggio comparativo tra Rocky (John G. Avildsen, 1976) e Il discorso del re (Tom Hooper, 2011). Scopo di questo video saggio è stato quello di evidenziare come il film di Hooper sia una ricalcatura di quello di Avildsen/Stallone. Il focus sull’Italian Stallion non si è fermato qui. Sempre con l’ausilio di un supporto video, si è provato a capire se il film Creed (opera nella quale Rocky allena il figlio dell’ex campione, deceduto sotto i colpi di Ivan Drago, Apollo Creed) fosse da far rientrare o meno nel canone ufficiale del pugile più famoso del grande schermo. Sono stati inoltre proiettati degli special su Atto di forza (Paul Verhoeven, 1990) e sul suo impatto nel mondo del blockbuster anni ’90, e sui film che contengono scene di umani che trovano riparo nelle carcasse di animali (The Revenant, Rob Roy, L’impero colpisce ancora). Più teorico è stato l’intervento di Rohmer sul “cinema italiano di menare”: un discorso molto ampio che ha toccato punti interessanti come il doppiaggio, le differenti modalità di utilizzo del trailer, il cinema di genere nella vulgata comune e negli addetti ai lavori.
La critica web: maturità, sviluppo, sostenibilità – sabato 13 maggio – ore 16:45
L’incontro posto a chiusura di “Assalto al cinema” ha visto protagonisti Gianluca Guzzo (Mymovies), Daniela Persico (Film.idee), Roy Menarini (Cinefilia Ritrovata), Daniel Paone (Mediacritica) e Michele Galardini (CarnageNews). La discussione aveva come scopo quello di presentare le cinque piattaforme di critica web presenti in sala e dare informazioni su come si sono formate e sul loro raggio d’azione.
Gianluca Guzzo, fondatore del portale di cinema MyMovies, ha raccontato di come il sito è nato tramite un percorso molto lungo, non privo di difficoltà, il cui «successo è arrivato tramite un paio d’intuizioni. Era l’agosto 2000 e in quel momento nascevano i portali di qualunque cosa e il modello che si andava a imporre era composto dall’unione di una piattaforma web ai contenuti degli utenti; noi facemmo una scelta molto netta scegliendo di sostituire i contenuti degli utenti con quelli dei critici cinematografici. L’idea iniziale era quella di fare un aggiornamento trimestrale del Dizionario Farinotti di cui comprammo i diritti. Poi da lì si è trasformato». Il fondatore di MyMovies ha annunciato in anteprima l’utilizzo di videorecensioni scritte dai critici del sito (e non solo) e recitate da giovani attori professionisti; questo format punterà a coprire 350 film all’anno.
Daniela Persico, presentando il sito Film.Idee ha esordito dicendo che il sito «non è nato perché non potevamo scrivere su altre testate ma dal fatto che volevamo confrontarci con persone su un cinema che non trovava spazio su altre testate. È nato da un gruppo di amici che ragionavano sul cinema, che lavoravano per quotidiani, per settimanali, per riviste specializzate e proprio lì non trovavamo lo spazio vero di dibattito». Dunque nel 2011 nasce Film.Idee, sito in cui i critici hanno riversato questa spinta amatoriale e gesto libero verso un cinema di cui si parlava ancora poco. La fase di scrittura si è poi sovrapposta a quella dell’organizzazione degli eventi e la creazione di una scuola di critica cinematografica estiva come la Summer School.
Mediacritica è un progetto nato dalle menti di Roy Menarini e Sara Martin nel 2011. A Pistoia era presente Daniel Paone, l’attuale project manager, che ha raccontato come il progetto del sito sia nato nell’ambito di un master dell’Università di Gorizia che aveva come obbiettivo quello di formare dei giovani critici. Ad oggi in Mediacritica «ci sono 20-30 persone compresi i collaboratori, tutti cinefili, tutti amanti del cinema, onnipresenti ai festival in Italia e all’estero e sono tutti grafomani». Paone ha ricordato come Menarini «ha insistito molto sul cercare di dare a tutti quanti la possibilità di leggere, informarsi, non scrivere qualcosa che fosse già stato scritto per riuscire a sviluppare una critica approfondita pur restando nelle 2000 battute cercando però dei punti di vista originali». Il Professor Menarini, che come ha ribadito nell’occasione nasce come critico e poi soltanto dopo diventa accademico, ha preso poi la parola per parlare della sua ultima creazione il – per adesso – blog Cinefilia Ritrovata, il prodotto editoriale web della Cineteca di Bologna.
Cinefili sempre puntuali e mai banali, fuori dagli schemi per vocazione e non per vezzo: a Pistoia si è visto tutto questo e speriamo che “Assalto al cinema” divenga un punto di riferimento, d’incontro e di dibattito per la futura critica cinematografica italiana.
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