Intervista a Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia
Per il mese dedicato a Pisa abbiamo pensato di parlarvi di un personaggio simbolo della scena teatrale contemporanea della città e non solo: Giovanni Guerrieri, componente della storica compagnia I Sacchi di Sabbia.
Per gli appassionati del genere, presentare la compagnia parrà obsoleto. Per chi invece non li conoscesse, ecco come si descrivono sul loro sito:
I Sacchi di Sabbia nascono a Pisa nel 1995. Negli anni la Compagnia si è distinta sul piano nazionale, ricevendo importanti riconoscimenti per la particolarità di una ricerca improntata nella reinvenzione di una scena popolare contemporanea. In perenne oscillazione tra tradizione e ricerca, tra comico e tragico, il lavoro di I Sacchi di Sabbia ha finito per concretizzarsi in un linguaggio in bilico tra le arti (arti visive, danza, musica), nella ricerca di luoghi performativi inconsueti, e sempre con uno sguardo vivo e attento al territorio in cui l’evento spettacolare è posto.
Fra i riconoscimenti segnaliamo la nomination al premio UBU nel 2003, la vittoria del premio speciale UBU nel 2008 e il premio della Critica nel 2011.
Abbiamo incontrato Guerrieri in un afoso pomeriggio di giugno, in Piazza S. Caterina, nel cuore di questa bella città. La nostra, più che un’intervista, è stata una piacevole chiacchierata, che ha seguito il filo dell’ispirazione momentanea.
Ciao Giovanni, Pisa è la città nella quale lavori da anni. La domanda perciò sorge spontanea: sei pisano di nascita o d’adozione?
D’adozione. Vengo da Piombino e sono approdato a Pisa negli anni dell’università. Dopo il liceo mi ero iscritto alla facoltà di Fisica, ma ho frequentato solo i primi due anni. Poi sono passato a Lettere moderne, con specializzazione in teatro.
Fisica? Curioso! E il teatro com’è entrato nella tua vita?
Ho frequentato vari corsi negli anni dell’adolescenza, ma a quel tempo non ero un vero spettatore o un appassionato. Lo facevo più per mettermi alla prova, sulla scia del fervore giovanile, per essere un “personaggio”, più che per un reale amore per il teatro.
Ricordo che rimasi molto colpito da Carmelo Bene, dalla sua voce in realtà . Mi capitò di sentirla per la prima volta in una musicassetta dal titolo “ Una serata con Carmelo Bene”.
Negli anni dell’università mi iscrissi al C.U.T (Centro universitario teatrale), che all’epoca era diretto da Franco Farina. Qui incontrai, tra gli altri, quelli che sarebbero diventati i miei compagni nell’avventura de I Sacchi di Sabbia( Giulia Gallo, Vincenzo Illiano, Gabriele Carli, Federico Polacci e Giulia Solano).
Un altro personaggio che ha contribuito in maniera fondamentale a farmi avvicinare al mondo del teatro è stato Fernando Mastropasqua, all’epoca mio professore di Storia del Teatro e dello spettacolo. Aveva un modo tutto suo di condurre le lezioni. Mi affascinava.
A questo punto pare logico chiederti come si sono formati I Sacchi di Sabbia.
La compagnia vera e propria si è formata nel 1995, ma già dall’anno precedente lavoravamo insieme, facendo la spola tra il C.U.T e il teatro S.Andrea, dove, anche all’epoca, c’era una scuola di espressione teatrale. Il legame tra questi due luoghi fu Paolo Giommarelli, un attore pisano piuttosto conosciuto, al quale dobbiamo molto come gruppo.
I primi anni furono molto prolifici, ma non riuscivamo ad uscire veramente dalla provincia di Pisa con i nostri spettacoli. La svolta avvenne nel ’97, quando mandammo un VHS con il nostro Riccardo III, Buckinghàm e a’ malafemmena a Leo de Bernardinis, allora direttore del Festival di Teatro di Santarcangelo di Romagna. Questo ci permise di allargare i nostri orizzonti a livello nazionale.
La prossima domanda è una pura curiosità. Sappiamo che hai tenuto per due anni il corso di regia teatrale per gli studenti di S.a.v.s (Storia e Forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media). Che puoi dirci su questa esperienza?
È stato complesso. Nella mia idea un corso del genere dovrebbe essere più pratico che teorico. Ma con le poche ore e la necessità di portare tutti gli studenti ad uno stesso livello di conoscenza di base non ne ho avuto la possibilità. Si, direi che è stato faticoso.
Ultima domanda di rito: che progetti hanno I Sacchi di Sabbia per il futuro?
Oltre a portare avanti i nostri spettacoli di repertorio abbiamo diverse cose in programma per i prossimi mesi. L’impegno più imminente è quello del 3 luglio, quando verrà presentato a Barga, in provincia di Lucca, Catone in Utica, un’opera, anzi per essere precisi, un “pasticcio” del compositore G.F. Händel di cui abbiamo curato la regia. È una bella sfida perché si tratta di qualcosa di molto particolare, per la sua origine barocca ma soprattutto per la drammaticità e la staticità della trama.
Successivamente ci dedicheremo alla preparazione di uno spettacolo tratto da un nostro radiodramma, I quattro moschettieri in America”, ispirato a sua volta ad un programma radiofonico di ottant’anni fa, ideato da Angelo Nizza e Riccardo Morbelli, abbinato ad un concorso di figurine di grandissimo successo. Contiamo di realizzare, su questo tema, uno spettacolo teatrale per bambini intorno alla fine del 2015, mentre per l’anno successivo lavoreremo alla versione per adulti.
L’ultimo progetto che abbiamo in mente è uno spettacolo ispirato al Frankestein di M. Shelley, al quale parteciperanno anche i Gatti Mezzi e Marco Azzurrini. Vi dico solo che potreste scoprire che quest’opera non ha le origini che conoscete ma….eheh…non posso dirvi di più.
Ringraziamo Giovanni per la disponibilità, ma soprattutto per l’innata simpatia. Un enorme in bocca al lupo a lui e a I Sacchi di Sabbia al completo per tutte le prossime avventure.
Chiara Lazzeri
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