Dopo Sue Samuels, Tutto Mondo intervista Tony Waag, tap dancer e direttore artistico dell’American Tap Dance Foundation.
1. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Lois Greenfield.
Tony Waag è un tap dancer, regista, produttore, coreografo e insegnante americano.
Ha fondato l’American Tap Dance Foundation ed ha inoltre creato Tap City, il festival annuale di tip tap a New York.
Come performer e coreografo, Tony Waag ha preso parte a centinaia di concerti, film e produzioni televisive, incluse apparizioni al leggendario Apollo Theater, The Kennedy Center for the Performing Arts, the United Nations, e Great Performances della PBS. Ha creato e messo in scena la produzione di giro di Thank You Gregory, un tributo a Gregory Hines.
Nel 2002, ha creato la prima International Tap Dance Hall of Fame. Ha inoltre creato gli annuali Tap Preservation e Hoofer Awards, the Gregory Hines Youth Scholarship Fund, Rhythm in Motion, Tap it Out, e Tap Treasures.
Nel 2010, ha aperto l’American Tap Dance Center a New York City, dove dirige i programmi educativi. Come artista ed insegnante, è famoso ih tutto il modo e ha insegnato e si è esibito, per esempio, in Canada, Russia, Italia, Germania e Singapore.
Nel 2014, Tony Waag ha ricevuto il Dance Magazine Award per il suo prezioso contributo al campo della danza.
Salve Tony Waag, è un grande onore averla come ospite qui su Tutto Mondo News.
2. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Amanda Gentile.
Che cosa significa per lei tap dancing e che cosa ama di questo stile?
«Be’, è una forma d’arte così affascinante ed è lì per chiunque voglia! Puoi avere cinque o centocinque anni e ballare il tip tap. Puoi essere nero, bianco, rosa o grigio! Potresti venire dall’Estonia! Tu puoi avere una gamba sola! Puoi pesare centocinquanta kg. Tu puoi essere un artista e un coreografo molto preparato o puoi farlo solo per tenerti in allenamento. Puoi creare il tuo stile, puoi improvvisare, puoi mischiarla con altre forme di danza, musica ed elettronica. Potrei andare avanti all’infinito! Amo la varietà e il divertimento che ne derivano. E la sua storia è fantastica, e quanto si può paragonare all’esperienza umana! Affronta il razzismo, il sessismo, l’ageismo. Non me ne stanco mai».
3. Tony e Mable Lee. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Debi Field.
Qual è stato il suo spettacolo preferito in cui ha ballato durante la sua carriera e perché?
«Non penso di poter identificare un “preferito”. Ogni esperienza è stata così differente! Ho fatto alcuni lavori molto commerciali e poi alcuni progetti molto all’avanguardia. Una grande sfida per me è stato ballare in un tributo a Donald O’Connor con lui seduto proprio davanti a me alla Town Hall qui a New York City. Certamente è qualcosa che risalta. Sicuramente un punto saliente. Ho fatto un buon lavoro. Ho avuto inoltre numerose opportunità di danzare con la formidabile Mable Lee. Penso che una delle mie performance preferite con lei fu quella in cui abbiamo completamente improvvisato».
4. Tony e Donald O’Connor. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Julie Lemberger.
Tony Waag, ha qualche tapdancer preferito di ieri e/o di oggi?
«Donald O’Connor, Ray Bolger, Dick Van Dyke, Buddy Ebsen, Hal LeRoy, Cookie Cook, Brownie Brown, amo gli eccentrics! Poi ovviamente Brenda, Honi, Ted Levy, Jeannie Hill, Michelle Dorrance, Caleb Teicher, potrei andare avanti anche qui».
Dall’American Tap Dance Orchestra all’American Tap Dance Foundation: quali fattori hanno portato a questo cambiamento?
«Dunque, l’Orchestra era diretta e coreografata dalla mia mentore Brenda Bufalino e io ero un ballerino principale e il direttore esecutivo per i primi quattordici anni o giù di lì. Poi, dopo aver girato il mondo in tour, l’ensemble ha, diciamo, esaurito il suo corso e alla fine si è separato. Nel mentre abbiamo iniziato a fare sempre più programma educativo e il nome Orchestra non era più adatto, inoltre ho iniziato Tap City e così sono diventato il direttore artistico e Brenda prima un membro del consiglio, successivamente un supervisore, e infine un’artista residente».
5. The American Tap Dance Orchestra. Photo by courtesy of Tony Waag.
Quali sono gli scopi dietro Tap City, il festival di tip tap annuale di New York City?
«Sto attualmente lavorando per creare un centro per le danze percussive con una schiera di altri ballerini. C’è un sostanziale bisogno per uno spazio appropriato con un buon pavimento di legno che gli artisti percussivi possono usare e si sentono benvenuti. Il nostro piccolo American Tap Dance Center semplicemente non è grande abbastanza».
Parliamo adesso del Tap City festival di quest’anno. Com’è stato condurlo sia sul luogo che online?
«Direi molto complicato ed è difficile determinare cosa erano o sono i suoi frutti. So che molte persone ci hanno fatto molti complimenti ed erano riconoscenti. Ho davvero apprezzato lavorare sulla preparazione di un numero di eventi preregistrati che mi hanno permesso di andare a fondo nell’editing dei filmati presentati online».
Quali sono, secondo lei, i momenti più importanti del festival di quest’anno?
«Direi l’unico evento effettivamente di persona che si è tenuto alla Father Duffy Square, il triangolo nord di Times Square.
È stato chiamato Tap it Out. In partnership con il servizio postale degli Stati Uniti, US Postal Service, abbiamo svelato i cinque nuovi francobolli dedicati alla Tap Dance che sono appena usciti. Sono molto orgoglioso che mi sia stato chiesto di promuoverli e penso che sia un’indicazione del fatto che il mondo finalmente inizi a riconoscere quanto sia importante questa forma d’arte Americana».
6. Tap it Out, i francobolli dedicati al tip tap. Photo by courtesy of Tony Waag.
L’American Tap Dance Foundation (ATDF) è anche un luogo per studiare. Infatti, voi offrite molte possibilità differenti per imparare il rhythm tap e voglio evidenziare il vostro programma di formazione insegnanti. Quali sono i punti chiave del Tap Teacher Training Program?
«Penso che il TTT sia probabilmente il programma più complicato che abbiamo, in quanto è basato sulla nostra storia e sulla tradizione dell’organizzazione. Le due co-direttrici Susan Hebach e Margaret Morrison sono insegnanti e storiche di prim’ordine. Il materiale che condividiamo coi nostri studenti, la tecnica e le coreografie su cui ci focalizziamo, sono stati personalmente tramandati da Brenda e dei leggendari Copasetics. Dobbiamo a loro il fatto che questo materiale sia stato e sarà nuovamente tramandato con precisione ed integrità. Dobbiamo moltissimo a Brenda e i Copasetics. Devo a loro la mia intera carriera. Sono profondamente in debito con loro. Ho avuto la grande fortuna di incontrare Brenda, Honi, Bubba e Cookie appena uscito dalle scuole superiori per poi venire a New York e lavorare con loro! Questa adesso è la mia strada da circa quarant’anni».
7. Tony e Brenda Bufalino. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Cherylynn Tsushima.
Tony Waag, lei non è solo un insegnante e un promotore del tap. Nel 2009 ha creato Thank You Gregory, un tributo alla memoria di Gregory Hines. Nessun ricordo, legato a questo spettacolo, che vorrebbe raccontarci?
«È stata la prima grande produzione che ho creato, prodotta da qualcun altro che però mi ha permesso di avere il completo controllo sul casting, sul materiale da presentare, eccetera. Era un tributo a Greg, ma anche una vera opportunità per mostrare nuovamente la varietà inerente al genere. E Greg era tutto ciò. Era un grande ambasciatore del tap e questa è stata la mia opportunità per ringraziarlo del suo supporto all’intera comunità e per aver illuminato con la sua luce la tap dance».
8. Tony e Gregory Hines. Photo by courtesy of Tony Waag.
Durante la pandemia lei ha iniziato Tony’s Tap Tv, una collezione mensile di filmati di tip tap, passi e altro materiale legato a questo stile di danza, il quale è adesso un formato in streaming live con interviste, ospiti e così via. Come ha sviluppato questo format e come hanno reagito le persone ad esso? Com’è possibile, per persone da tutto il mondo, seguirlo?
«Mi ha fatto sentire bene condividere così tanto materiale che, in primo luogo, difficilmente qualcuno ha mai visto. Avevo appena finito di mettere in ordine e donare i nostri archivi alla Jerome Robbins Dance Division della New York Public Library al Lincoln Center, quindi avevo accesso a tutti i filmati che ho fin da allora utilizzato. Nuovamente, tutti sono così riconoscenti che io stia condividendo questo materiale. Sono ancora alle prese con il format. E ne ho uno in uscita il 24 Settembre, e si da il caso che siano video di Tap It Out e della cerimonia dedicata ai francobolli presentati al Tap City di luglio».
Recentemente i Tap festival fioriscono in tutto il mondo. Con internet possiamo virtualmente raggiungere ogni parte del mondo e possiamo avere accesso a video e spezzoni dei vecchi maestri. Grazie a organizzazione come ATDF, ci stiamo inoltre focalizzando sulla storia del tap e sul valore di questa arte. Come il tip tap sta diventando sempre più importante e riconosciuto come una forma d’arte?
«Per qualche ragione i giovani sembrano essere adesso più interessati alla storia di questa forma d’arte e credo che la pandemia abbia fornito un po’ di tempo per rallentare e guardare un po’ indietro».
9. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Richard Termine.
Tony Waag, che cosa suggerisce agli studenti e ballerini che vogliono sviluppare la loro musicalità e il loro senso del ritmo? Qualche consiglio per i tap dancer italiani?
«Dunque, lo hai già detto. Ascoltare musica, ballarci su o, oserei dire, ballarci con. Impiegare un po’ di tempo imparando la struttura delle battute, i vari groove, i tempi e i diversi compositori. È tutto già sulla punta delle vostre dita».
Dove sta andando, secondo lei, la tap dance oggigiorno? Com’è cambiata in confronto a quando lei ha cominciato?
«Penso che si sia veramente dischiusa. Adesso è molto internazionale. Viene presentata ovunque tutto l’anno. Il pubblico mainstream ne sa di più di prima. Vediamo molti artisti esibirsi, presentare, insegnare, parlare, e loro producono più concerti che vengono invitati su palchi più grandi e in location più prestigiose».
Ultimo ma non meno importante, quali sono i suoi piani per il futuro?
«Oh cielo. Ok, sto lavorando su quel Percussive Dance Center ma lavoro anche su un documentario o due. Li ho sempre tenuti nascosti, ma posso adesso sputare il rospo!».
10. Photo by courtesy of Tony Waag, photographer Amanda Gentile.
Ringraziamo Tony Waag per il tempo che ci ha dedicato.
Per maggiori informazioni sul suo lavoro potete visitare il suo sito ufficiale, il suo canale Youtube e il suo profilo instagram.
Per maggiori informazioni sull’American Tap Dance Foundation, potete visitare il sito ufficiale della fondazione.
Read the interview in English here.
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