Stavolta il tema del Magazine è facile, dolce, aspro e difficile. Il numero del mese di luglio di Tuttomondo Mag è dedicato a un personaggio amato da tutti, e da molti odiato per invidia. Bello e impossibile, sommo poeta, dandy, debosciato, potente, combattente in abito di seta, orientaleggiante, vincitore nella battaglia erotica e sconfitto da una morte misteriosamente virale mentre altri combattevano, pagati coi suoi soldi, per la libertà del popolo greco dai Turchi.
Dopo di lui l’amore, dopo di lui il sangue, dopo di lui, e per lui, l’orrore e la vertigine della creazione della vita umana da parte di altri uomini. Pezzi di corpo messi insieme sul tavolo chirurgico dello scienziato visionario, a generare un mostro fascinoso, un richiamo fatale per le lettere e le donne. Che attrazione morbosa per Lord Byron, come per le cicatrici della creatura rimessa insieme a pezzi, a cui la scossa elettrica dava la vita nel romanzo Frankenstein, per mano di Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin, moglie del suo amico Percy: l’eccentrico Lord George era un grande scrittore capace di influenzare la sua epoca romantica, si può dire, in tutte le manifestazioni artistiche, certo i romanzi e la poesia, ma anche la musica. Pisa ha dedicato una piccola strada a Lord Byron che visse in riva d’Arno nel 1821, chiamato da Shelley che già risiedeva qui dall’anno prima. Era un luogo permanente per il gruppo di agitati e agitatori figli di Albione? La febbre di vivere li portò verso mete diverse, immaginando per tutti una morte gloriosa. Il nostro immaginario ha reso immortale George Gordon Noel Byron, VI barone di Byron, anzi lo ha trasfigurato in una serie di personaggi letterari, e quindi cinematografici, che sono tanto belli quanto tenebrosi, uomini che vestono di nero e che sono elegantissimo, che amano uomini e donne, preferibilmente principesse o spie orientali. Vampiri e Vamp derivano da questo ceppo culturale, e fatto tutti ancora grandi incassi al cinema, camuffati da Dracula o Batman. Tra gli articoli di questo numero dedicati a Lord Byron, uno tratta di un personaggio che, sostanzialmente, è un intruso: il cuneese Santorre di Santarosa. Una specie di contraltare del bel tenebroso, un contentino per invidiosi del barone. Un patriota però, combattente per la libertà delle Grecia dai Turchi, morto per davvero con le armi in pugno come fante semplice.
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