La terra che fa le ‘ova
Uova di alabastro. Chi di noi toscanacci “smontando le tende” dall’etrusca Volterra non si è portato via il famoso uovo d’alabastro? Bianco o colorato, ma rigorosamente e sempre in fine alabastro. Ma la vera domanda è: perché ne possediamo tutti almeno uno in casa nostra?
Perché è uno dei pochi oggetti di alabastro che portandolo in borsa verso casa non si distruggerà in mille pezzi? O forse perché siamo attratti inconsciamente dalla sua perfetta forma, pur venuta fuori da un luogo così volgare? Forse tutte e due le motivazioni sarebbero sufficienti a spiegare questo surplus di uova nei nostri salotti.
Ritrovamenti eccezionali. Ma tornando al sodo, questa storia misteriosa delle “ova”, sembra mettere le sue radici nella tradizione popolare. Si racconta il ritrovamento sporadico, ed alquanto eccezionale, da parte degli abitanti di queste zone, di blocchi di alabastro (che vanno da alcuni decimetri fino a più di un metro) in forma ovoide e sempre rigorosamente in mucchi di minimo due esemplari. Di questi curiosi ritrovamenti se ne ha avuta testimonianza nel territorio di Castellina Marittima, Pomarance e Volterra, scovati non lontano dai giacimenti di alabastro, dove il terreno calcareo diventa di colore più scuro e di consistenza più friabile. Il pensiero popolare vuole che una volta trovato il curioso “uovo”, questo sia da conservare, e non piuttosto da aprire, conservando la sua fortuna intatta. Siamo curiosi di accogliere eventualmente le vostre testimonianze dirette o indirette!
Uova ricche di proteine e filosofia. Molto surreale come storia, così come surreali sono i quadri di famosi pittori ispirati alle uova. Questa storia delle uova nell’arte sarebbe troppo lunga e complicata da raccontare qui, ma vi possiamo brevemente dire che le uova possono essere cotte in cinque modi: fritte, alla coque, sode, strapazzate oppure cosmiche. Quest’ultima variante è quella prediletta dagli artisti che nelle uova, in virtù del loro ricco simbolismo di embrione primordiale e ricettacolo della vita, hanno ambientato anche concerti come Bosch. Ricche di proteine ma anche di filosofia, Piero della Francesca ne colloca uno, e molto grande, proprio in un suo celebre quadro. Parliamo dell’ enorme uovo di struzzo nella sua famosa opera meglio conosciuta come“Pala di Brera”
Il suo simbolismo di nascita, rinascita e rigenerazione è davvero fortissimo e presente in tutte le culture del mondo. A tal proposito vi ricordiamo nel precedente articolo lo scambio dell’uovo fra i coniugi Velia Seithi e Larth Velcha contenuto dipinto parietale della tomba tarquiniese degli Scudi (seconda metà del IV sec. a.C.). E ancora uova nella etrusca Misa (Marzabotto), “fioriscono” dal terreno in funzione di segnacoli tombali di notevoli dimensioni! Ma dopo l’albero del pane, “un sarà mia vera questa storia che la terra fa le ‘ova?”
Daniela Farina
Bibliografia:
Gatteschi 2002, Diavoli, Santi e Bonagente.
- Sig. Nando Torelli in arte calligrafo - 15 Novembre 2015
- Il Trionfo della Morte nel gotico Camposanto - 15 Ottobre 2015
- Lo studiolo nell’arte - 15 Settembre 2015
Brava Daniela, bellissimo articolo! In tutte le civiltà l’uovo è sempre stato un elemento “simbolo” importante. La vita che scaturisce dal suo interno lo ha reso simbolo di nuova vita e rinascita spirituale. Pensa all’affresco di Giarré nel Refettorio della Certosa e ai Certosini colti nell’atto di consumare le uova…
Grazie Maria Luisa! 🙂 hai proprio ragione, avevo delle uova vicino casa non ci ho pensato cavoli! tutti a ripassare di corsa gli affreschi della Certosa! 🙂